Gorgona  è un’isola bellissima che da qualche anno produce anche  un vino straordnario.

Si tratta della più settentrionale e anche della più piccola isola dell’arcipelago toscano.

Amministrativamente appartiene al comune di Livorno, in particolare è parte della Circoscrizione 2.

Fa parte a pieno titolo del Parco Nazionale dell’Arcipelago toscano fin alla sua creazione nel 1996.

Dista circa 36 km dalla costa, circa 40 km da Capraia e circa 60 dalla Corsica.

Si trova nel Mar Ligure, la sua superficie è di 2,23 Kmq e il suo sviluppo costiero è di circa 5,5 km.

Prevalentemente collinare ha la sua altitudine massima nella Punta Gorgona, una collina di 255 metri; la seconda vetta è costituita da Punta Zirri, con 213 metri.

La forma è approssimativamente quadrangolare con una sola punta evidente, Punta Paratella a nord.

Dal 1869 è sede di una colonia penale.

Sull’isola sono presenti alcune piccole sorgenti di acqua dolce, ma non in grado di dar vita a corsi d’acqua perenni.

Una curiosità: ai primi di marzo di quest’anno a Gorgona ha fatto la sua comparsa anche la neve, fenomeno meteorologico abbastanza insolito.

Storia

Per i greci si chiamava Egilora, mentre il nome romano  più remoto  di cui ci giunge traccia è Urgon, neanche a dirlo grazie a Gaio Plinio Secondo detto Plinio il Vecchio.

Gorgon, il cui suono è del tutto simile a Urgon si è ben presto affermato come nome, la cui etimologia potrebbe essere greca, da gorg che significa Capra.

Le capre a Gorgona, come in moltissime isole, sono il mammifero terrestre più diffuso.

Solo due cenni rapidi sulla biodiversità:

a Gorgona esistono almeno un endemismo animale, la Lucertola di Gorgona ( Pordacis muralis vinciguerra) che non tutti gli studiosi riconoscono come sottospecie e un endemismo vegetale, una cultivar esclusiva di Olivo: la bianca di Gorgona.

Ci sono prove della presenza dell’uomo sull’isola già dal Neolitico, si tratta di rinvenimenti di strumenti litici avvenuti nella parte meridionale dell’isola. Venne in seguito sporadicamente frequentata dagli Etruschi e dai Romani e restano tuttora resti di murature in opus reticulatum presso l’attuale abitato. Già nel 416 Gorgona fu sede di eremiti, come attesta Rutilio Namaziano nel De reditu suo. Nel 591 l’abate Orosio vi fondò un monastero, nella cui chiesa si veneravano le reliquie di San Gorgonio.

Anche Dante la cita nell’Inferno della sua Divina Commedia:

Ahi Pisa, vituperio de le genti

del bel paese là dove ‘l sì suona,
poi che i vicini a te punir son lenti,

muovasi la Capraia e la Gorgona,
e faccian siepe ad Arno in su la foce,
sì ch’elli annieghi in te ogne persona!

Cala dell’acqua

 

 

Con il beato Bartolommeo Serafini, nel  1374  l’isola venne abitata dai Certosini. Passata dal 1421 a Firenze, Gorgona, soggetta a frequenti incursioni barbaresche, venne abbandonata nel 1425 dai pochi certosini sopravvissuti ai saccheggi. Nel 1509 fu data in enfiteusi ai pisani Griffi, nel tentativo di ripopolarla e renderla più sicura con un presidio. In tale programma il granduca Cosimo I de’ Medici nel 1567 fece risarcire e rafforzare l’antica torre pisana, dopo che nel  1564 aveva donato l’isola ai Basiliani.

Nel 1704 fu restituita da Cosimo III alla Certosa di Calci, che vi costruì una nuova torre a difesa della Cala Maestra. Nonostante i vari tentativi di coltivazione delle terre, i religiosi, scoraggiati, nel 1777 la restituirono al granduca Pietro Leopoldo che tentò allora di ripopolarla con agricoltori provenienti dalla Lucchesia, i Citti di Lugliano, i Dodoli e i Frascati, esentandoli da tasse. Vanificata la possibilità di renderla agricola, l’unica industria locale presente fu quella della produzione di  acciughe salate che venivano cedute a mercanti inglesi in cambio di merluzzi secchi di Terranova (stock fish) . I Citti, originari di Lugliano, agli inizi del XIX secolo popolarono l’isola, dando origine all’attuale paese dei pescatori. Nel 1869 fu insediata la colonia penale agricola come dipendenza di quella già attiva dal 1856 sull’isola di Pianosa.

Nel 1871 la casa di Pena di Gorgona divenne autonoma, il suo direttore, Angelo Biagio Biamonti, un uomo di cultura e di scienza, autore di un libro: “Cenni storici, geologici e botanici sull’isola di Gorgona”.

Molte delle pagine dell’opuscolo del Biamonti sono dedicate a problemi di carattere agronomico che riguardavano Gorgona e la gestione dei 250 detenuti che allora la abitavano assieme a un centinaio di altre persone , tra civili e personale addetto alla custodia.

Il Biamonti sosteneva che a Gorgona, grazie al lavoro agricolo, si riuscivano ad ottenere proventi ben più congrui di quelli ottenuti da altre Stabilimenti Penali, oltre ad ottenersi con maggiore facilità il “rigeneramento morale del condannato”.

profilo della Torre Vecchia

Tra gli altri meriti, il Biamonti ebbe quello di aver fatto mettere a dimora 3000 piante di vite già nel 1872 e tra alti e bassi si giunge al 1999, quando di vigna non vi erano più tracce e il ministero di Grazia e Giustizia decise di piantare un vigneto per produrre vino come ai tempi della nascita della Casa di Pena di Gorgona. Dopo i primi anni di difficoltà, nel 2012 la direzione del carcere decise di avvalersi dell’esperienza di un produttore di vino e invitò le principali aziende toscane a collaborare con la struttura. Solo la Marchesi Frescobaldi rispose e così iniziò la collaborazione attraverso un progetto sociale mirato al recupero dei detenuti attraverso il lavoro retribuito e soprattutto utile ad insegnare agli stessi un lavoro che potrebbe restare loro utile a fine pena.

Così 6 anni fa nacque il vino Gorgona.

Il vigneto piantatato nel 1999, denominato Campone 1, misura circa un ettaro, per circa 4800 mq è coltivato a Vermentino, circa 4000 a Ansonica, 800 a Sangiovese e 400 a Vermentino nero, potato a Guyot.

Nel 2015 il secondo impianto, chiamato Campone 2, stavolta progettato dai Frescobaldi e ancora un ettaro, prevalentemente a Vermentino, affiancato da Ansonica, Sangiovese e Vermentino nero.

In totale sui primi 2 vigneti le viti a bacca nera sono 728.

Nel 2017 il terzo impianto, chiamato le Terrazze, di 0,3 ettari, con un sesto di impianto più fitto e allevato ad alberello a sangiovese e Vermentino nero, alcuni dei quali su piede franco.

Il vigneto

Dal punto di vista geologico Gorgona rappresenta una rarità, anzi addirittura un’unicità.

Infatti si tratta di “un frammento di Alpi in mezzo al mare”.

Secondo i geologi Capponi, Mazzanti e Nencini, Gorgona rappresenta l’estrema propaggine orientale di un’antica catena montuosa chiamata Tirrenide, che si estendeva da Capo Corso (il cosiddetto “dito” della Corsica) a Gorgona.

Tale catena montuosa sprofondò tra il Tortoniano superiore e il Messiniano inferiore, nel tardo Miocene, circa 7/8 milioni di anni fa.

In occasione dello sprofondamento della Tirrenide si aprì il bacino tirrenico toscano.

Di conseguenza possiamo affermare che Gorgona rappresenta ciò che resta di quell’antica catena montuosa.

Dai rilevamenti geologici effettuati a partire dal 1841 fino ai giorni nostri, gli studiosi hanno potuto rilevare che nei suoli di Gorgona coesistono minerali simili a quelli delle Alpi occidentali in netta prevalenza e in misura minore anche minerali tipici del sollevamento appenninico.

A seguito di questi studi  è corretto affermare che Gorgona è costituita da due diverse macro unità geologiche: una metasedimentaria e una ofiolitica.

Quella metasedimentaria occupa gran parte del territorio ed è assimilabile agli “schistes lustrés” della catena alpina occidentale e della Corsica alpina, composta a sua volta da 2 formazioni:

  • I calcescisti, riconoscibili per la loro struttura scistosa
  • Le metareniti tra cui il paragneiss

Quella ofiolitica, affiorante soprattutto nella zona nord orientale dell’isola che si divide in due unità litostratografiche:

  • Le serpentiniti, rocce ultrafemiche metamorfizzate di colore verde
  • Le metabasiti che mostrano evidenti analogie litologiche con gli scisti blu delle alpi occidentali

Ofiolite nel Vigneto a Gorgona

Di fatto le ofioliti non sono altro che sezioni di crosta oceanica sollevatesi nel paleozoico.

La complessità dei suoli di Gorgona deriva dalla presenza di minerali di ere e provenienze diverse, appunto perché si tratta del punto di congiunzione tra una catena montuosa, la Tirrenide, la cui orogenesi risale al mesozoico cioè circa 250 milioni di anni fa e la parte più occidentale degli appennini, la cui orogenesi è ancora in corso, ma il cui inizio risale al Neogene, circa 20 milioni di anni fa.

 

 

Gli agronomi e gli enologi Frescobaldi stanno lavorando dal 2011 con i detenuti, offrendo loro competenze sulla viticoltura e sul vino, che potranno utilizzare per costruirsi un nuovo futuro.

Il vigneto è ubicato nell’unica zona riparata dai forti venti marini, nel cuore di un anfiteatro da cui si domina il mare. Il vigneto viene gestito in coltura biologica dai detenuti del carcere con la supervisione tecnica di agronomi Frescobaldi. L’esposizione è a est pieno.

 

Su suoli così complessi e unici evidentemente, anche grazie alla luce particolare (riflessa dalle acque) e alla ventilazione immancabile nelle isole, si ottengono uve poi vinificate con attrezzature semplici nella cantina a Gorgona.

I vini che ne sono scaturiti hanno impressionato per la loro qualità, certamente più alta di quanto le più ottimistiche previsioni avrebbero immaginato.

vigneto le terrazze

Le  etichette sono diverse ogni anno, grazie al lavoro prestato ogni anno dalla Doni & associati, in prima persona da Simonetta Doni e sono talmente belle che già a marzo 2015 vincono “l’etichetta d’oro” dell’International Packaging competition.

L’etichetta del Gorgona bianco 2012, prodotto in 2700 esemplari numerati,  oltre a 150 magnum, parla di elementi: fuoco, terra, acqua e vento, fondamentali per la qualità di Gorgona.

L’estate 2012 anche alla Gorgona è stata marcata da una forte siccità e da temperature elevate. L’effetto del mare però ha mitigato molto i fenomeni di sovramaturazione e le uve sono giunte nella piccola cantina senza appassimento, prima il vermentino e poi l’ansonica.

Profilo organolettico:

Alla vista giallo intenso, brillante. Al naso  fiori gialli, melone, mela cotogna, fico e pompelmo ed altri agrumi, sia freschi che canditi, iodio.

In bocca è minerale, sapidissimo, ricco, ampio, quasi cremoso, lunghissimo. Integerrimo a dispetto dei 5 anni di vita.

Seguono i profili organolettici emersi in una verticale di un anno fa per tutte le annate fino al 2016, per il 2017 la degustazione è del 21 giugno.

etichetta 2012

2013, etichetta scritta da Andrea Bocelli, prodotta in 2685 esemplari oltre a 350 magnum tutte numerate.

Andamento climatico La primavera 2013 a Gorgona è arrivata ad aprile, dopo un marzo con temperature medie basse e piogge abbondanti. I venti rinfrescanti provenienti dal mare e le discrete escursioni termiche estive hanno provocato delle maturazioni lente e regolari di tutte le componenti qualitative dell’uva quali zuccheri, polifenoli e aromi, contribuendo a mantenere una spiccata acidità totale che è necessaria per dare equilibrio al vino.

verticale Gorgona del 13 giugno 2017

Profilo organolettico:

alla vista è giallo con lievi riflessi verdolini.

Al naso si presenta con note di frutta esotica, maracuja e mango, poi agrumi canditi e tanti fiori di campo, tarassaco, margherita e camomilla.

Poi prende campo il suo cuore iodato, con il suo caratteristico odore di mare. L’esordio in bocca è dominato da sensazioni sapide, quasi saline, minerali. Lungo il finale, soddisfacente e appagante.

etichetta 2013

2014, l’etichetta ci parla dell’isola che non c’è, una descrizione storica e geografica di Gorgona, prodotte 3500 bottiglie e 300 magnum.

Andamento climatico

Anche alla Gorgona l’estate 2014 si è contraddistinta per la sua piovosità. Sull’isola le precipitazioni sono state superiori alla media. Soprattutto la forte ventilazione, ma anche il notevole drenaggio dei suoli sabbiosi hanno consentito alle uve di Ansonica e Vermentino di arrivare a maturazione e senza rischi di attacchi fungini. I profumi delle uve invece hanno tratto gran giovamento dalle temperature miti dell’estate.

Profilo organolettico:

Giallo paglierino brillante con tenui riflessi verdolini. Al naso i profumi di fiori di biancospino si intrecciano con una decisa nota agrumata, in particolare di cedro e di frutta esotica. Piacevoli note minerali di pietra focaia precedono il finale aromatico che è dominato da note di mirto e tè verde. In bocca è ricco, solido, sapido e la persistenza molto lunga.

etichetta 2014

L’etichetta del 2015 ci racconta di quando a Gorgona si iniziò a produrre il vino, le bottiglie prodotte sono state 4000 oltre a 350 magnum.

Andamento climatico:

L’annata verrà ricordata come una delle migliori con temperature di poco al di sopra delle medie annuali ma complessivamente quasi sempre mitigate dai venti costanti. La prima parte dell’inverno ha fatto registrare precipitazioni molto consistenti per poi assestarsi su valori medi negli ultimi mesi freddi; la primavera non ha mostrato piogge importanti ma nel complesso è stata poco piovosa, sotto le medie del periodo. Anche la stagione più calda non ha fatto vedere grosse precipitazioni se non ad Agosto con livelli paragonabili ai mesi di fine inverno. Infine la vendemmia si è effettuata senza precipitazioni.

Profilo organolettico:

Giallo paglierino carico con riflessi dorati. Al naso floreale con ricordi di camomilla e tarassaco. Le note fruttate sono dominate dalla percoca e la passiflora. Iodio e pietra focaia. In bocca è, come sempre, molto sapido e  avvolgente.

Gorgona 2015

L’etichetta del 2016 ci parla della biodiversità vegetale di Gorgona, 3700 bottiglie e 150 magnum.

Andamento climatico:

L’autunno è stato relativamente asciutto, in inverno le temperature non sono state particolarmente rigide. La fioritura, infatti, è iniziata con circa dieci giorni di anticipo rispetto all’anno precedente. Le piogge primaverili hanno poi garantito che i vigneti avessero le riserve idriche necessarie per tutto il periodo estivo che si è presentato piuttosto secco, ma fortunatamente con temperature nella media stagionale. Il risultato è stato quello di una vendemmia con frutti e piante in eccellente stato sanitario.

L’annata verrà ricordata come una delle migliori con temperature di poco al di sopra delle medie annuali ma complessivamente quasi sempre mitigate dai venti costanti. Nella norma le precipitazioni.

Profilo organolettico:

Colore giallo oro  con lievi riflessi verdolini.

Al naso è floreale con note di gelsomino, ginestra e biancospino. Le note fruttate sono dominate dall’ananas, il fico d’India e l’albicocca oltre ai consueti agrumi canditi In bocca è sapido, quasi salino, iodato, elegante e persistente.

Gorgona rosso

L’etichetta del 2017 ci racconta della fauna di Gorgona, 4300 bottiglie e 150 magnum

Andamento climatico:

Il 2017 si è caratterizzato per un autunno relativamente secco, con un inverno asciutto e temperature leggermente sopra le medie stagionale che hanno favorito un precoce germogliamento della vite. La fioritura, infatti, è iniziata con qualche giorno di anticipo rispetto gli andamenti medi stagionali. Le piogge primaverili hanno poi garantito che i vigneti avessero le riserve idriche necessarie per tutto il periodo estivo che si è dimostrato estremamente secco con siccità persistente. Un’isola piccolissima come Gorgona “sperduta” in mezzo al mare riesce sempre ad attenuare queste condizioni estreme. Ovviamente lo stato sanitario delle uve, coltivate in biologico, è stato perfetto.

Profilo organolettico:

Alla vista si presenta giallo oro, non molto intenso con lievissimi riflessi verdolini.

Al naso stupisce per la freschezza, fiori bianchi, agrumi, resina di pino e iodio.

In bocca è pulito, preciso, sapido e molto fine.

L’anfora di Gorgona rosso 2015

 

Gorgona rosso 2015

Etichetta semplicissima, ma bella nella sua sobrietà, sempre a cura di Simonetta Doni.

Da un solo orcio di terracotta di 500 litri circa nascono le 660 bottiglie numerate.

728 viti miste di Sangiovese e Vermentino nero a cui speriamo presto si aggiungeranno le altre 3000 viti piantate nel 2017.

Profilo organolettico:

Rosso rubino piuttosto tenue.

Prima la rosa canina, poi la prugna e l’amarena seguono note di spezie orientali, rosmarino, pepe nero e lentisco.  Al palato è caldo, maturo, ma turgido. La tessitura tannica è setosa, discreta e molto elegante.

Altri dettagli più avanti.

Non mi resta che brindare con Gorgona alla vostra salute!

 

 

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