Il 21 febbraio 2014 a Roma ho avuto il piacere di presentare insieme a Lamberto Frescobaldi la verticale integrale di Luce, comprensiva di 2 annate non ancora in commercio.
Qui di seguito una breve introduzione e le mie note degustative. Come già fatto più volte la divido in 2 puntate perché una sola verrebbe troppo lunga.
La Tenuta Luce della Vite è un’azienda agricola del Gruppo Marchesi de’ Frescobaldi che si trova a Montalcino (SI), più precisamente a sud-ovest della cittadina medievale, si estende su 192 ettari di terreno di cui circa 77 vitati. Una parte dei vigneti è stata piantata nel 1977, mentre la maggior parte è stata messa a dimora dal 1997 in poi con un sesto di impianto di circa mt. 1,90 x 0,90 con una densità media di impianto di oltre 6100 ceppi per ettaro.
L’altitudine sul livello del mare è compresa tra i 350 e i 420 metri, ponendo la Tenuta in una delle posizioni più elevate di Montalcino.

Tramonto alla Tenuta Luce

Tramonto alla Tenuta Luce

Le parcelle coltivate a Sangiovese occupano i suoli più ricchi di galestro, dunque ben drenanti e tendenzialmente abbastanza poveri di sostanze organiche, con buone pendenze ed esposizioni sud ovest. Le parcelle caratterizzate da percentuali di argilla elevate, solitamente un po’ più in basso, con pendenze minori, sono coltivate a Merlot.
A Montalcino le estati sono quasi sempre asciutte e assolate, le notti estive grazie all’altitudine sono fresche e ventilate e la posizione dominante sulle parti più alte delle colline sono molto luminose e mettono al riparo da rischi di gelate primaverili.
20 annate, tutte in magnum, le ultime 2 con etichette di cantina.
proxyIl 1993 a Montalcino si è contraddistinto per una primavera mite, con uno sviluppo fenologico precoce, un’estate asciutta, non molto calda, ha consentito una maturazione lenta e leggermente tardiva rispetto alla media. Il Merlot è stato vendemmiato nella terza settimana di settembre, il Sangiovese a metà Ottobre.
Uve sanissime e ricche di acidità con un PH di 3,33.
Luce 1993 è sorprendentemente fresco, teso, dritto, di un rosso porpora con un accenno di sfumature granata sull’unghia.
“Brunelleggia” e il suo DNA ilcinese lo segna in maniera decisa.
Austero e complesso manifesta i suoi sentori ematici che affiancano un frutto ancora turgido, arancia “moro”, mora di rovo, ribes nero e note floreali di rosa. Tabacco e legno di cedro del Libano stagionato.
In bocca la trama tannica è nitida, sottile, ma non setosa, con qualche piacevole asperità. Lunghissimo il finale fresco, a dispetto degli oltre 20 anni promette di dare piacere ancora per molto tempo.
Il 1994 a Montalcino ha avuto la primavera mite che ha comportato una fioritura precoce. L’estate è stata asciutta, con un settembre altrettanto asciutto, che ha permesso di portare in cantina dei Merlot eccellenti. A ottobre l’equilibrio si è rotto e per il Sangiovese la vendemmia è stata molto laboriosa, con pause e giornate piovose che hanno ritardato e complicato la vita a tutti. Per chi ha fatto Brunello un’annata da dimenticare, ma per Luce fortunatamente il Merlot ha limitato i danni e anche il Sangiovese grazie alle buone pendenze e al galestro ha fatto il suo dovere, tanto che alla sua uscita Luce 1994 fu molto premiato, 3 bicchieri tanto per citare un premio molto conosciuto.
Luce 1994 presenta un colore mogano con evidenti riflessi granata sull’unghia.
Al naso è viola mammola, lampone, prugna, menta, liquirizia, con sentori empireumatici di caffè e ricordi di cannella e cioccolato. In bocca la tessitura è setosa. Pronto/maturo, gode di buona salute, ma appare più evoluto del Luce 1993.
A Montalcino la stagione primaverile del 1995 e quella estiva sono state più fresche della norma con un generale ritardo che si è accentuato in settembre per via delle ripetute precipitazioni e il generale ulteriore calo delle temperature nei primi 20 giorni del mese. Chi non ha avuto pazienza e quel briciolo di ottimismo ha vendemmiato presto con mediocri risultati. Alla Tenuta Luce l’attesa ha pagato ed il Merlot è stato vendemmiato in ottobre, unico caso in cui si è arrivati così tardi, ma con uve sane e mature. Ottobre caldo ha portato a maturazione anche il Sangiovese e da metà mese si è proceduto a vendemmiare in abiti estivi delle uve eccellenti.
Luce 1995 ha un colore rubino con riflessi amaranto, come il 1993 “Brunelleggia” con un naso di more e viole, cesto di agrumi con bergamotto e arancia rossa, fragola di bosco e foglie di tabacco fresco. Nitide note minerali di grafite, radice di rabarbaro e cardamomo. In bocca è fresco e persistente, tannico, elegante e austero.
Luce 1993

Luce 1993

Nel 1996, a causa delle basse temperature di marzo e aprile, le gemme e la fioritura sono arrivate con qualche giorno di ritardo. Le piogge regolari durante l’estate, sono
servite a recuperare il tempo perso in primavera. L’ invaiatura, è iniziata come previsto nella prima settimana di agosto. Le frequenti piogge settembrine, però, hanno ritardato ancora una volta lo sviluppo. Un gran lavoro in vigna a settembre con sfoltimento delle foglie e diradamento dei frutti hanno consentito all’uva di raggiungere la maturazione ottimale e il 1996 nel tempo si è mostrato di gran lunga oltre le aspettative.
Luce 1996 ha un colore rosso rubino con un lieve accenno a tonalità granata sull’unghia. Al naso è fresco, austero, con ricordi di olive nere in salamoia che si affiancano al ribes nero, sapido e minerale, ha lo stesso timbro di grafite del 95, con note speziate di cardamomo e china calissaia. Netto e rigoroso non ha la spalla larga del 1995, ma quanto finezza e eleganza non teme nessuno, trama tannica sottile e serica. Integerrimo ha ancora strada da percorrere.
Il 1997 è partito con una primavera insolitamente calda. Le gemme e la fioritura sono apparse in anticipo, specialmente per il Sangiovese, già precoce di suo nell’iniziare il ciclo vegetativo. Il 18 aprile, una gelata nel sud della Toscana ha bruciato molte gemme.
Per fortuna il Sangiovese di Luce si trova abbastanza in alto e i vigneti sono stati colpiti solo in parte. Questo diradamento naturale ha fatto sì che i carichi per vite siano stati piuttosto contenuti. Per il resto la stagione ha proseguito in maniera perfetta e le uve sono state portate in cantina in eccellenti condizioni e i vini hanno dato immediatamente sensazioni molto positive. In molti hanno gridato alla vendemmia del secolo e per anni si è pensato al 1997 come un’annata grandissima, con punteggi eclatanti.
Oggi Luce 1997 appare rosso amaranto con evidenti riflessi color mattone. Al naso prevalgono note agrumate, di canditi di cedro e di arancia, chiodi di garofano e tenui ricordi di incenso. Funghi e tartufi e sottobosco. In bocca è suadente e immediato, ma la sua persistenza è più corta rispetto agli altri campioni degustati. Da bere entro breve.
A Montalcino nel 1998, dopo una primavera senza giustamente piovosa, l’estate è stata calda e la maturazione dei grappoli è stata precoce. Il caldo di agosto ha limitato l’acidità, dando uve sia Sangiovese che Merlot con tannini morbidi.
La prima metà di ottobre è stata piovosa e la vendemmia abbastanza laboriosa e lunga.
Luce 1998 è rosso rubino intenso, con riflessi amaranto appena accennati sull’unghia.
Al naso il frutto è dolce e maturo, ciliegia di Vignola e confettura di cicliegie. Menta e cioccolato e note speziate di pepe e cannella. In bocca la trama tannica è fitta e setosa, è caldo e morbido, ma la persistenza non è lunghissima.
Sommelier all'opera

Sommelier all’opera

Il 1999 in Toscana ed a Montalcino in particolare è stata un’annata dall’andamento particolarmente favorevole. A primavera giuste precipitazioni, luglio caldo e asciutto, qualche breve pioggia in agosto, con temperature alte ma non tali da ridurre l’acidità delle uve. Settembre e ottobre sono stati caldi e assolati, senza precipitazioni e le uve alla vendemmia sono arrivate in condizioni straordinariamente buone.
Luce 1999 è rosso rubino non molto intenso, con riflessi amaranto, limpido e brillante. Al naso il “terroir” di Montalcino si impone con autorevolezza, mora di rovo, viola e pepe nero Sarawak. A seguire grafite, eucalipto e rabarbaro, per chiudere con nitidi sentori di sigaro Montecristo. In bocca la trama tannica è fitta, setosa, ma con qualche cuspide che ne esalta il carattere. Fresco e variegato il finale, lunghissimo. Avrà ancora tanta strada da fare ma oggi probabilmente è all’apice e tutto lascia pensare che lo stato di grazia durerà ancora a lungo.
Il 2000 alla Tenuta Luce della vite è si è presentato con piogge all’inizio della
primavera. L’estate è stata molto calda, ma non siccitosa e le piogge di inizio agosto hanno accelerato la maturazione delle uve. Caldo anche in vendemmia e annata inizialmente sottovalutata per via del caldo estivo, ma che il tempo ha decretato invece decisamente superiore alle aspettative.
Luce 2000 è rosso rubino, intenso e integro.
Al naso è ancora oggi frutta e frutta matura. Ribes, fragola di bosco, amarena, agrumi freschi e canditi, che si fondono con aromi di menta e liquirizia, cioccolato e grafite. In bocca è giustamente tannico, la trama è fitta e sottile, intenso e giustamente persistente. Da un’annata calda è lecito aspettarsi un vino meno longevo, ma Luce 2000 è turgido e ancora in fase crescente.
Cantina Luce

Cantina Luce

Ancora una gelata primaverile nel 2001, che ha danneggiato i germogli
appena risvegliati e questo ha portato ad una diminuzione dei carichi per ceppo.
Giustamente piovosa la primavera ha consentito una buona disponibilità idrica nel terreno e una buona allegagione del frutto ha parzialmente recuperato i danni della gelata. Il mese d’agosto è stato caldo e assolato, ma senza i picchi termici del 2000. Ottimi settembre e ottobre con notti fredde e giornate assolate. Vendemmia abbastanza precoce sia per il Merlot che per il Sangiovese, tutto in maniche corte.
Le uve in condizioni eccellenti ha fatto presagire un’annata memorabile.
Luce 2001 ha ancora un bel colore, rubino con riflessi granata sull’unghia.
All’olfatto si impone per l’intensità segnata da frutti di bosco maturi, mora di rovo in prima fila, poi mirtillo e ribes nero. Prugna e visciola. Poi cacao amaro, grafite, liquirizia, cardamomo, pepe nero, timo, tabacco fermentato per chiudere con la scatola di sigari. In bocca è fresco, di spalla larga, con una tessitura fittissima e netta. Lunga la pai. Ancora giovanissimo è una pietra miliare per Luce.
La vendemmia 2002 a Montalcino è rimasta impressa come la più piovosa in estate e in vigna si è dovuto lavorare sodo per difendersi dai problemi da eccessive precipitazioni. I vigneti di Luce, grazie all’ottimo drenaggio, hanno sofferto meno di altre zone meno ricche di scheletro, ma portare a case del Sangiovese di livello Luce è stato difficile ed è costato un taglio quantitativo immenso. Solo 8000 bottiglie contro una media di almeno 80 mila bottiglie nelle vendemmie normali. Bene il Merlot che meglio sopporta le annate piovose.
Luce 2002 ha un uvaggio anomalo e, unico caso, anziché circa metà Sangiovese e e metà Merlot, è 75% Merlot e 25% Sangiovese.
Ottimo il colore, rosso rubino intensissimo. Il bagaglio aromatico è fresco, fruttato, con mirtillo, lampone e ciliegia. Balsamico, mentolato e finale di cioccolato. In bocca è fresco, con una bella trama tannica, fitta e setosa. Ancora integro e capace di conservarsi a lungo.
Fine della prima parte.

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