Mappa Gevrey-Chambertin

Mappa Gevrey-Chambertin

Riprendiamo il viaggio da uno dei comuni che non è difficile definire tra più importanti e significativi della Borgogna: Gevrey-Chambertin.
L’appellation Gevrey-Chambertin Village effettivamente ricade per la stragrande maggioranza sul territorio comunale di Gevrey-Chambertin, ma in piccola parte anche sul territorio comunale di Brochon, dove però non troviamo né Grand cru né premier cru.
Con 402,72 ettari di cui ben 80,52 a Premier Cru ed esclusi gli 85,5 ettari dei 9 Grand cru.
Clos de Bèze

Clos de Bèze

• Sono 26 i climats che hanno diritto alla Aoc Premier cru e precisamente:
• Au Closeau
• Aux Combottes
• Bel Air
• Champeaux
• Champonnet
• Cherbaudes
• Clos des Varoilles
• Clos du Chapitre
• Clos Prieur
• Clos Saint-Jacques
• Combe au Moine
• Craipillot
• En Ergot
• Estournelles-Saint-Jacques
• Fonteny
• Issarts
• La Bossière
• La Perrière
• La Romanée
• Lavaut Saint-Jacques
• Les Cazetiers
• Les Corbeaux
• Les Goulots
• Petite Chapelle
• Petits Cazetiers
• Poissenot
Gevrey è stato il primo comune della Borgogna ad ottenere il diritto di aggiungere al suo nome quello del suo Grand cru più importante, addirittura nel 1847, esattamente il 17 ottobre, grazie ad un’ordinanza del re.
Detiene anche il primato del numero di Grand Cru, che come già detto sono 9.
Alcuni scavi hanno permesso di stabilire che a Gevrey si coltiva la vite fin dal 1 secolo dopo Cristo, dunque si tratta del sito in cui si coltiva la vite da più tempo, a conferma del fatto che qui la vite la portarono i romani, se l’editto di Domiziano risale al 92 d. C. (link), probabilmente prima dell’ordine di estirpare i vigneti qui qualche vigna c’è stata, certamente per poco tempo, ma c’è stata.
Denario Domiziano

Denario Domiziano

Geograficamente si tratta di un’ampia gola, chiamata la Combe de Lavaux; geologicamente si tratta di suoli calcarei, limosi, con marne ricche di conchiglie fossili e argille. L’altitudine è tra i 280 e i 380 metri, nella parte più alta solitamente i premier cru. L’esposizione è est e est-sudest.
Tutti i vigneti sono coltivati a Pinot nero e tutti i vini prodotti sono rossi.
La densità minima di impianto è pari a 9000 ceppi l’ettaro.
Il riconoscimento dell’Aoc Gevrey-Chambertin village risale al 11 settembre 1936 con alcune periodiche successive integrazioni.
Parlando dei Grand cru Chambertin-clos de Bèze, che occupa 14,67 ettari, è oggi considerato per certi versi la sintesi dei Grand cru di Gevrey, coniugando nel contempo eleganza e potenza.
Clos de Bèze prende il suo nome dall’Abbazia di Bèze ed è stato coltivato per secoli dai monaci dell’Abbazia, fin dal 640. Oggi è frazionato in 15 diverse proprietà.
Su un substrato di roccia dura troviamo alcuni decimetri di terra bruna, limo, ghiaia, argilla e calcari del Balthoniano, nella parte più alta e marne e calcari del Baiociano nella parte inferiore. Molti fossili marini ci ricordano che 150 milioni di anni fa, qui c’era il mare.
Armand Rousseau

Armand Rousseau

Il migliore Chambertin-Clos de Bèze è certamente quello di Armand Rousseau, praticamente perfetto, oggi mi viene da dire “purtroppo” siamo in troppi a riconoscere la qualità di questo vino e questo a fatto balzare progressivamente il suo prezzo verso l’alto, e dire che tra i Grand cru di Borgogna considerati grandissimi non è di certo il più piccolo, infatti con circa 1,5 ettari ha esattamente un decimo del totale di questo Grand cru. Per la precisione il Clos de Bèze di Armand Rousseau è coltivato a una densità di 11000 ceppi l’ettaro. Oggi veleggia tranquillamente al vertice dell’ambito LIV-EX 100, in nona posizione, alle spalle di 8 Bordeaux, visto che il titolo in oggetto fa riferimento al vino come certezza di investimento. Tornando alla qualità, anche se solo una volta nella vita ho avuto il piacere di degustarlo, resta nella mia memoria come uno dei più grandi vini del mondo in assoluto, impossibile trovargli un’imperfezione, ma soprattutto la sensazione di degustare qualcosa di unico ed emozionante.
A parte il mito Rousseau sono interessanti i Clos de Bèze del Domaine Henri e Cristophe Perrot-Minot ; Drouhin-Laroze; Pierre Damoy e Bruno Clair.
Chambertin misura 13,62 ettari, ha un microclima leggermente più fresco e ventilato rispetto a Clos de Bèze. Chambertin deriva dal fatto che un tempo quel sito apparteneva ad un certo Bertin, da cui Champ Bertin. La parte nord si caratterizza per la presenza di marne biancastre, mentre andando più a sud sono le argille bruno rossastre a prevalere. I vini di Chambertin sono generalmente solidi, muscolosi e molto adatti all’invecchiamento.
Purtroppo non ho mai assaggiato lo Chambertin di Rousseau (2,5 ettari sono quasi un quinto del totale dello Chambertin e sono tanti per un vino perfetto, che ha una densità di 12.500 ceppi l’ettaro ed un età media di quasi 60 anni), ma mi fido e non dubito che sia al vertice come attestano miei amici degustatori di provata esperienza e competenza, che certificano la perfezione anche dello Chambertin del Domaine Leroy, purtroppo proibitivo per molti o moltissimi, visto il prezzo elevato.
Tra gli altri sta crescendo molto bene la qualità dello Chambertin di Dugat-Py, recentemente passato al biologico; poi David Duband- Francois Feuillet; Rossignol-Trapet; Domaine Trapet; Domaine Henri e Cristophe Perrot-Minot.
Clos de Bèze Rousseau

Clos de Bèze Rousseau

Chapelle-Chambertin con 5,48 ettari, al suo interno esistono 2 lieux-dits: “En la Chapelle” e “Les Gémeaux”. Il nome deriva dal fatto che in quel luogo nel 1155 fu costruita una Cappella di proprietà dei monaci dell’Abbazia di Bèze.
Molto buono è quello di Claude Dugat ; Domaine Henri e Cristophe Perrot-Minot; Pierre Damoy e Cécile Tremblay.
Charme-Chambertin con 28,43 ettari è il Grand Cru più esteso di Gevrey, al suo interno 2 lieux-dits: Charme e Aux Charme.
Il nome deriva da “chaumes” letteralmente stoppie, si tratta di un terreno piuttosto secco e pietroso.
Georges Roumier (oggi in realtà è Cristophe Roumier) è uno dei produttori che io ritengo migliori in assoluto e con il suo Charme Chambertin ovviamente non tradisce, ponendosi a mio avviso al vertice insieme a Jack Confuron-Cotetidot , che produce uno Charme-Chambertin particolarmente fine, non ama diraspare e questa scelta enologica conferisce una particolare impronta ai suoi vini; notevole anche quello di Dugat-Py; solo un gradino al disotto, ma sempre eccellenti Claude Dugat e Domaine Arlaud.
Ruchottes  Roumier

Ruchottes Roumier

Griotte-Chambertin occupa appena 2,65 ettari, su suoli argillo-calcarei, poco più di un francobollo, ma non è il più piccolo di Gevrey.
Il nome Griotte significa Marasca ed è dovuto alla nota fruttata di marasca che caratterizza i vini di questo piccolo Grand Cru, secondo altri deriverebbe da Craie che significa gesso, ma qui non siamo in Champagne ed il terreno è argillo ghiaioso, con un franco di coltivazione molto ridotto.
Le uve di Griotte sono le prime a maturare a Gevrey, essendo la zona più riparata dai venti freddi che rallentano la maturazione degli altri 8 Grand cru.
Bella espressione è quella del Domaine Marchand Frères; a cui aggiungerei senza dubbio quello del Domaine Ponsot.
Latricières-Chambertin misura 7,31 ettari, il nome deriva dal termine latino “tricae” che significa letteralmente “nonsenso” cioè in senso traslato “di poco valore dove non ha senso coltivare la terra perché non è fertile”. Si tratta di una zona con un franco di coltivazione molto ridotto, dove l’unica coltura possibile è la vite e con portinnesti particolari, capaci di dare ottimi risultati con un terreno dalla profondità particolarmente ridotta.
Sono 9 i proprietari che posseggono appezzamenti di varie dimensioni, evidentemente la media è inferiore all’ettaro, la parcella più piccola misura appena 16 are.
Il Latricières-Chambertin di Trapet ha 110 anni, una vieille vigne come pochissime al mondo, molto minerale e complesso. Rossignol-Trapet e Domaines Duband-Feuillet rappresentano le altre 2 eccellenze di questo Grand cru, per quanto di mia conoscenza.
Mazis-Chambertin

Mazis-Chambertin

Mazis-Chambertin ha una superficie di 8,27 ettari, il nome deriva da “masure” cioè capanno o piccolo casale diroccato, tugurio. Evidentemente un tempo qui si trovava questo capanno. Due i lieux-dits : Les Mazis-Bas e Les Mazis-Hauts.
Si tratta di un cru molto frazionato, ben 17 diversi proprietari che hanno mediamente meno di mezzo ettaro ciascuno. Uno dei miei Grand cru preferiti. Di recente ho bevuto a casa mia una bottiglia di 1999 dell’Hospice de Beaune, comprato in loca qualche anno fa e degustato in tutta calma. Mi ha dato una grande soddisfazione, elegante, complesso, con note floreali di rosa canina e fruttate ancora integerrime. Poi sentori di cuoio e di tartufo e liquirizia, austero e ricco di personalità. Oltre al Mazis dell’Hospice segnalo delle eccellenze assolute nelle versioni di Dugat-Py e Jack Confuron-Cotetidot.
Ruchottes-Chambertin occupa 3,25 ettari, è un altro dei miei preferiti, si trova sopra Mazis, tra rocce affioranti da cui prende il nome, due i lieux-dits Ruchottes du Bas e Ruchottes du Dessus, inoltre il Clos des Ruchottes è un Monopole di Armand Rousseau.
Due i produttori “mito” che producono dei Ruchottes “commoventi” Armand Rousseau e Georges Roumier, peraltro degustato di recente. Si tratta di espressioni altissime delle complessità della Borgogna, robusti ed eleganti, una sintesi unica che merita spessissimo di essere degustata con piena soddisfazione.
Mazoyères-Chambertin con 1,82 ettari è il più piccolo dei 9 Grand cru di Gevrey, per questa ragione il disciplinare consente di utilizzare, per chi lo volesse, di utilizzare le uve prodotte in questo piccolissimo cru, per produrre lo Charme-Chambertin, confinante e molto simile, ma molto più esteso.
Il nome è una versione dialettale di Masure, dunque l’etimologia è la stessa del Mazis.
Dugat-Py è indubbiamente il produttore del Mazoyères più complesso e interessante. Per la precisione in realtà formalmente Mazoyères-Chambertin non sarebbe così piccolo, infatti come si può rilevare anche dalla mappa inserita in alto, le sue reali dimensioni sono di 18,3 ettari. In realtà 16,5 ettari sono sistematicamente utilizzati per fare Charme-Chambertin, come il disciplinare consente. Charme-Chambertin in senso stretto misura 12,3 ettari e raggiunge la sua dimensione effettiva solo grazie all’aiuto di gran parte del Mazoyères. A questo proposito va detto che il disciplinare permette anche di utilizzare Chambertin-Clos de Bèze per produrre Chambertin, opportunità che però ultimamente è molto poco utilizzata.
Per oggi chiudo qui, dei premier cru di Gevrey parlerò la prossima volta.

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