Grappolo di Tempranillo

Grappolo di Tempranillo


Il Tempranillo, secondo le statistiche più recenti, occupa 232.561 ettari, quindi è il 4° vitigno più coltivato al mondo, coprendo ben il 5,05% della superficie vitata mondiale.
La sua zona d’elezione e di maggiore coltivazione è lungo il fiume Duero che in Portogallo prende il nome di Douro.
In Portogallo è ammesso anche nel disciplinare del Porto.
Ovviamente è la Spagna il paese con la maggiore superficie coltivata a Tempranillo con 207.677 ettari, seguita a debita distanza dal Portogallo, dove assume il nome di Tinta Roriz nella regione del Douro e Aragonez nella regione dell’Alentejo, con 16.706 ettari e all’Argentina con 6.120 ettari.
tempranillo
Il nome Tempranillo deriva dalla parola spagnola “temprano” ossia precoce, visto che si tratta di varietà a maturazione precoce.
Spesso lo troviamo in altura, visto che non pretende una somma termica particolarmente elevata e che al contrario soffre le alte temperature, avendo naturalmente un’acidità piuttosto bassa.
In Italia è facile trovarlo in Toscana dove si chiama Malvasia nera.
Secondo Plinio, nel quattordicesimo libro della Naturalis Historia, le Apianae, varietà molto profumate e molto ambite dalle api, precoci o a volte molto precoci, sono molto considerate in Toscana “Etruria nulla magis vite gaudet”.
Il Tempranillo spesso è alato

Il Tempranillo spesso è alato


Secondo Columella, nel De Re Rustica, terzo libro, 2.17, parla di 3 tipi di Apianae di cui una a bacca nera.
Nessuno può affermare con certezza assoluta che la Malvasia nera sia un discendente diretto delle Apianae, ma in molti lo considerano altamente probabile.
Oggi in Toscana la possiamo ancora trovare in alcuni Chianti e Chianti Classico o nel Montecarlo rosso oltre che in molti igt Toscana, sovente anche nel vinsanto Occhio di Pernice.
Esiste anche il Tempranillo blanco, che ha un DNA coincidente per il 97% con il Tempranillo, è molto aromatico ed ha nel suo patrimonio olfattivo molti terpeni.
A oggi non sono stati effettuati paragoni genetici con le Malvasie bianche, ma probabilmente esiste una parentele stretta.
La vite ha queste caratteristiche:
Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): distese, quasi piane; le foglie più vecchie tendono a curvare verso la pagina inferiore; inizialmente sono nettamente quinquelobate, con punte pronunciate e lobi frastagliati; tomentose sulla pagina superiore, cotonose su quella inferiore; entrambe le pagine presentano sulle nervature una copertura di peli aracnoidei, densità leggera; colorazione della foglia giallo-ramato sulla pagina superiore e biancastro a bordi rossi su quella inferiore; questa colorazione rossa scompare a partire dalla terza foglia.
Foglioline basali (dalla 4a in poi): piane con una leggera flessione verso la pagina inferiore; nettamente quinquelobate, con seni profondi e arrotondati, dentellatura stretta e molto pronunciata; goffrata; pagina superiore di color verde scuro, con qualche pelo aracnoideo, specialmente sulle nervature; pagina inferiore biancastra, piuttosto fortemente aracnoidea.
Grappolo: medio, conico, semplice, ma più spesso alato, allungato, serrato.
Acino: medio, sferico,
Buccia: sottile pruinosa di colore bluastro.
I tralci sono morbidi
Molto sensibile alle muffe.
Pergolato di Tempranillo

Pergolato di Tempranillo


Sinonimi: Albillo Negro, Aldepenas, Aragona, Aragones, Aragonez, Aragonez 51, Aragonez da Ferra, Aragonez de Elvas, Arganda, Arinto Tinto, Cencibel, Cencibera, Chinchillana, Chinchillano, Chinchilyano, Cupani, De Por Aca, Escobera, Garnacho Fono, Grenache de Logrono, Jacibera, Jacibiera, Jacivera, Juan Garcia, Negra de Mesa, Negretto, Ojo de Liebre, Olho de Lebre, Pinuela, sensibel, Tempranilla, Tempranillo de la Rioja, Tempranillo de Perralta, Tempranillo de Rioja, Tempranillo de Rioza, Tempranillo Rioja , Tinta Aragones, Tinta Corriente, Tinta de Madrid, Tinta de Santiago, Tinta de Toro, Tinta fanno Inacio, Tinta fanno Pais, Tinta Fina, Tinta Madrid, Tinta Monteira, Tinta Monteiro, Tinta Roris, Tinta Roriz, Tinta Santiago, Tinto Aragona , Tinto Aragonez, Tinto de la Ribera, Tinto de Madrid, Tinto de Rioja, Tinto de Toro, Tinto del Pais, Tinto del Toro, Tinto Fino, Tinto Madrid, Tinto Pais, Tinto Ribiera, Tinto Riojano, Ull de Liebre, Ull de Llebre, Valdepenas, Verdiell, Vid de Aranda
Il Tempranillo è il vitigno principale nella denominazione Rioja, di cui rappresenta l’anima, attribuisce al vino la parte più tannica, la longevità e la complessità.
Foglia di Tempranillo

Foglia di Tempranillo


Un’altra curiosità genetica: il Tempranillo è parente di primo grado con un altro vitigno della Ribera del Duero, l’Albillo sindaco, che, come dice il nome stesso, è a bacca bianca.
ll Tempranillo è essenzialmente sapido, e il suo quadro aromatico non concede nessuno spazio alla dolcezza e alla rotondità. Tra le sue note organolettiche è il tabacco, sia fresco che fermentato, a dominare, affiancato da sentori di cuoio in varie declinazioni.
Note vegetali e di sottobosco, legno di sandalo e di cedro, eucalipto e rabarbaro.
A dispetto della sua mai eccessiva acidità, se ben coltivato e sui terreni ottimali, è in grado di esprimere vini estremamente longevi.
Tempranillo blanco

Tempranillo blanco


Il meglio di sé però lo esprime nella Ribera del Duero, dove vini come Vega Sicilia Unico maturano nel legno per 10 anni prima di vedere la bottiglia, dove vivrà in ottima salute per altri decenni e nelle migliori annate anche per un secolo.
Tra le migliori annate segnalo: 1961, il 1970, il 1974, il 1978, il 1985 e il 1990.
Come ho scritto più in alto il Tempranillo si esprime bene in altura, infatti i vigneti del Vega Sicilia, il cui nome deriva da Santa Cecilia, sono ubicati a circa 750 metri di altitudine.
Anche il Pingus, del danese Peter Sissek, sebbene con meno storia alle spalle, è un vino a base di Tempranillo davvero notevole.
Vega Sicilia Unico

Vega Sicilia Unico


Anche in Portogallo è molto importante, in Alentejo, dove viene chiamato Aragonez, è il vitigno a bacca rossa principale. Nel Porto è la spina dorsale del vino, grazie alla sua massa tannica e alla sua propensione all’invecchiamento, organoletticamente contribuisce alle note aromatiche (non dimentichiamo che è una Malvasia) e spesso conferisce note resinose.
Tornando ai vini più importanti che si ottengono da questo nobile vitigno ricordo di aver degustato un Vega Sicilia Unico 1985 e un 1990 e ne sono rimasto molto piacevolmente impressionato, un vino di grande carattere e fascino.
A questo punto alzo il calice con un bel Vega Sicilia Unico, ma lo faccio in modo virtuale perché in questo momento non ne ho (purtroppo).
Salute

This article has 5 comments

  1. marta faria campos

    hoje tive oportunidade de ler o artigo gostei muito
    Il Tempranillo, secondo le statistiche più recenti, occupa 232.561 ettari, quindi è il 4° vitigno più coltivato al mondo, coprendo ben il 5,05% della superficie vitata mondiale. La sua zona d’elezione e di maggiore coltivazione è lungo il fiume Duero che in Portogallo prende il nome di Douro. In Portogallo è ammesso anche nel disciplinare del Porto. Ovviamente è la Spagna il paese con la maggiore superficie coltivata a Tempranillo con 207.677 ettari, seguita a debita distanza dal Portogallo, dove assume il nome di Tinta Roriz nella regione del Douro e Aragonez nella regione dell’Alentejo, con 16.706 ettari e all’Argentina con 6.120 ettari. Il nome Tempranillo deriva dalla parola spagnola “temprano” ossia precoce, visto che si tratta di varietà a maturazione precoce. Spesso lo troviamo in altura, visto che non pretende una somma termica particolarmente elevata e che al contrario soffre le alte temperature, avendo naturalmente un’acidità piuttosto bassa. In Italia è facile trovarlo in Toscana dove si chiama Malvasia nera. Secondo Plinio, nel quattordicesimo libro della Naturalis Historia, le Apianae, varietà molto profumate e molto ambite dalle api, precoci o a volte molto precoci, sono molto considerate in Toscana “Etruria nulla magis vite gaudet”.

  2. Obrigado Marta, para mim é um prazer ter leitores cuidadosos em todo o mundo!

  3. Pingback: COPPIERE.itViaggio in Ribera del Duero - COPPIERE.it

  4. Quindi pure la malvasia nera usata nel salice salentino è tempranillo?

  5. Mi sembra corretto affermare che si tratti dello stesso vitigno. Da dove arrivi esattamente non è facile capirlo, probabilmente dalla Magna Grecia, ma a oggi non ci sono studi che lo possano affermare con certezza!

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