Riprendo gli appunti di viaggio e i dati attinti dal sito ufficiale vinsvaldeloire.fr e dal sito del governo francese https://www.legifrance.gouv.fr/ per raccontare la sottozona Anjou Saumur.

Anjou Saumur

La denominazione regionale nella parte occidentale della regione viticola della Loira o sulla riva sinistra di questo fiume, comprende circa 220 comuni intorno alla città di Angers. L’ex area VDQS Vins du Thouarsais è stata integrata nel 2011. Vini rossi, rosati, bianchi e spumanti sono prodotti qui sotto molte denominazioni AOC. La denominazione molto più piccola di Saumur si trova ad est, i cui vini molto simili possono anche essere commercializzati come Anjou (ma non viceversa).

Mappa della zona vinicola Anjou-Saumur                                   vinsvaldeloire.fr

Grande diversità

Con diciannove denominazioni e l’IGP Val de Loire, il vigneto Anjou-Saumur e Haut-Poitou copre 21.400 ettari. Gode ​​di una straordinaria diversità! Bianchi secchi, suadenti e liquorosi, rosati freschi e teneri, rossi da bere giovani o da lungo invecchiamento, la varietà è notevole.

Nella regione  operano 2.083 viticoltori, 5 cooperative e 45 commercianti, i quali producono l’equivalente di 179 milioni di bottiglie ogni anno.

I vini  AOP 

Anjou, Anjou-Coteaux de la Loire, Anjou-Villages, Anjou- Villages Brissac, Bonnezeaux, Cabernet d’Anjou, Coteaux de l’Aubance, Coteaux de Saumur, Coteaux du Layon, Coulée de Serrant, Haut- Poitou, Quarts de Chaume Grand Cru, Rosé d’Anjou, Saumur, Saumur-Champigny, Savennières, Savennières Roche aux Moines, Crémant de Loire, Rosé de Loire.

L’area di denominazione copre 128 comuni nel Maine-et-Loire, 14 a DeuxSèvres e 9 a Vienne. Questa Aoc regionale comprende molte Aoc subregionali e comunali.

Io con l’Abbaye de Fontevraud alle spalle

Vitigni

A bacca rossa: Cabernet franc, Cabernet sauvignon, Pineau d’Aunis, Grolleau, Cot (nome locale del Malbec) e Gamay.

Quelli a bacca bianca: Chenin blanc, Sauvignon, Chardonnay.

Storia

I monaci ebbero un ruolo privilegiato nello sviluppo del vigneto, ciascun monastero con vigneto proprio. Da quando Enrico II Plantageneto divenne re d’Inghilterra nel 1154, i vini d’Anjou furono serviti alla sua corte sotto il suo regno, ma anche sotto quello di molti suoi successori.

Molti re di Francia e Inghilterra contribuirono quindi per quasi un millennio alla reputazione dei vini della Loira.

Sotto questo impulso, la vigna si estese dalle rive della Loira verso i suoi affluenti nel XVI e XVII  secolo.

 

Pineau d’Aunis                                                                                                                        foto Domaine Blouin

Area di produzione

L’area di denominazione comprende due regioni distinte:

Anjou Noir o “Anjou sur schiste”, nella parte più occidentale della denominazione.

Su suoli a base di scisti scuri, la base Precambriana e Paleozoica è attaccata al Massiccio Armoricano il cui suolo è composto principalmente da scisto ardesia che conferisce un colore molto scuro alla terra.

Questa è l’area più estesa.

A est, il substrato mesozoico e cenozoico definito Anjou Blanc o “Anjou sur tuffeau”.

Occupa una superficie più ristretta, su terra bianca derivante dall’alterazione del gesso (tufo) dell’estremità a sud-ovest del bacino di Parigi.

Clima

Il clima è di tipo oceanico temperato, ma piuttosto asciutto, con un’escursione termica relativamente bassa.

Il vino

Resa base: 60 hl/ha per Anjous bianchi e rossi e 67 hl/ha per le bollicine fini.

Il 65% sono rossi, il 30% bianchi e il 5% spumanti.

                                                                 Anjou 

L’Aoc Anjou esiste dal 1936 (modificata il 9 giugno 2015), si estende su cira 1.000 ettari e consente una produzione annua di circa 42.000 ettolitri grazie a 350 produttori.

Si tratta di un’Aoc alquanto articolata.

Eric Morgat Litus Anjou

Anjou Rouge
I principali vitigni dell’Anjou Rouge sono Il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon. Possono essere abbinati al Pineau d’Aunis e/o al Grolleau (massimo 30% tra i due, ma massimo 10% di Grolleau).
Anjou Rouge produce vini fruttati con tannini discreti ed elastici . Sono vini che portano nel DNA la tipicità del loro terroir. All’interno della denominazione spiccano due profili principali:

i morbidi Anjou Rouge, frutto di brevi macerazioni e che si apprezzano in gioventù;

l’ampio Anjou Rouge, frutto di macerazioni più lunghe e che può essere conservato dai 2 ai 5 anni.

L’Anjou Rouge è un vino che affascina per la sua sobrietà: esprime il fruttato dei suoi vitigni con grande purezza priva di artifici.

Interessanti gli Anjou del Domaine Patrick Baudouin inoltre tra gli Anjou Rouge più interessanti ho assaggiato il Cuvée Violette di Clau de Nell.

Anjou blanc

L’Anjou blanc è prodotto da Chenin (Pineau de la Loire) per almeno l’80%. Possono partecipare anche Sauvignon e/o Chardonnay. Colore giallo dorato, da pallido a intenso, profumo concentrato di miele e albicocca soprattutto su terreni scistosi, o più aromi floreali in presenza di Sauvignon e/o Chardonnay, fine e vellutato al palato.

Ho degustato ed apprezzato Litus un Anjou blanc molto interessante di Eric Morgat, bella complessità aromatica ed un’elegante tessitura, vino di carattere. Degni di nota anche i bianchi di Patrick Baudouin, con l’Anjou Effusion bello “croccante”, Les Gâts piacevolmente agrumato e le Cornillard più morbido.

Forse il più affascinante in assoluto è l’Anjou Blanc à François(e) di Thibaud Boudignon.

Cabernet d’Anjou

Inizialmente riconosciuta con decreto del 9 maggio 1964, poi modificato il 9 giugno 2015.

Si tratta di vini rosati prodotti esclusivamente da Cabernet Franc e/o Cabernet Sauvignon.

Esiste la possibilità di utilizzare la dizione aggiuntiva “primeur” o “nouveau”, in questo caso è possibile immetterlo sul mercato a partire dal 38° giorno precedente il terzo giovedì del mese di novembre dell’anno di vendemmia.

Rosé d’Anjou

Inizialmente riconosciuta con decreto del 31 dicembre 1957, poi modificato il 9 giugno 2015.

I vitigni ammessi sono: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Cot, Gamay, Grolleau, Grolleau gris, Pineau
d’Aunis.

Esiste la possibilità di utilizzare la dizione aggiuntiva “primeur” o “nouveau”, in questo caso è possibile immetterlo sul mercato a partire dal 38° giorno precedente il terzo giovedì del mese di novembre dell’anno di vendemmia.

Anjou Gamay

La Aoc Anjou Gamay è stata creata nel 1936. e modificata il 9 giugno 2015. Riunisce una trentina di viticoltori che producono 2.000 hl all’anno su una cinquantina di ettari. Questo vino rosso di Anjou prodotto solo dal vitigno Gamay, è un inno alla semplicità e alla convivialità. È un vino rosso dal colore brillante e dal naso molto espressivo. La morbidezza dei suoi tannini e la delicatezza dei suoi aromi lo rendono un vino molto facile da sposare. Questo simpatico vino va bevuto giovane ed è particolarmente apprezzato nella stagione estiva.

Esiste la possibilità di utilizzare la dizione aggiuntiva “primeur” o “nouveau”, in questo caso è possibile immetterlo sul mercato a partire dal 38° giorno precedente il terzo giovedì del mese di novembre dell’anno di vendemmia.

Anjou Blanc à François(e) Boudignon

Anjou Fines Bulles

è stata creata il 14 maggio 1938 e modificata il 9 giugno 2015.

I vitigni consentiti per lo spumante bianco sono: Chenin (localmente detto Pineau de la Loire) minimo 70% come vitigno principale e Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Chardonnay (massimo 20%), Gamay, Grolleau, Grolleau gris e Pineau d’Aunis come vitigni accessori.

Nei vini destinati alla cuvée dedicata alla presa di spuma lo Chardonnay non deve essere superiore al 10%.

Per lo spumante rosé sono consentiti: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Grolleau, Grolleau gris e  Pineau d’Aunis.

I vini base destinati alla presa di spuma del “rosé” possono essere ottenuti dalla macerazione (rosè de saignée).
Sono prodotti esclusivamente mediante rifermentazione in bottiglia.
L’aggiunta della “liqueur de tirage” e della “liqueur d’expédition” può solo portare ad aumentare il volume del vino di una quota non superiore al 2,5% del volume iniziale collocato in opera. I volumi in eccesso vengono distrutti. La presa di spuma non può essere di una durata inferiore a 6 mesi.

In tutta la Aoc Anjou è interdetta l’irrigazione.

Clau de Nell

Anjou Villages

La Aoc Anjou Villages è stata creata nel 1987. È rivendicata da un centinaio di viticoltori per una produzione media di 7.000 hl l’anno. I 150 ettari della denominazione sono distribuiti su appezzamenti rigorosamente selezionati che si estendono su 46 comuni del Maine-et-Loire e Deux-Sèvres.
I vitigni della denominazione, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, sono coltivati ​​su piccoli pendii con esposizione varia, composti principalmente da scisto. Gli Anjou Villages sono vini di grande eleganza con aromi di densi frutti neri supportati da tannini morbidi, ma strutturati.

Molto interessante il Terre de l’Élu tra gli Anjou villages, biodinamico con note di pelliccia, piacevole, ma un po’ selvaggio.

Anjou Coteaux de la Loire

AOP/AOC con decreto originario del 26 agosto 1946, modificato il 14 novembre 2011

L’area si estende per circa 30 ha a sud-est del Massiccio armoricano (scisti), con suoli bruni poco profondi. Il terroir così delimitato corrisponde ad una serie di versanti collinari ben esposti che favoriscono la precocità della vegetazione e consentono la produzione di uve stramature, a volte anche attaccate da muffa nobile.

Resa base: 35 hl l’ettaro.

Vitigno: Chenin Blanc.

Pratiche colturali: densità minima 4.000 ceppi per ettaro.

Vincoli tecnici: raccolta manuale da successive selezioni di uve arrivate a surmaturazione e presentando una concentrazione dovuta all’azione o meno della muffa nobile.

Vino dolce abbastanza longevo.

Anjou-Villages Brissac

Ubicazione: denominazione Anjou-VillagesBrissac si estende su 10 comuni del Maine-et-Loire: Brissac-Quincé, Denée, Juigné-sur-Loire, Mozé-sur-Louet, Mûrs-Erigné, Saint-Jean-des Mauvrets, Saint-Melaine-sur-Aubance, Saint-Saturnin-sur-Loire, Soulaines-sur-Aubance e Vauchrétien. Corrisponde all’area geografica dei Coteaux de l’Aubance.

Storia: I professionisti della regione de Brissac sono sempre stati convinti di avere un territorio e un know-how in grado di lasciare un segno nell’originalità della loro produzione di vini rossi. Con abnegazione, cercando la migliore corrispondenza tra i diversi vitigni e i suoi siti di impianto, adattandosi alle migliori  tecniche di potatura e di piantagione della vite, vendemmiando a maturazione ottimale, portando miglioramenti tecnici sul controllo delle temperature e dei tempi di macerazione, questi viticoltori ottengono il riconoscimento della denominazione di origine controllata “Anjou Villages Brissac”, 17 febbraio 1998.

Suoli: L’area geografica della denominazione “Anjou Brissac”, poggia su un vasto altopiano scistoso dal Massiccio Armoricano che degrada verso il fiume reale. I suoi paesaggi sono caratterizzati da tante piccole colline le cui altitudini oscillano tra i 50 metri e i 90 metri. Il suolo è composto principalmente da scisti, ma troviamo anche quarzo, arenaria, limo, roccia vulcanica e talvolta anche sabbia.

Clima: di tipo oceanico e temperato particolarmente secco in Anjou-Villages Brissac.

Resa base 50 hl/ha.

Vitigni: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon.

Pratiche culturali dominanti: Densità minima 4.100 ceppi/ha.

Potatura a guyot singolo o doppio.

Il nome della denominazione evolverà verso Anjou Brissac.

AOP/AOC con decreto originario del 17 febbraio 1998, modificato il 28 giugno 2011

Solo rosso, 110 ettari pari a 573.000 bottiglie.

Terra Vita Vinum (foto da Vivino)
Rouge de Schiste Anjou Brissac 2018

Bonnezeaux

AOP/AOC con decreto del  6 novembre 1951, modificato il 24 ottobre 2011

Ubicazione: la zona della denominazione Bonnezeaux si trova su una piccola parte di una sola città sulla riva destra del Layon: Thouarcé, su 3 versanti esposti a sud. La denominazione è un’enclave all’interno della zona dei Coteaux du Layon.

Bonnezeaux è classificata tra le denominazioni eccezionali.

Suoli sviluppati su scisti di arenaria di St Georges con venature di quarzo e ftanite. Esposizione a sud e il comportamento termico eccezionale di questi suoli superficiali, su pendii ripidi, favoriscono la precocità vegetativa e consentono la raccolta di uve surmature.

Resa massima 25 ettolitri l’ettaro, il contenuto di alcol deve essere di almeno 12% vol, il contenuto di zucchero residuo almeno 34 g/l.

Vitigno: Chenin Blanc.

Pratiche culturali dominanti: Densità minima 4.000 ceppi/ha; potatura Guyot doppio con occhi 2 x 3 o calice con 3 x 2 occhi, taglia mista.

Vincolo tecnico: Raccolta manuale con successive selezioni delle uve arrivando a surmaturazione e presentando una concentrazione grazie all’azione o meno della muffa nobile. Controllo parcellare delle condizioni dell’uva.

Superficie in produzione 70 ettari per una quantità media di 187.000 bottiglie.

I produttori noti della zona sono Château de Fesles, Château la Fresnaye, Château la Varière, Domaine de la Croix des Loges, Domaine Godineau, Domaine Les Grandes Vignes – Vaillant, Domaine des Petits Quarts, Domaine du Petit Val, Domaine de Terrebrune e La Ferme de la Sansonnière.

Coteaux de l’Aubance

AOP/AOC con decreto originario del 18 febbraio 1950, modificato il 24 ottobre 2011

Ubicazione: quest’area è stat creata dal lavoro di erosione della Loira e del suo affluente, l’Aubance, formando tante piccole colline, di esposizioni varie, su terreni scistosi poco profondi. Questa piccola denominazione si trova come un’enclave all’interno della zona di Anjou. Prende il nome dal piccolo fiume Aubance, sui cui pendii coperti di ardesia si trovano i vigneti. Il vino bianco dolce è fatto da uve completamente mature, che vengono raccolte in diverse vendemmie. Piccole quantità di vini dolci sono colpite da muffa nobile.

L’unico vitigno consentito è lo Chenin blanc.

210 ettari la superficie dedicata pari a 760.000 bottiglie.

40 i produttori, tra i quali i più noti sono Domaine de Bablut, Domaine Victor Lebreton e Domaine des Rochelles.

Bonnezeaux Domaine des Petits Quarts

Coteaux du Layon
AOP/AOC con decreto originario del 18 febbraio 1950, modificato il 23 novembre 2011

Posizione: L’area della denominazione si estende su 20 comuni del Maine et Loire che si affacciano sul Layon, piccolo affluente della Loira.
Storia: Furono i mercanti olandesi che favorirono lo sviluppo dei vigneti delle rive del fiume Layon dal 1579. Le alte gradazioni alcoliche che si ottengono (16-17% vol.) consentivano una migliore conservazione durante il viaggio. Inoltre, questi vini corrispondono ai gusti dei consumatori del Nord Europa.
Raccolta mediante cernita successiva dei grappoli, l’utilizzo di grappoli “botritizzati” è citato fin dal XVIII
secolo.

L’area copre circa 1.400 ettari di vigneti su terrazze di ardesia e arenaria in 27 comuni lungo il fiume Layon. L’AOC si applica ai vini bianchi fatti da uve 100% monovarietali del vitigno Chenin Blanc. La resa è limitata a un massimo di 35 hl/ha, il contenuto alcolico deve essere di almeno 11% vol, gli zuccheri residui almeno 34 g/l.

Produzione media: 5.600.000 bottiglie.

Sei comuni possono aggiungere il loro nome: Coteaux du Layon Beaulieu-sur-Layon (o Beaulieu), Coteaux du Layon Faye-d’Anjou (o Faye), Coteaux du Layon Rablay-sur-Layon (o Rablay), Coteaux du Layon Rochefort-sur-Loire (o Rochefort), Saint-Aubin-de-Luigné (o Saint-Aubin) e Saint-Lambert-du-Lattay (o Saint-Lambert).

Per avere diritto alla denominazione comunale la resa è limitata a un massimo di 30 hl/ha, la gradazione alcolica deve essere di almeno 12% vol., il contenuto di zucchero residuo di almeno 34 g/l. I vini possono essere designati  Sélection de grains nobles se il contenuto di zucchero del mosto è superiore a 294 grammi/l (221 g/l per i semplici Coteaux du Layon e 238 g/l per i comuni privilegiati).

All’interno dell’area ci sono due AOC indipendenti, Bonnezeaux (già citata) e Quarts de Chaume. La zona della Chaume (all’interno di Rochefort-sur-Loire) ha uno statuto speciale. A partire dalla vendemmia 2003, il vino è stato commercializzato con la denominazione AOC “Coteaux du Layon Chaume”. Tuttavia, questo ha portato a confusione e discussioni, perché nel comune di Rochefort-sur-Loire c’è anche l’AOC indipendente Quarts de Chaume. L’INAO ha poi deciso un regolamento speciale nel 2011. Quarts de Chaume può essere completato con “Grand Cru” e per Chaume c’è la denominazione “Coteaux du Layon Premier Cru Chaume”. Per queste tre denominazioni, la resa è limitata a un massimo di 25 hl/ha.

Tra i 300 produttori, possiamo citare: Domaine Delesvaux, Domaine FL, Château Soucherie, Château du Breuil, Domaine de Brizé, Domaine des Baumard, Domaine De La Motte, Domaine Cady, Philippe Delesvaux, Domaine du Clos des Gohards, Domaine des Forges, Domaine de Juchepie, Domaine Les Grandes Vignes-Vaillant, Closerie de la Picardie, Domaine Ogereau, Château Pierre-Bise e Domaine des Iris.

Domaine-de-la-motte-aop-coteaux-du-layon-cuvee-rochefort

 

 

Coulée de Serrant

AOP/AOC con decreto del 26 agosto 2015

Luogo: La vendemmia, la vinificazione, l’elaborazione, l’invecchiamento dei vini devono essere effettuati nel territorio di Savennières, cittadina nel dipartimento del Maine-et-Loire.
Storia: Il vigneto “Coulée de Serrant” fu piantato nel 1130 dai monaci cistercensi e, da quella data, il vino prodotto  da questo vigneto è sempre stato commercializzato con questa denominazione. Questa località è stata per molti secoli di proprietà del castello di Serrant, situato nella vicina città di Saint-Georges-sur-Loire. Ha così mantenuto il nome e con forza contribuito alla notorietà dei vini della denominazione di origine controllata “Savennières”.
Suoli e clima: La “Coulée de Serrant” è situata su entrambi i lati della valle che separa la collina dell’Epiro, a nord, di quella della “Roche au Moines”, a sud.

Si compone di tre parti distinte:
Il “Grand clos de la coulée”, situato in ripido pendio sul fianco occidentale del colle di Chamboureau;

Il “Clos du Château”, un pendio simmetrico rispetto al flusso nel senso geografico del termine, sotto le mura del vecchio castello Roche de Serrant;

Les ” Plantes”, parte delle quali scende con forte pendenza, esposto ad est, sulla colata; e il resto
è situato su un dolce pendio esposto a sud, sulla collina della “Roche aux Moines”.

Resa base: 30 hl/ha.
Vitigno: Chenin Blanc

7 ettari producono mediamente 25.000 bottiglie.

Si tratta di un monopolio oggi proprietà della famiglia Joly. Coltivato in biodinamica dal 1981. Nicolas Joly è considerato uno dei padri della biodinamica. Più volte ho partecipato alle sue conferenze e nel 2003 ho comprato e letto uno dei suoi libri: “Il vino tra cielo e terra” edito da Porthos edizioni.

Conosco molto bene questo splendido vino che ho trattato per molti anni quando avevo insieme ai miei fratelli Camillo e Marco l’enoteca Di Loreto Vinattieri. Ricordo anche che ne regalai una del 1986 al mio carissimo amico Gianni Masciarelli che ne rimase molto piacevolmente impressionato.

Una delle bottigli di Coulée de Serrant che ho bevuto

Haut-Poitou

AOP/AOC con decreto del 22 settembre 2011

Ubicazione: Leggermente defilato rispetto al resto della regione, il vigneto si estende su 30 comuni del dipartimento della Vienne e in un unico comune delle Deux-Sèvres. La zona geografica poggia su un altopiano ondulato la cui altitudine varia tra gli 80 ed i 120 metri, costellato di tumuli che culminano a 150 metri circa.
Storia: La vite viene introdotta nell’Haut-Poitou in epoca romana. Durante diversi secoli, la vite si estende, poi regredisce secondo guerre e invasioni barbariche. È sotto l’impulso di Guillaume X, duca di Guyenne e conte di Poitiers che la vigna crebbe. Il mercato inglese divenne presto il principale sbocco,
in seguito al matrimonio di Eleonora d’Aquitania, con Enrico II Plantageneto, re d’Inghilterra nel 1152.

Suoli: I terreni delle parcelle delimitate sono prevalentemente argillo-calcarei. Un grosso difetto
condivide la zona di produzione: a nord e a est, i terreni del Cretaceo che danno origine a colline costituite da terreni argillosi posati su gesso tufaceo o terra dell’Albiano (cretacico inferiore) e del Turoniano (cretacico superiore) a sud e a ovest, un vasto altopiano giurassico che si estende sotto forma di terreni più o meno profondi, caratterizzato da argille rosse intervallate da macerie calcaree spesso fossilifere.
Clima: il clima viene presenta congiuntamente delle influenze oceaniche, che
contribuiscono a mitigarlo, e caratteristiche continentali, che causano  precipitazioni moderate.
La piovosità media è di circa 630 mm/anno. Il soleggiamento è elevato: 1.900 h/anno.

La superficie in produzione è di 120 ettari, per una produzione di circa 800.000 bottiglie.

Vitigni bianchi: Sauvignon Blanc o Sauvignon Gris (fié gris) in purezza o assemblati.
Rossi per i vini rossi: Vitigno principale Cabernet Franc (minimo 60% fino al 100%), Gamay (massimo 40%), Merlot e Pinot Nero (massimo 10%).
Rossi per i vini rosati: assemblaggi Cabernet Franc, Pinot Nero e Gamay.

Vigneto a Saumur                                                                                                    foto Sergio Di Loreto

Quarts de Chaume Grand Cru

AOP/AOC con decreto originario del 10 agosto 1954, modificato il 22 novembre 2011

Nato da un’usanza risalente al Medioevo secondo cui i contadini dovevano un quarto del raccolto al signore. In questo caso probabilmente almeno agli inizi si trattava di istituzioni ecclesiastiche ( l’Abbesse du Ronceray d’Angers). La denominazione Quarts de Chaume è sempre stata una delle AOC più prestigiose dell’Anjou e nel 2014 è diventata Quarts de Chaume Grand Cru.

Ubicazione: L’area di produzione dell’Aoc Quarts de Chaume Grand Cru si trova su una piccola parte
di un unico comune sulla riva destra del Layon, Rochefort sur Loire.

Le vigne sono ubicate nell’area di produzione parcellare del “tènement de Chaume ” in particolare i luoghi chiamati “ les quarts”,“les roueres e “le veau”.
Storia, suolo e clima: questa Aoc si pone tra le denominazioni eccezionali.
Come già detto il suo nome deriva da un’usanza risalente Medioevo quando i contadini dovevano un quarto del raccolto al signore, i restanti quarti ai contadini. La complessità geologica eccezionale (scisti
brioveriani e puddingstones di arenaria) e la sua esposizione esposta a sud con vista sul Layon, offre alla vite condizioni ideali favorevoli alla sviluppo della muffa nobile grazie alle nebbie mattutine.

Resa nassima: 25 ettolitri l’ettaro.

Vitigno: Chenin blanc

Vincoli tecnici: Raccolta manuale con successive selezioni delle uve arrivando a sovramaturazione, per raggiungere maggiore concentrazione attraverso l’azione della muffa nobile. Controllo sul campo delle
condizioni di produzione. L’imbottigliamento si può fare nelle immediate vicinanze. Al termine del periodo di maturazione (almeno fino al 1 luglio), i vini vengono commercializzati e destinati al consumatore dal 1°settembre dell’anno successivo alla vendemmia.

Molto interessanti il Quarts de Chaume  Grand Cru Château Pierre Bise; il  Quarts de Chaume Grand cru del Domaine des Baumard e quello prodotto dal  Domaine Patrick Baudoin.

 


                   Quarts de Chaume Grand Cru Chateau Pierre Bise

Coteaux de Saumur

AOP/AOC con decreto originario del 21 aprile 1962, modificato l’8 giugno 2011

Zona di produzione

Il Coteaux de Saumur è prodotto in 31 comuni, 20 dei quali nel Maine-et-Loire: Brézé, Chacé, Cizay-la-Madeleine, Le Coudray-Macouard, Courchamps, Distré, Epieds, Fontevraud l’Abbaye, Meigné, Montsoreau, Parnay, Le Puy-Notre-Dame, Saint-Cyr -en-Bourg, Saumur, Souzay-Champigny, Turquant, Les Ulmes, Varrains, Vaudelnay, Les Verchers-sur-Layon.
9 nel dipartimento di Vienne: Berrie, Curçay-sur-Dive, Glénouze, Pouançay, Ranton, Saint-Léger-deMontbrillais, Saix, Ternay, Les Trois-Moutiers e 2 nel dipartimento di Deux-Sèvres: : Saint-Martin-de-Mâcon e Tourtenay.

Questo vigneto si trova sulla “cuesta” del Cretaceo del bordo sud-occidentale del bacino
Parigino, sui pendii che costeggiano la Loira e uno dei suoi affluenti, il Thouet, è piantato su terreno calcareo di tufo. La delimitazione riconosciuta è molto vasta, ma sono soltanto 11 gli ettari dichiarati in questa AOC.

Vitigni: Chenin blanc in raccolte tardive dopo surmaturazione per ottenere frutti concentrati, anche la cosiddetta muffa “nobile”.

Solo 20 i produttori e circa 41 mila bottiglie in totale.

Tra questi segnalo: Domaine de la petite Chapelle, Château de Berrye, Domaine du Collier, La Seigneurie, Domaine Armand David, Robert et Marcel ( La Perrière) e La Giraudière.

Saumur

AOP/AOC con decreto originario del 14 novembre 1936 (vini fermi) e il 31 dicembre 1957 (vini spumanti) e “Cabernet de Saumur”, inizialmente riconosciuto con decreto del 9 maggio 1964, tutti modificati il 19 luglio 2016

Il nome della denominazione di origine controllata “Saumur” può essere seguito dal nome geografico
ulteriore “Puy-Notre-Dame” per i vini che soddisfano le condizioni di produzione previste per il nome geografico aggiuntivo. Il nome della denominazione di origine controllata “Cabernet de Saumur” può essere integrato dalle parole “primeur” o “nouveau” per i vini che soddisfano le condizioni speciali stabilite per questa Aoc.

La denominazione di origine controllata “Saumur” è riservata ai vini e ai vini bianchi e rossi fermi oltre che a spumanti bianchi e rosati.
La do aggiuntiva “Puy-Notre-Dame” è riservata ai vini rossi fermi.
L’Aoc “Cabernet de Saumur”, integrata o meno dalla menzione “primeur” o “nouveau” è riservato ai vini rosati fermi.

La produzione del Saumur rosso è consentita in 31 comuni

Nel dipartimento della Maine-et-Loire : Artannes-surThouet, Brézé, Brossay, Cizay-la-Madeleine, Le
Coudray-Macouard, Courchamps, Distré, Douéla-Fontaine, Epieds, Fontevraud-l’Abbaye,
Forges, Meigné, Montreuil-Bellay, Le PuyNotre-Dame, Rou-Marson, Saint-Just-sur-Dive,
Saumur, Les Ulmes, Vaudelnay, Les Vercherssur-Layon ;
Nel dipartimento delle Deux-Sèvres : Saint-Martinde-Mâcon, Tourtenay ;
Nel dipartimento di Vienne : Berrie, Curçay-surDive, Glénouze, Pouançay, Ranton, Saint-Légerde-Montbrillais, Saix, Ternay, Les TroisMoutiers.

Per Aoc « Saumur » (vini fermi bianchi) e Aoc « Cabernet de Saumur » la zona è un po’ più vasta e comprende 7 comuni in più.

La denominazione aggiuntiva Puy-Notre-Dame invece è prevista solo in una zona molto più ristretta nei seguenti comuni: Brézé, Brossay, Cizay-la-Madeleine, Distré, Doué-laFontaine, Epieds, Meigné, Montreuil-Bellay, Le Puy-Notre-Dame, Les Ulmes, Vaudelnay, Les Verchers-sur-Layon, Berrie, Pouançay,
Saint-Léger-de-Montbrillais, Saix e Les Trois Moutiers.

Per gli spumanti la zona è ancora più vasta e comprende altri comuni limitrofi.

Superficie: 2.330 ha
Storia: Capitale degli Ugonotti sotto Enrico IV, Saumur è dal XII secolo importante luogo del commercio del vino, a causa delle condizioni topografiche ideali.
Oggi la maggior parte delle grandi case dei commercianti regionali ha ancora qui la loro sede.
Terreni: Il vigneto è sparso in isole, su cumuli di tufo e affioramenti del Senoniano o Eocene.
Clima: temperato oceanico, ma collinare dalla regione di Saumur rallentano i venti occidentali; le zone più lontane dalla Loira ne soffrono quindi un’influenza continentale.

immagine di vinsvaldeloire.fr

Resa massima : 60 hl/ha per il Saumur blanc, 57 hl/ha per il Saumur rouge e per il Saumur rosé.
Vitigni:

per il rosso  Cabernet Franc (70% minimo), Cabernet Sauvignon et Pineau d’Aunis
dedicati al rosé: Cabernet Franc et Cabernet Sauvignon
consentito per il bianco solo Chenin Blanc

Per il Puy-Notre-Dame è ammesso il Cabernet Franc come vitigno principale e il Cabernet Sauvignon come vitigno complementare (max 15%).

L’Aoc Cabernet de Saumur ammette il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon.

Nella preparazione degli spumanti sono ammessi i seguenti vitigni: Chenin Blanc (o Pineau de la Loire), Chardonnay, Sauvignon, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Gamay, Grolleau gris, Grolleau, Pineau d’Aunis e Pinot noir, ma la frazione del vitigno Chenin, nella cuvée dei vini bianchi destinata alla presa di spuma deve essere pari o superiore al 60 %.

La frazione del vitigno Cabernet Franc nella cuvée dei vini destinati alla presa di spuma per lo spumante rosé deve essere di minimo il 60 % .
La quota di vini da Sauvignon  destinati alla presa di spuma per la cuvée pari al 10 % massimo.
Per cuvée, si intende l’insieme dei volumi di vini destinati direttemente alla messa in bottiglia per la presa di spuma. Essa è costituita da un vino o da un assemblaggio di vini base.

L’utilizzazione di pezzi di legno durante la fermentazione è consentita per la Aoc Saumur, ma è vietata per il Puy-Notre-Dame.

I vini spumanti sono prodotti esclusivamente mediante rifermentazione in bottiglia.

Bella vite a Saumur                                                                        foto Sergio Di Loreto

I produttori sono 450 per una produzione media di circa 17 milioni di bottiglie.

Tra questi i più prestigiosi sono: Clos Rougeard, Domaine des Roches Neuves, Domaine du Collier, Domaine Guiberteau, Château de Villeneuve, Château du Hureau, Domaine Mélaric, Domaine Antoine Sanzay, Château Yvonne e Domaine de Rocheville.

Io ho apprezzato molto i vini di Clos Rougeard e del Domaine des Roches Neuves.

Il gruppo Ornellaia in visita al Domaine des Roches Neuves

Saumur Champigny

AOP/AOC con decreto originario del 31 dicembre 1957, modificato l’8 giugno 2011

Ubicazione: nella zona della denominazione Saumur, si può aggiungere la denominazione Champigny
per i più grandi vini rossi, da 8 comuni vicini a Saumur.

Questi comuni: Chacé, Montsoreau, Parnay, Saint-Cyr-en-Bourg, Saumur, Souzay-Champigny, Turquant, Varrains.
Terreni: Il vigneto è sparso in isolotti, sul cumuli di tufo e affioramenti del Senoniano o Eocene.
Clima: temperato oceanico.

Resa base: 57 hl/ha.
Vitigni: Cabernet Franc (85% minimo), Cabernet Sauvignon e Pineau d’Aunis.

130 i produttori, la produzione media è di circa 10 milioni di bottiglie.

Tra i migliori segnalo Clos Rougeard, Domaine des Roches Neuves, Château de Villeneuve, Château du Hureau, Domaine Antoine Sanzay, Château Yvonne e Domaine de Rocheville.

Perticolarmente degni di nota Les Poyeux di Clos Rougeard, proveniente da un vigneto sabbioso di 2,9 ettari e particolarmente fresco ed elegante. Notevoli anche Les Memoires da vigneti molto vecchi, La Marginale dagli aromi seducenti e il Franc de pied tutti del Domaine des Roches Neuves.

Domaine-des-Roches-Neuves                                                                                                  foto Sergio Di Loreto

La Marginale                                                                                                                          foto Sergio Di Loreto

Savennières

AOP/AOC con decreto originario dell’8 dicembre 1952, modificato il 9 settembre 2011

Ubicazione: L’area è limitata a tre comuni a sud di Angers, sulla riva destra della Loira (Savennières, Bouchemaine e La Possonnière).
Storia: condizioni di produzione ammirevoli furono probabilmente rilevate già dai romani. La coltivazione della vite ha avuto un grande sviluppo al tempo delle grandi abbazie.
Suoli e clima: la zona della denominazione è situata sulle pendici perpendicolari della Loira; arroccato su veri e propri affioramenti rocciosi con vista sul fiume. Suoli poco profondi composti da scisti di arenaria, vene vulcaniche (rioliti) e sabbie, che con l’influenza climatica della Loira, consentono la produzione di vini bianchi secchi di alta qualità. Le tempeste molto spesso passano la riva sinistra della Loira, risparmiando Savennières.

Immagine da vinsvaldeloire.fr

Resa base: 50 hl/ha (35 hl/ha per semisecco e morbido o dolce, una piccolissima minoranza).
Vitigno: Chenin Blanc.
Densità minima 4.000 ceppi/ha.
Potatura Guyot doppio con occhielli 2×3 o ad alberello con potatura 3×2 occhi.
Vincoli tecnici: Raccolta manuale con, generalmente, successivi assaggi delle uve a piena maturità.

La superficie destinata alla Aoc è di 150 ettari, pari a 520 mila bottiglie.

Sono bianche generalmente molto longevi, morbidi e complessi.

Principali produttori:

Coulèe de Serrant, Domaine Eric Morgat, Domaine Richou, Domaine du Closel – Château du Vaults, Château Pierre Bise, Domaine FL, Domaine Damien Laureau e Domaine Ogereau.

Savennières Roche aux Moines

AOP/AOC con decreto del 23 novembre 2011

Luogo: Vendemmia, vinificazione, l’elaborazione e l’invecchiamento dei vini possono avvenire esclusivamente sul territorio di Savennières, comune di dipartimento del Maine-et-Loire.
Storia: il nome “Roche aux Moines” ha una storia che risale al XII secolo e che è stato utilizzato ininterrottamente da allora.

Racchiusa nei vigneti di Savennières, questa località fu chiamata Roche-aux-Moines dopo la sua donazione ai monaci di Saint-Nicolas nel 1285. Nel corso della storia, fu variamente ribattezzata: Roche-au-Duc quando fu acquistata nel 1370 dal duca Louis II d’Angiò, Roche-de-Serrant nel 1481 per volontà di Luigi XI per premiare il suo ciambellano Perthus de Brie, signore di Serrant, poi Roche Vineuse durante la Rivoluzione. I passaggi sotterranei su cui è costruito il castello vengono oggi utilizzati per conservare i vini.

Suoli e clima: La Roche aux Moines è uno sperone di roccia che avanza sulla Loira; delimitato ad est da
la “Coulée de Serrant” e ad ovest da una valle che si affaccia su “les Forges” e lo separa dalla collina del “Moulin du Gué”. I dolci pendii orientati a Sud, discreta continuità degli appezzamenti di appartenenza
all’estensione del vigneto“ Coulée de Serrant” verso Ovest fino ad un piccolo fondovalle.
I terreni della “Roche aux Moines” sono principalmente da formazioni di scisto e scisto-arenaria riconducibili all’Ordoviciano superiore  e al Devoniano inferiore.

In totale sono 25 ettari, pari a 65 mila bottiglie.

Tra i produttori spiccano Coulèe de Serrant, Domaine aux Moines, Château Pierre Bise e Domaine Damien Laureau.

Domaine-aux-moines-Savennières-roche-aux-moines

Crémant de Loire

AOP/AOC con decreto originario del 17 ottobre 1975, modificato il 23 settembre 2011

Si tratta di una Aoc che oppupa un’area molto vasta, non solo nella regione Anjou-Saumur, ma anche in Touranie e Cheverny.

Suoli e Clima: L’area geografica estesa del Crémant de Loire spiega una grande variabilità terreni, climi e vitigni.
Resa base: 74 hl/ha.

Vitigni: Chardonnay, Chenin Blanc e Orbois, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Grolleau (Nero e Grigio), Pineau d’Aunis e Pinot Nero.
Densità da 4.000 a 6.500 ceppi/ha.
Potatura Guyot semplice o doppia.
Vincoli tecnici: Raccolta manuale in cassette forate.

Pressatura: estrazione di 100 l di mosto per 150 kg di uva.
Dopo un periodo di maturazione i vini sono commercializzati non prima di 12 mesi dalla data di inizio della presa di spuma.

La superficie in produzione è di 2350 ettari per una produzione di circa 20 milioni di bottiglie l’anno di cui il 95% bianco e il 5% rosé.

Rosé de Loire

AOP/AOC con decreto originario del 4 settembre 1974, modificato il 20 ottobre 2011

Ubicazione: zona della denominazione Rosé de Loire si estende sulle zone dell’AOC Anjou e Touraine.
Resa base: 60 hl/ha.
Vitigni: Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Grolleau (nero o grigio), Pineau d’Aunis, Gamay, Pinot Nero.

La superficie in produzione è di 850 ettari per una produzione media di 6 milioni di bottiglie.

I produttori sono 526.

Per questa seconda parte può bastare così.

Un buon calice di Clos de la Coulée de Serrant alla vostra

Salute!

 

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