Per parlare di indici climatici in viticoltura prendo l’abbrivio attraverso un giro abbastanza ampio.
L’Italia è il paese della biodiversità in molti campi.
Recentemente è stata pubblicata sul Journal of Anthropological Sciences una ricerca che sostiene che le continue migrazioni e fusioni tra popoli e l’isolamento delle minoranze linguistiche hanno lasciato un’impronta talmente marcata sulla tipologia del DNA italico, da renderlo di gran lunga il più variegato di tutto il vecchio Continente.
Questo non vale solo per gli uomini, ma anche per i vitigni.
In Italia infatti esiste la più grande biodiversità di vitigni realmente coltivati, come attestano studi di Università e enti di ricerca di tutto il mondo.
La biodiversità viticola italiana è figlia anche della straordinaria eterogeneità del clima nello stivale, che per la forma allungata, le montagne, il mare ed altri parametri ha fatto sì che in ogni angolo della penisola venisse coltivato un vitigno diverso.
Fermo restando questo, oggi, quando si decide di piantare una vigna ci si pongono alcuni quesiti.
Il primo è: che vitigno pianto?

Nerello Mascalese

Nerello Mascalese

Qui le risposte arrivano da diversi aspetti della nostra personalità. La parte di noi che pensa alla storia, alla tradizione, alle certezze, soprattutto se abbiamo l’opportunità di piantare il vigneto in una zona con una solida tradizione vitivinicola, fatto abbastanza frequente se stiamo in Italia, avrà pochi dubbi: pianto il vitigno che da secoli viene coltivato in questa zona, possibilmente da selezioni clonali o massali del luogo.
C’è un’altra parte di noi che rappresenta la curiosità, la voglia di innovazione, di percorrere nuove strade, che potrebbe portarci a prendere in esame l’eventualità di scegliere un vitigno diverso in un panorama sterminato.
In questo caso potrebbe essere buona norma quella di scegliere tra i vitigni uno che abbia esigenze compatibili con le caratteristiche del terreno e delle condizioni climatiche del luogo dove verrà messo a dimora.
Per risolvere questo quesito ci vengono in aiuto gli indici di maturazione delle uve.
Esiste una evidente relazione tra andamento termico e crescita delle piante. Entro certi limiti ed in assenza di carenze idriche tanto più fa caldo tanto più velocemente una vite cresce e tanto più velocemente l’uva matura.

innesto vite a spacco

innesto vite a spacco

Tale relazione viene meglio espressa da indici che mettono in relazione l’energia ambientale con la crescita delle piante.
Il più semplice e immediato è L’indice di Amerine di & Winkler.
L’indice di Amerine & Winkler, ipotizza la temperatura di 10° centigradi quale zero termico ovvero la temperatura al disopra della quale la vite vegeta. Viene calcolato dal primo aprile al 31 ottobre, per ogni giorno si determinano delle unità termiche utili alla crescita della vite come differenza tra la temperatura media giornaliera e 1°C.
L’indice consiste nella sommatoria di tali unità termiche, prendendo in considerazione solo le unità positive, di fatto la semplice formula è la seguente:
IW = Σ 01.04/31.10 (Tmed—10)
• L’indice di Huglin.
Nell’indice di Huglin il periodo di indagine è più ridotto e si estende dal primo aprile al 30 settembre, viene dato maggior peso alle temperature massime giornaliere e si tiene conto della durata del giorno secondo un coefficiente K che varia in funzione della latitudine. Secondo diversi autori l’indice di Huglin è più adatto a caratterizzare zone viticole con latitudine compresa tra i 40° e 50° e l’introduzione della temperatura massima risulta più appropriata in zone con elevata escursione termica, dove le sole temperature medie tendono a sottostimare il contributo delle elevate temperature diurne alla fotosintesi. In realtà Pierre Huglin creò l’indice che ha poi preso il suo nome allo scopo di migliorare la validità nell’impiego delle somme termiche in viticoltura e per integrare le considerazioni derivanti dall’analisi di Winkler. Il presupposto di Huglin è stato quello di considerare che le temperature notturne non hanno alcun effetto sull’attività fotosintetica, quindi quest’indice prende in considerazione solamente le sommatorie delle temperature attive durante il periodo giornaliero, cioè la fotosintesi clorofilliana ha effettivamente luogo, per questo l’indice di Huglin è anche chiamato indice “eliotermico”. Huglin introdusse anche la variabile temperatura massima che risulta più appropriata in zone con elevata escursione termica, dove le sole temperature medie tendono a sottostimare il contributo delle elevate temperature diurne alla fotosintesi osservò che per alcuni vitigni, impiegando tale indice, si otteneva un netto miglioramento delle correlazioni tra la somma delle temperature attive ed il tasso zuccherino.
Indice di Huglin

Indice di Huglin


Con l’inice di Huglin si è fatto un bel passo avanti e la correlazione tra il suo indice e l’effettivo contenuto zuccherino nei mosti è oggi misurato il 0,86, ben più alto dello 0,71 riscontrato con l’indice di Winkler.

La formula dell’indice è la seguente:
• IH = Σ 01.04/30.09 [(Tm — 10) + (Tx — 10)] K/2
I limiti per la viticoltura si collocano, secondo Pierre Huglin, tra valori 1400 e 2400.
Alcuni studiosi oggi ritengono che il limite superiore dovrebbe essere incrementato fino a circa 3000 considerando che zone viticole prestigiose come quelle di Jerez hanno valori intorno a 2700 della scala Huglin.
Anche il limite inferiore potrebbe essere ampliato a 1200 in quanto le uve per la spumantizzazione possono dare vini base interessanti anche con un IH intorno a 1200.
Si stima che uno Chardonnay o un Pinot nero per fare una base spumante possono arrivare a maturazione idonea a quel tipo di vino con un IH tra 1200 e 1500, mentre per un vino che non avrà bisogno di 2 fermentazioni serviranno almeno 1600 HI.

Vigneti a Pomino

Vigneti a Pomino

Un Cabernet Franc o un Riesling circa 1800; un Merlot circa 1900; un Cabernet Sauvignon o un Trebbiano circa 2000; un Sangiovese o un Nebbiolo circa 2300 e un Montepulciano oltre 2400.
Esistono degli studi più recenti che introducono concetti nuovi e consentono di migliorare le misure. Molto interessante è quello proposto da Gladstones sui Gradi – giorno biologicamente efficaci (Biologically Effective Degree Days).
Questo concetto, basato sulle somme termiche sulla base di 10°C si fonda sul principio secondo cui quando la temperatura media della giornata supera i 19°C, la cinetica di sviluppo della vite raggiunge un plateau. Così il valore massimo di [°C.giorni] è limitato a 9°C.
Contraddicendo secondo alcuni aspetti Huglin.

Vigneti a Castel Giocondo Montalcino

Vigneti a Castel Giocondo Montalcino

Altri indici utili in viticoltura:
Indice di Fregoni
L’indice di Fregoni è un indice utilizzato nella misura della qualità dell’uva e più in particolare per valutare se le uve in quell’annata particolare possano garantire un vino longevo. L’indice valuta se nel mese precedente la vendemmia ci siano state escursioni termiche interessanti verso il basso, tali da conservare una sufficiente acidità nelle uve.
Sullo stesso principio si basa anche l’indice di freschezza delle notti, proposto da Tonietto (1999) e poi ripreso da Carbonneau (2004). Esso corrisponde alla media delle temperature minime(°C) del mese di Settembre. Le notte più fresche preservano l’acidità dell’uva e migliorano la produzione d’antociani e aromi.
Ora ubriachi di indici, prima di piantare un vigneto però dobbiamo porci un altro quesito:
il terreno in cui voglio piantare o reimpiantare il vigneto che caratteristiche pedologiche ha?
Esistono numerose classificazioni pedologiche dei suoli, ne parleremo prossimamente cercando di fare ordine tra le diverse classificazioni.
L’OIV raccomanda ai propri membri di utilizzare una delle tre classificazioni seguenti per i lavori di zonazione vitivinicola: la “Tassonomia del Suolo” (classificazione americana; USDA, 2010), la “World Reference Base for Soil Resources” (classificazione FAO, 2006) o il Referenziale Pedologico (classificazione francese; Baize et Girard, 2009).

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