Coppiere della sera

Ho deciso di chiamare Coppiere.it questo blog non perché amassi questo termine in maniera particolare, ma per la mia vecchia passione di giocare con le parole e con le le frasi per assonanza. Effettivamente, pur essendo stato sommelier per lunghi anni o decenni, ho sempre considerato questa attività più una passione o un hobby che un lavoro, anche se ho avuto per molti anni un’enoteca e nella mia enoteca comunque essere sommelier o coppiere è stato utile. Nel 1981 feci anche il corso di assaggiatore dell’ONAV e a seguire i 3 livelli dell’AIS.
In realtà mi sono sempre interessato di vino sia come curioso, che come produttore, commerciante, funzionario commerciale, dirigente di marketing, docente a diversi livelli, ma soprattutto curioso.
Sommelier è una parola francese che deriva dal Provenzale saumalier, cioè conduttore di bestie da soma, che probabilmente portavano l’uva in cantina.
Molti lo traducono in italiano con sommelier, che però non è un termine italiano, quindi non lo accetto, altri con cantiniere. Se per il significato originale può funzionare credo che per il significato attuale non ci entri molto, penso che l’unico termine italiano che ci vada vicino è coppiere.
In fondo il coppiere ha anche una bella tradizione, esisteva nell’antica Grecia con il nome di oinokóos e nell’antica Roma con il nome di pincerna.
Poi il coppiere normalmente aveva a che fare, almeno nella mitologia, con gli Dei.
Certamente gli Dei dovevano essere personaggi goliardici se no non si sarebbero avvalsi di un coppiere.
Il coppiere più famoso dell’antichità fu Ganimede, il coppiere di Giove.
Sembra che nelle corti reali medievali il coppiere fosse un funzionario di alto rango con il compito di servire il vino alla tavola regale evitando che la coppa del re fosse avvelenata e dunque doveva assaggiarlo prima di servirlo.
Per questo si può dire che il coppiere ha sempre goduto di un’immagine di persona affidabile e competente.
La sua posizione lo rendeva necessariamente molto vicino al re e spesso anche molto influente.
Comunque tutto ciò non mi convince e in fondo non mi sento affatto un coppiere.
A me piace, studiare il vino, conoscerlo, crearlo, comunicarlo, capirne l’essenza e non è che mi piaccia tanto somministrarlo ad altri, se non agli amici e alle persone care quando si degusta a casa mia.
Dunque non sono un coppiere, ma il nome al dominio non lo cambio di sicuro, per me resta il coppiere della sera.
Esiste anche il coppiere di sua Santità.
Nella corte carolingia il coppiere maggiore, detto princeps pincernarum, è uno dei primi ufficiali della casa reale e assume sotto la sua direzione e sorveglianza quanto si riferisce alla mensa regia; alle sue dipendenze, per le diverse mansioni, sono varî pincernae.
Sotto i Capetingi, il coppiere o buticularius, era un funzionario di notevole prestigio, al punto che veniva considerato addirittura alla dignità di grande ufficiale della corona.
Secondo la Treccani si può dire che, salvo straordinarie circostanze, furono d’allora in poi altri ufficiali, da lui dipendenti, che ebbero l’effettiva cura della mensa.
Ecco se il coppiere era un alto ufficiale allora inizia a piacermi.
Nel vecchio testamento già esisteva la figura del coppiere. Infatti c’è un passaggio che recita così: il coppiere del re d’Egitto e il panettiere offesero il loro padrone, il re d’Egitto. Il faraone si adirò contro i suoi due eunuchi, contro il capo dei coppieri e contro il capo dei panettieri, e li fece mettere in carcere nella casa del comandante delle guardie, nella prigione dove Giuseppe era detenuto. Il comandante delle guardie assegnò loro Giuseppe, perché li servisse. Così essi restarono nel carcere per un certo tempo.
Ora, in una medesima notte, il coppiere e il panettiere del re d’Egitto, che erano detenuti nella prigione, ebbero tutti e due un sogno, ciascuno il suo sogno, che aveva un significato particolare.