Non parlerò delle tecniche di vinificazione e neanche della storia, ma solo della zona di produzione, dei vitigni coltivati e di alcune tecniche di coltivazione.
La zona è nota a tutti, e si tratta di una delle zone più vaste per la produzione di vini di qualità. Circa 34.000 ettari coltivati a vigna nella zona di produzione al limite settentrionale della coltivazione della vite.
Occupa cinque dipartimenti della Repubblica Francese: Marne, Aube, Aisne, Haute-Marne e Seine-et-Marne, a circa 150 chilometri a Nord-Est di Parigi.
Le sottozone sono 5: la Montagna di Reims , la Valle della Marna e la Côte des Blancs che poi sono le zone storiche, poi le due più periferiche La Côte des Bar e la Côte de Sezanne.
I comuni interessati sono 319.
La proprietà è particolarmente frammentata al punto che la superficie media delle circa 281.000 particelle è di appena 12 are.
L’altitudine dei vigneti varia tra i 90 e i 300 metri, prevalentemente in pendenza, con pendenza media pari al 12%, ma con punte che raggiungono il 60%.
L’esposizione è generalmente a sud, a sud est e più di rado ad est.
La Montagna di Reims è un vasto altopiano tra Reims ed Epernay, che domina la pianura gessosa.
Vi si coltiva prevalentemente Pinot nero ed è in questa sub regione si trovano i comuni grand cru di Pinot nero.
La Valle della Marna
Si trova a est di Epernay
le colline sono caratterizzate da terreni argillosi e calcarei, a tendenza marnosa
Vi si coltiva prevalentemente Pinot meunier che conferisce alla cuvée bouquet e morbidezza
La Côte des Blancs
Si trova a sud di Epernay
I suoli sono gessosi e assicurano elevate riserve d’acqua e di calore del sottosuolo. La Côte des Blancs dà vita a champagne pregiati, caratterizzati da vivacità e carattere, finezza ed eleganza.
Vi si coltiva prevalentemente Chardonnay
Qui si trovano i grand cru a base Chardonnay
Côte de Sezanne
Si trova a sud ovest di Epernay
terreni calcarei ricoperti da marna, argilla e sabbia;
coltivata a Chardonnay e Pinot Noir.
La Côte des Bar
Si tratta della sub regione più meridionale
Suoli gessosi a tendenza marnosa
Vi si coltiva prevalentemente Pinot nero
Il clima continentale-oceanico è tra i più freddi tra le zone di produzione di vino, essendo la zona più settentrionale. Reims si trova a 49,5° Nord, le precipitazioni sono costanti e moderate, la temperatura media annua è di 11° e l’irraggiamento solare è mediamente di 1.680 ore l’anno.
Il suolo
E’ il terreno la vera fortuna della Champagne: un insolito ed unico insieme geologico creato dai sommovimenti succedutisi in 70 milioni di anni. Suoli dove un tempo arrivava l’oceano oggi coperti da poche decine di centimetri di terra fertilissima.
Subito sotto, uno strato di calcare particolare, “le craie” che poi è il gesso, permette il filtraggio dell’acqua in eccesso verso gli strati inferiori e, grazie alla sua grana sottilissima, conserva una umidità costante.
Il gesso della Champagne è composto da granelli di calcite provenienti dagli scheletri di microorganismi marini e dalla presenza di belemniti (molluschi dell’era secondaria).
Il concetto di cru in Champagne
In Champagne la scala dei cru (cru in francese è il participio passato di croître ovvero crescere) serve per individuare le zone in cui si producono le uve più pregiate e si suddivide in 3 diverse categorie.
Queste categorie sono legate ai comuni, i comuni che nel tempo hanno dato uve di maggiore qualità vengono classificati Grand cru, sono 17 e occupano il 9% della superficie totale della Aoc.
Si trovano rispettivamente
9 nella Montagna di Reims: Ambonnay; Beaumont-sur-Vesle; Bouzy, Louvois, Mailly, Puisieulx, Sillery, Verzenay e Verzy;
6 nella La Côte des Blancs: Avize, Chouilly, Cramant, Le Mesnil-sur-Oger, Oger e Oiry;
2 nella Valle della Marna: Ay e Tours-sur-Marne.
Poi vengono i premier cru che sono 44 comuni e occupano il 17% della superficie della Aoc: Avenay, Bergères-les-Vertus, Bezannes, Billy le Grand, Bisseuil, Chamery, Champillon, Chigny les Roses, Chouilly (Pinot Noir), Coligny (Chardonnay), Cormontreuil, Coulommes la Montagne, Cuis, Cumières, Dizy, Ecueil, Etrechy (Chardonnay), Grauves, Hautvillers, Jouy les Reims, Les Mesneux, Ludes ; Mareuil sur Aÿ, Montbré, Mutigny, Pargny les Reims, Pierry, Rilly la Montagne, Sacy, Sermiers, Taissy, Tauxières, Tours-sur-Marne (Chardonnay), Trépail, Trois Puits, Vaudemanges, Vertus, Villedommange, Villeneuve Renneville, Villers Allerand, Villers Marmery, Villers Aux Noeuds, Voipreux, Vrigny
I restanti 257 comuni sono cru generici.
Vitigni:
Dal 1935 solo 3 vitigni sono autorizzati:
Il Pinot noir che rappresenta il 38,09%
Il Pinot Meunier che rappresenta il 33,81%
Lo Chardonnay che rappresenta il 27,82%
In realtà sono autorizzati in deroga per ragioni storiche e di rispetto della tradizione anche L’Arbanne, il Petit Meslier, il Pinot Blanc e il Pinot Grigio, il Fromenteau e l‘Enfumé manquaient, ma rappresentano lo 0,28% della superficie totale vitata.
Il Pinot noir : Esistono attualmente più di mille varietà o cloni, alcuni mutanti nel tempo altri ibridi o bastardi.
Nella champagne i principali cloni certificati che vengono impiegati in funzione del “terroir” sono il 236, il 386, il 388, il 389, il 521, il 665 e il 666.
In misura minore il 779, il 792, l’870, l’871.
I principali caratteri ampelografici sono:
foglia di medie dimensioni, cordiforme e trilobata. il grappolo: piccolo, cilindrico,compatto e spesso alato; il peso medio va dai 70 ai 150 grammi per massa; l’acino: di medio piccole dimensioni, sferico tendente all’ovoidale del diametro di 10-12 mm. La buccia pruinosa, leggermente spessa e consistente, di colore blu-nero; la polpa zuccherina, a sapore semplice. Dal germogliamento alla maturazione completa sono necessari 188-190 giorni. Alla cuvée champenois offre corpo, carattere ed eleganza apportando suoi aromi complessi e una buona persistenza olfattiva e gustativa. Possiede un’ottima capacità di invecchiamento.
Il Pinot meunier:
Meunier letteralmente significa mugnaio e questo nome deriva dalla peluria bianca della pagina inferiore delle foglie, che ricorda la farina.
Nella Champagne i principali cloni certificati che vengono impiegati in funzione del “terroir” sono il 791, l’817 e l’819, l’864 e l’865 e il 900. È più facile da coltivare e far maturare. Gode una buona resistenza alle gelate primaverili e si adatta facilmente a terreni dove normalmente la maturazione delle uve è più lenta.
I principali caratteri ampelografici
la foglia media, pentagonale od orbicolare; pagina inferiore fortemente pelosa;
il grappolo: piccolo o medio, cilindrico, provvisto di un’ala, molto compatto; il peso medio va dai 75 ai 100 grammi per massa;
l’acino: di medie dimensioni, di forma ovoidale del diametro di 12-14 mm.
La buccia di colore rosso scuro-violetto o blu-nero, di medio spessore, consistente.
Dalla gemma alla maturazione completa sono necessari circa 170-180 giorni. Dall’inizio della fase vegetativa alla fioritura circa 70-74 giorni e dalla fioritura alla maturazione del frutto 90-96 giorni. Alla cuvée champenois aggiunge il sapore leggermente amarognolo e vell
utato apportando i suoi profumi fruttati. Possiede una buona capacità di invecchiamento.Chardonnay
Nella champagne i principali cloni certificati che vengono impiegati in funzione del “terroir” sono il 75, il 76 e il 78, il 95 e il 96, il 118, il 121, il 124, il 130, il 131 e il 132. I principali caratteri ampelografici sono: la foglia: media orbicolare, quasi intera, lembo leggermente bolloso, con profilo a gronda, di colore verde medio, scarsamente provvisto di tomento. Seno peziolare ad U poco aperto con nervature che limitano il fondo nel punto peziolare, e che costituisce un carattere ampelografico di facile riconoscimento;
il grappolo: medio, piramidale, con un’ala poco pronunciata, compatto; il peso medio va dai 100 ai 170 grammi per massa; l’acino: medio, di colore giallo dorato, buccia di media consistenza, tenera. Alla cuvée champenois trasmette stabilità, profumi, finezza e personalità, apportando piacevolissime note fruttate, floreali e minerali. La sua lenta evoluzione lo rende un complemento ideale per l’invecchiamento dello Champagne.
I portainnesti: il più diffuso di gran lunga è il 41B, segue l’SO4 eil 3309C.
La potatura: in Champagne i metodi di potatura autorizzati sono 4
-la potatura Chablis che è una potatura lunga su branche lunghe
-il cordone speronato
-la potatura Guyot
-la potatura Valle della Marna che è una potatura lunga su branca corta
Quest’ultima è consentita solo per il Pinot Meunier.
Il disciplinare prevede anche le date della vendemmia, non è consentito vendemmiare fuori dalle date comunicate annualmente dal CIVC (Comité interprofessionel du vin de Champagne).
Esistono 450 parcelle campione sulle quali viene rilevata l’invaiatura, il peso medio degli acini, il contenuto zuccherino, l’acidità totale e l’eventuale presenza di botrytis.
Le date variano da comune a comune e da vitigno a vitigno.
Inoltre il CIVC, di concerto con l’INAO (Institut National de l’Origine et de la qualité), stabilisce annualmente la resa massima per ettaro e la gradazione alcolometrica minima richiesta.
La resa media per ettaro degli ultimi anni è stata di 109 quintali circa.
Articolo molto interessante Sergio. A questo punto debbo cambiare la bottiglia che avevo preso per la cena, …. mi tocca scendere in cantina a prendere una boccia di champagne 🙂
Prosit Sergio!!
Grazie Franco, bella l’idea di bere Champagne! Prosit!
Sergio ho avuta la stessa idea di Franco Champagne per cena . Prosit Sergio !
I miei amici hanno una marcia in più. Champagne per cena e non corri rischi di errori nell’abbinamento. Prosit!
Sergio,molto interessante,grazie.
Grazie a te Надежда, mi fa piacere quando i miei amici leggono il mio blog!
Suirprsing to think of something like that
Presto scriverò qualcosa anche sulla vinificazione ed altri aspetti.
Grande Sergio, sempre preciso e puntuale!
Grazie Teseo, detto da uno come te che di Champagne se ne intende pesa anche di più!
bellissima lezione, caro Sergio. Io invecchiando sono diventato Champagne-dipendente, lo berrei a colazione (qualche volta lo faccio anche). E mi ha sempre incuriosito il fatto che lo Champagne lo bevano anche molti astemi; varrebbe la pena ragionarci su questo fatto.
Grazie Fabio, interessantissima la tua osservazione, grande spunto per capire le ragioni di questo fenomeno che poi rappresentano una delle ragioni del successo di questo straordinario vino. Tu come interpreti questo fenomeno? Sarebbe interessante come base su cui aprire un dibattito!