Dopo oltre 4 anni riprendo gli appunti degli ultimi 2  viaggi in Borgogna e passo alla descrizione di uno dei più amati Village: Chambolle-Musigny.

CHAMBOLLE prende il nome dall’aspetto gorgogliante, dopo le piogge tempestose, del torrente Grône, da cui la denominazione “Campus Ebulliens” o “Champ Bouillant”.

Chambolle nel 1744 fu inondata dal torrente Grône.

Chambolle ha aggiunto il nome del sul Grand Cru più prestigioso, Musigny, al suo nome nel 1878.

Pianta di Chambolle-Musigny

Chambolle Musigny è probabilmente un luogo in cui si producono vini tra i più fini ed eleganti del mondo; ciò non significa, ovviamente, che tutti i vini qui prodotti siano necessariamente elegantissimi, ma in questo comune sono ubicati alcuni dei vigneti in grado di esprimere vini di somma eleganza e finezza.

Si tratta di un paese molto piccolo, che conta circa 300 abitanti e si estende su 7,57 chilometri quadrati.

La superficie vitata di Chambolle-Musigny è di circa 180 ettari, di cui 24 a Grand cru, tra Bonnes-Mares a Nord, al confine con Morey-Saint Denis e Musigny a sud.

Poco più di 61 ettari sono a Premier Cru, suddivisi in 24 diversi climats e i restanti 94 ettari circa sono classificati “Villages”.

Tra i due Grand Cru c’è anche molta differenza nella trama tannica, più ruvida e “virile” per il Bonnes-Mares ed estremamente fine, elegante e “femminile” per il Musigny, tra la seta ed il velluto, ma di questo parlerò più avanti.

Geologicamente si tratta prevalentemente di ooliti, con presenza di argille e limi, a volte ricche di ferro e ciottoli di varie dimensioni.

Chambolle-Musigny

Il vigneto si estende dal punto più basso, a circa 250 metri di altitudine, fino a circa 300 metri o poco più, dopo di che troviamo il bosco.

I lieux-dits che hanno diritto alla denominazione comunale Chambolle-Musigny sono 39 e si possono dividere, in grandi linee, in due macro gruppi, quello a valle e quello a monte rispetto alle “appellation” più prestigiose.

Come quasi sempre accade nella Côte-d’Or, i Grand-cru e i Premier-cru si trovano approssimativamente ad altitudini intermedie, mentre le parcelle destinate alla “appellation”  “villages” sono più in basso e più in alto.

Intuitivamente le parcelle “Villages” più interessanti sono quelle ubicate non lontano dai Grand-cru, tra quelli a valle i più interessanti sono, nell’ordine da nord a sud:

Aux Beaux Bruns, che misura poco meno di un ettaro;

Aux Echanges di oltre un ettaro e mezzo;

e Aux Combottes di poco oltre l’ettaro.

In tutti e tre i casi, la parte più alta del vigneto, con la stesso nome, ha diritto alla denominazione Premier-cru.

Molto prestigiosi sono anche:

Les Bussières, che misura oltre 4 ettari, all’estremo nord del comune, al confine con il famoso Clos de la Bussière (fantastico 1er-cru di proprietà di Roumier che per mia fortuna ho avuto più volte occasione di degustare nelle cene goliardiche con i magnifici 7 a volte allargate).

Les Fremières misura quasi 5 ettari, poco più a sud de Les Bussières, Les Clos de l’Orme misura 1,74 ettari e sta a ridosso di Aux-Combottes e Les Bas Doix misura 1,75 ettari e si trova poco a nord del grandissimo Clos de Vougeot, ma geologicamente è molto diverso e piuttosto umido.

Gli altri lieux-dits a valle sono:

Les Gamaires;

Les Drazey;

Les Chardannes;

Les Herbues;

Aux Croix;

Les Athets;

Les Sordes;

Les Maladières;

Les Mombies;

Les Mal Carrées;

Les Condemennes;

Les Babillères;

Les Nazoires.

I premier crus che insistono sul territorio comunale di Chambolle-Musigny sono 24.

Il più considerato dei Premier-cru di Chambolle è probabilmente Les Amoureuses, il fatto che confini con il mitico Musigny ci già di per sé significa qualcosa.

Il suolo è eterogeneo, sebbene dominato da uno strato inferiore roccioso e un franco di coltivazione piuttosto sottile, grazie a varie fratture del banco di roccia molte viti riescono a scendere con la parte fittonante dell’apparato radicale anche molto in profondità. Il punto più alto del vigneto raggiunge i 272 metri di altitudine. La sua superficie è una delle più ampie con oltre 5 ettari e i suoi vini, quasi sempre sottili e incredibilmente complessi, raggiungono vertici qualitativi con le interpretazioni di Jacques-Frédéric Mugnier, Domaine Comte George de Vogüé, Amiot-Servelle, Groffier e ovviamente Roumier, che resta uno dei miei produttori di riferimento.

Roumier Amoureuses

Domaine Jacques-Frédéric Mugnier

Altro Premier-cru degno di nota è Les Charmes, che a dispetto delle sue dimensioni (9,31 ettari),è frazionatissimo, oggi appartiene a una trentina di proprietari e in passato è arrivato ad essere frazionato addirittura in 84 diverse parcelle. I vini di questo Premier-cru rappresentano un’espressione fedele della fama di Chambolle, sono vini molto fini ed eleganti, setosi, mai ipertrofici o tannici, veri vini dotati di “charme”. Tra le migliori espressioni segnalo quelle di Ponsot e di Amiot-Servelle.

Molto interessanti anche i Premier-cru:

Les Feusselottes misura 3,63 ettari, i suoli sono costituiti prevalentemente da limi e ciottoli, all’interno di questo climat si trova il piccolo cimitero di Chambolle-Musigny. Adiacente, immediatamente più in basso, si trova il lieu-dit Les-Grands-Murs, tra le tante eccezioni della normativa borgognona c’è anche la possibilità di etichettare Les-Feusselottes i vini prodotti all’interno de Le-Grands-Murs o se si preferisce con il nome proprio Les-Grands-Murs, che per inciso misura 0,77 ettari ed i due climats hanno suoli abbastanza omogenei.

Les Sentiers è piuttosto esteso, misura ben 4,89 ettari ed è considerato abbastanza simile, nello stile dei suoi vini, al Grand-Cru Bonnes-Mares, cioè è capace di esprimere l’aspetto più strutturato dei Premier-Cru di Chambolle; certo non con la complessità dei Bonnes-Mares, ma con un’affinità notevole. Certamente molto interessante e ambita l’interpretazione del Domaine Groffier.

 Les Fuées è l’altro piuttosto esteso, 4,38 ettari, si trova piuttosto in alto, tra i 272 e i 303 metri. Si tratta di un Premier-cru molto ambito, che spunta quotazioni di tutto rispetto ed esprimi vini di livello assoluto con al vertice quello di Mugnier.

Aux Combottes è più piccolo, 1,55 ettari,ma notevole per la qualità, soprattutto nella versione di Roumier.

Gli altri Premier-cru sono:

  • Les Véroilles
  • Les Plantes
  • Les Baudes
  • Les Noirots
  • Les Lavrottes
  • Derrière la Grange
  • Les Gruenchers
  • Les Groseilles
  • Les Combottes
  • Aux Beaux Bruns
  • Aux Echanges
  • Les Chatelots
  • Les Cras
  • Les Carrières
  • Les Chabiots
  • Les Borniques
  • Les Hauts Doix
  • La Combe d’OrveauVeniamo ai miti: 2 Grand-Cru di indiscusso prestigio.Les-Bonnes-Mares è anche molto esteso, 15,06 ettari quasi interamente (13,54 ha) nel territorio comunale di Chambolle e i restanti 1,52 ha a Morey-Saint-Denis.Di fatto il prolungamento verso sud del Clos-de-Tarte ha un’altitudine massima di 307 metri.L’origine del nome è oggetto di discussioni, la versione più accreditata è che derivi da Les Bonnes Mères ovvero le suore di Notre Dame de Tart che ne sono state proprietarie, ma non mancano altre interpretazioni, come quella secondo la quale derivi dal dialettale “marer” verbo che significa coltivare.Curiosamente il disciplinare di questo Grand-Cru consente, secondo il disciplinare redatto e reso legge l’8 dicembre 1936, l’utilizzo di un massimo del 15% di uve complementari tra Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio, di fatto credo che nessuno oggi le utilizzi.  

    Geologicamente la parte più alta, le cosiddette terres-blanches, è costituita prevalentemente da calcare del Bajociano, con un franco di coltivazione sottile. Via via che ci si sposta verso il basso prevalgono le cosiddette terres-rouges, con prevalenza di argille spesso ferrose.

    Nella parte alta i vini sono straordinariamente fini ed eleganti, nella parte bassa i vini sono maturi e strutturati.

    Alcuni produttori, tra coloro che posseggono parcelle in entrambe le zone geologiche, assemblano i 2 vini.

    Tra i più ambiti certamente Roumier, che peraltro ne possiede ben 1,39 ettari, ma anche  Mugnier e Bruno Clair.

    Borgogna Bonnes-Mares Bruno Clair

    Musigny è il Grand-cru probabilmente più elegante ed emozionante di tutta la Borgogna. Certamente ambitissimo, amato per la sua classe e finezza ineguagliabile. La superficie ammonta a 10,85 ettari.

    11 sono i diversi produttori che ne posseggono almeno una parcella, anche se la parte del leone la fa il Domaine Comte George de Vogüé, che da solo dispone di oltre 7 ettari. Un valore praticamente inestimabile.

    Il disciplinare fu redatto e reso legge l’11 settembre 1936 e prevede sia il rosso che il bianco. Nel rosso è previsto l’utilizzo di un massimo del 15% di uve complementari, Chardonnay, Pinot bianco e Pinot grigio, ma oggi nessuno le utilizza; mentre per il bianco è consentito solo lo Chardonnay in purezza.

    Il nome probabilmente deriva dal nome proprio di un antico proprietario della parcella, evidentemente un Musinus o Musanius.

    Di fatto Musigny è composto da 3 diversi lieux-dits:

    Les Musigny, di 5,90 ettari, Le Petit Musigny di 4,18 ettari e grazie a una variazione del disciplinare avvenuta nel 1929, anche una piccola porzione de La Combe d’Orveau di 0,77 ettari.

    Le Petit Musigny è un “monopole” del Domaine Comte George de Vogüé, che possiede anche 2,93 ha nel Musigny.

    La Combe d’Orveau è un “monopole” del domaine Jacques Prieur.

    J.F.Mugnier possiede ben 1,13 ettari mentre gli altri hanno tutti piccolissime frazioni, si tratta di Drohuin, Faiveley, Roumier e Marchand-Tawse.

    Geologicamente la parte più alta, la cui sommità arriva a 299 metri, è costituita da ooliti del Bathoniano, chiamate calcare duro di Comblanchien, pietre bianche (Calcari e marne del Bajociano) e un franco di coltivazione di circa 20 centimetri, con alcune faglie che consentono a parte dell’apparato radicale di scavare più in profondità.

    Più in basso si arriva a 30, poi 40 e al massimo a 50 centimetri di franco di coltivazione, con qualche frazione di argilla in più.

    Come già detto l’appellation prevede anche la produzione di Musigny blanc.

    Musigny blanc

     

    L’unico produttore che ne possiede è il Domaine Comte George de Vogüé, che peraltro, avendo reimpiantato nel 1993, ha etichettato le vendemmie dal 1994 al 2014 del vino ottenuto da queste 2 parcelle per totali 0,66 ettari con il declassamento a Bourgogne Blanc. Oggi si trovano in commercio le vendemmie 2015 e 2016, a prezzi ben sostenuti e alcune bottiglie dal 1993 andando indietro a prezzi davvero amatoriali.

    Cosa aggiungere? Il Musigny descritto da alcuni abili degustatori e poeti del vino parlano di rosa, viola mammola, fragola di bosco, lavanda, agrumi e comunque purezza, classe, eleganza prossimità alla perfezione. Certamente uno dei grandissimi in assoluto. Tra i produttori eccellenti nell’eccellenza il solito Roumier (che possiede appena 1000 metri quadrati), Mugnier e Domaine Comte George de Vogüé.

    Per oggi può anche bastare, si è fatto tardi e brindo virtualmente con un incantevole Musigny alla vostra

    Salute!

     

     

     

     

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