Quadro generale

Il vigneto della Val de Loire, terza regione vinicola a denominazione della Francia, riunisce 51 denominazioni e 6 IGP distribuiti su 57.100 ettari di vigneti.

5 sub regioni vinicole in 14 dipartimenti della Loira, dalla Vandea al Puy-de-Dôme, per una produzione AOP di 2,06 milioni di hl, rappresenta il 10,6% della produzione francese.

È uno dei dieci vigneti europei elencati come patrimonio mondiale dell’UNESCO da Chalonnes-sur-Loire (Maine et Loire) a Sully-sur-Loire (Loiret).

245 milioni di bottiglie vendute in Francia e 70 milioni esportate in un anno.

44,2% bianchi, 25,2% rosati, 18,2% rossi e 12,4% spumanti.

Si tratta del vigneto più lungo e diversificato di Francia.

La sua orizzontalità, da ovest a est, gli conferisce grande originalità.

Carte vignoble val de Loire                          mappa vinsvaldeloire.fr

Storia

Gli albori

Anche in questa zona la vite è stata piantata dai Romani più di 2000 anni fa, infatti nel I secolo, Plinio il Vecchio menzionava l’esistenza di vigneti sulle rive della Loira.

Bisognerà aspettare però fino al VI secolo per vedere la vera nascita della viticoltura nella Valle della Loira.

Nel 582, lo storico Grégoire de Tours fece riferimento per la prima volta all’esistenza dei vigneti di Sancerre e Touraine.

L’influenza della chiesa

La creazione del vigneto intorno al castello di Chalonnes rappresenta il lavoro congiunto del conte d’Angiò e le autorità ecclesiastiche.

La Chiesa ebbe allora un’importanza capitale nello sviluppo dei vigneti. I monaci piantarono e coltivarono le viti, vinificarono e commercializzarono il vino lungo la Loira.

Il fiume rappresenta anche una modalità di circolazione efficiente e sicura (allora le strade erano poco sicure per i mercanti).

Nei secoli successivi l’influenza dei monaci agostiniani e benedettini si dimostrò preponderante nello sviluppo dei vari vigneti. I monaci sfruttarono la vite e utilizzarono al meglio le numerose vie di comunicazione offerte dalla regione di Nantes. La Sèvre, la Maine, le paludi di Goulaine sono tutti accessi privilegiati alla Loira e completano perfettamente le numerose strade già realizzate dai romani.

La vite si estende lungo i fiumi, dalle roccaforti della Vandea create nel IX secolo fino a Saint-Pourçain in Auvergne.

L’importanza dei corsi d’acqua

A quel tempo, la mancanza di sicurezza delle vie di terra rendeva la Loira una via di circolazione più sicura, così facilitava il commercio e lo sviluppo dei vigneti che la costeggiano.

La vigna angioina conobbe un vero e proprio boom, quando Enrico II Plantageneto, conte d’Angiò, divenne re d’Inghilterra nel 1154, fece servire vini della Loira a corte, abitudine che mantennero i suoi successori Giovanni senza terra ed Enrico III.

Enrico II Plantageneto     foto www.taccuinigastrosofici.it

Per quasi un millennio, quasi tutte le teste coronate di Francia e Inghilterra hanno contribuito alla reputazione dei vini della Loira. Capétingi, Plantageneto e Valois, tutti incoraggiarono la scoperta dei vini prodotti in questa zona. Dal medioevo al XV secolo, la borghesia fu all’origine dell’espansione dei vigneti intorno alle città di Angers, Saumur e Orléans, ottenendo l’abolizione del “droit de banvin” che concedeva ai signori l’esclusiva del commercio del vino.

Abbaye de Fontevraud dove è seppellito Enrico II                                                                 foto Sergio Di Loreto

I vescovi 

Nel XV secolo la presenza di vigneti è attestata a Saint-Pourçain, poi in tutta la Val de Loire e a Nantes. Sempre nel XV secolo, in quanto primo personaggio della città, il vescovo mantiene una vigna di qualità e si impone come l’enologo più importante.

Angers, Tours, Orléans e Bourges hanno il loro vescovi e in questi luoghi la viticoltura si incrementa in maniera marcata.

Clodoveo, nel XVI secolo, favorisce lo sviluppo del vigneto di Orléans intorno al monastero di St Mesmin. Ancora nel XVI secolo, Félix, vescovo di Nantes, possiede una bella tenuta chiamata Cariacus, su una collina affacciata sulla Loira.

La viticoltura si sviluppa per esigenze liturgiche e per garantire il dovere dell’ospitalità. In questo secolo la Valle della Loira è il centro politico e culturale della Francia, non dimentichiamo che qui visse gli ultimi due anni della sua vita Leonardo da Vinci, unico periodo della sua vita vissuto fuori dall’Italia.

Château Royal d’Amboise dove soggiornò Leonardo da Vinci

Francesco I autorizzò gli Stati di Bretagna a mantenere un diritto di commercio con l’estero. Certamente fu questa norma fiscale a promuovere la qualità dei vini prodotti nella Val de Loire.

1577: un editto obbliga i mercanti di vino parigini a rifornirsi da 20 leghe da Parigi (cioè 88 km), portando allo sviluppo dei vigneti di Orléans e Blois.

Le prime innovazioni

Oltre alle esportazioni, la Loira facilita l’insediamento di nuovi vitigni.

Così François Rabelais, nel XVI secolo, menzionava nei suoi scritti i vini di Chinon dal vitigno “bretone”, cioè Cabernet Franc, originario del sud-ovest e proveniente tramite il fiume nella regione di Nantes. Nello stesso tempo, l’autore menzionava anche il vitigno “Chenin” nelle sue opere. Fu anche in questo periodo che fece la sua comparsa in zona il vitigno Folle Blanche.

La ricerca da parte dei commercianti olandesi, con sede a Nantes, di vini e brandy adatti ai gusti dei loro clienti, provocò poi uno straordinario boom della viticoltura rurale.

Così la produzione di vini continuò fino alla metà del XIX secolo, nelle valli di Sèvre-et-Maine, du Layon così come nella regione di Saumur, fino a Vouvray.

Chenin blanc                                                                                     immagine da www.coop.ch

Calamità naturali e la rivoluzione

Nel 1709 si verificò una straordinaria gelata e la temperatura scese anche a -20°C. I barili esplosero e l’oceano gelò lungo le coste.

Solo un vitigno riuscì a resistere a questo flagello: il Melon.

Da questo vitigno vide la luce il famoso vino Muscadet.

La Rivoluzione francese ebbe effetti devastanti sui vigneti della Valle della Loira, e più in particolare sui vigneti dell’Anjou e di Nantes, teatro delle guerre di Vandea.

In questo periodo storico il commercio del vino si sposta a sud, Bordeaux diventa il porto principale di spedizione all’estero.

Nel 1736 c’erano ancora 6.000 barcaioli a bordo Loira, ma lo sviluppo di nuovi mezzi di trasporto, in particolare la ferrovia, costrinse i vigneti della Loira a fronteggiare la concorrenza dei vini del Midi.

In realtà il vero flagello fu l’avvento, verso la fine dell’Ottocento, della fillossera che distrusse gran parte dei vigneti.

L’ annus horribilis fu il 1885: il raccolto nazionale scende da 80 a 25 milioni di ettolitri.

In questo periodo nacquero i comitati di controllo antifilossera.

Una delle conseguenze della fillossera fu il reimpianto dei più vitigni più adattati ai suoli e ai climi regionali:

  • Melon de Bourgogne nella regione di Nantes
  • Cabernet Franc e Chenin Blanc in Anjou, Saumur e Touraine
  • Sauvignon blanc nel Centro-Loira e Touraine

I tempi moderni

Solo nel 1889, la legge francese ha dato la definizione di vino:

“prodotto della fermentazione completa o parziale di uve fresche o succo d’uva “.

Nel 1907 fu varata la prima legge antifrode.

1936: nascita delle AOC francesi (Appellations d’Origine Contrôlées) che segna un impulso verso la qualità.

Quincy, Sancerre, Muscadet Sèvre et Maine, Muscadet Coteaux de la Loire, Cabernet d’Anjou, Rosé d’Anjou, Saumur e Vouvray sono tra le prime aoc riconosciute dal 1936.

Melon de Bourgogne                                                                        immagine da www.bcfw.co.uk/

Gli anni successivi alla Seconda guerra mondiale lasciarono in eredità un settore vitivinicolo in crisi. Questo evento traumatico causò l’esodo rurale: i giovani lasciarono la vigna per lavorare nelle fabbriche.

I viticoltori della Valle della Loira decidono allora di organizzarsi commercialmente:

  • imbottigliando il proprio vino
  • raggruppandosi sotto forma di cantine cooperative
  • vendendo il proprio vino a Parigi

Progressi tecnici come migliore gestione della vite, selezione dei portinnesti, meccanizzazione del lavoro in vigna porteranno ad un costante miglioramento della qualità dei vini della zona.

La comparsa di prodotti fitosanitari consentirà di garantire volumi sufficienti per sviluppare nuovi mercati.

Introduzione delle prime normative europee: distinzione tra vini da tavola e vini di qualità (VQPRD).

Gli anni ’80 sono stati testimoni di incredibili progressi tecnici nella vinificazione:

  • pressatura pneumatica
  • termoregolazione
  • analisi e controllo delle fermentazioni

Le vinificazioni guadagnano in precisione (qualità dei mosti, finezza dei tannini, ecc.).

Ancora una battura d’arresto

Nel 1991, l’intera Valle della Loira ha vissuto una devastante gelata nera e il raccolto del 1992

è stata di qualità molto modesta.

I produttori hanno perso posizioni di mercato.

Questo disastro ha segnato l’inizio di una rinascita qualitativa dei vini della Valle della Loira.

Stanno cambiando le tecniche per controllare le rese (gestione dell’utilizzo del letame, potatura,

disboscamento, potatura verde).

Dalla fine degli anni ’90 l’intera Val de Loire sta lavorando per applicare le migliori pratiche più rispettose

dell’ambiente.

Targa prima legge sulle Aoc in Francia

La rinascita definitiva

Infine, nel 2000 la Valle della Loira (tra Sully-sur-Loire e Chalonnes-sur-Loire) è stata classificata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Notevole per la qualità del suo patrimonio architettonico, con le sue città storiche e castelli di fama mondiale, la Valle della Loira è soprattutto un paesaggio culturale eccezionale.

Nel 2021, il 65% della superficie del vigneto della Valle della Loira è gestito da agricoltura sostenibile o agricoltura biologica. Questa quota è in costante aumento.

Suolo, clima e vitigni

I suoli sono molto eterogenei e caratterizzati da una grande diversità.

La giacitura del vigneto Nantes si colloca sulle rocce eruttive e metamorfiche del Massiccio Armoricano, con prevalenza di gneiss, micascisti, rocce verdi e graniti.

Nei vigneti dell’Anjou, il sottosuolo è composto principalmente da ardesia scistosa, arenaria e scisto carbonifero oltre a rocce vulcaniche, tutte provenienti dal massiccio armoricano.

Tra i vigneti di Anjou e Saumur, appare la transizione tra la vecchia base a ovest e il bacino sedimentario a est.

Nella zona di Saumur e Touraine, il sottosuolo è composto da tufo calcareo e sabbie selci e argille del bacino di Parigi. I terrazzamenti sulle rive della Loira e della Vienne sono costituiti da sabbia e ghiaia rotolate dai fiumi e depositate nel tempo.

Questa diversità geologica contribuisce alla comparsa di una moltitudine di suoli con esposizioni tutte diverse tra loro, influenzando notevolmente la scelta dei vitigni e le pratiche dei viticoltori.

Tocchiamo qui la nozione di terroir oggi spesso abusata.

Gneiss    https://www.domaine-combe.com/

I climi

La Loira ed i suoi numerosi affluenti svolgono un apprezzabile ruolo per mitigare il clima nei vigneti. Favorendo l’esistenza di una moltitudine di microclimi favorevoli alla coltivazione della vite, contribuisce alla grande diversità dei vini. Il loro effetto tampone è decisivo, soprattutto nella produzione di vini dolci e passiti.

Nei vigneti di Nantes l’influenza oceanica attenua le variazioni stagionali: gli autunni e gli inverni sono miti, le estati calde, spesso umide.

Il clima del vigneto Anjou è oceanico: inverni miti, estati calde con buon soleggiamento e basse escursioni termiche; alcuni microclimi sono molto secchi dove fiorisce la flora mediterranea.

Nell’area di Saumur le colline rallentano i venti occidentali, il clima diventa semioceanico e le variazioni stagionali sono naturalmente più marcate.

L’area di Touraine si trova al crocevia di influenze oceaniche e continentali.

I vitigni utilizzati sono 24  e rappresentano una buona varietà rispetto ad altre regioni francesi. L’armonia tra vitigni e terroir, dove la diversità si unisce all’unità, alcuni dei vitigni sono autoctoni della Valle della Loira, mentre altri provengono dall’est o dal sud-ovest della Francia. La grande originalità dei vini della Valle della Loira deriva dal fatto che sono prodotti principalmente da un unico vitigno: Melon de Bourgogne nel vigneto di Nantes, Chenin, Cabernet e Gamay in Anjou, Saumur e Touraine.

Sauvignon e Pinot Nero in Touraine e nel centro, ma anche Grolleau, Pinot Meunier, Pineau d’Aunis, Romorantin per citare i principali.

La diversità dei suoli                                                 immagine da www.vinsvaldeloire.fr

I vitigni bianchi della Loira

Sono tre i principali vitigni a bacca bianca: Melon de Bourgogne (30%), Sauvignon blanc (28%) e Chenin blanc (27%).

Altri vitigni: Chardonnay (8%), Folle Blanche (3%), Chasselas, Romorantin, Sauvignon Gris, Tressalier e Malvasia.

Vinificati per produrre vini secchi, semisecchi, dolci e frizzanti.

Utilizzati principalmente come monovitigni.

Melon de Bourgogne

Origine: Borgogna. Fu introdotto nella regione dai monaci nel XVI secolo.

DOP associate: Muscadet, Muscadet-Coteaux-de-la-Loire, Muscadet-Sèvre-et-Maine, Muscadet Côtes-de-Grandlieu, Muscadet crus comunali, IGP Val de Loire bianco.

Le rocce cristalline del sud-est di Nantes gli conferiscono più finezza rispetto alle zone di rocce sedimentarie. I vini Muscadet sono gli unici al mondo ad essere prodotti da questo vitigno. Molto noto è l’abbinamento del Muscadet con le ostriche.

Muscadet e ostriche                  www.muscadet-haut-planty.com

Sauvignon

Origine: Valle della Loira.

DOP associate: Haut-Poitou, Touraine, Touraine-Mesland, Touraine-Oisly, Touraine-Chenonceaux oltre che  IGP Val de Loire blanc.

Chenin

Nome comune: Chenin

Altro nome: Pineau de Loire

Origine: Valle della Loira. Fu chiamato “Plant d’Anjou” intorno al X secolo. Fu Rabelais a rendere popolare il suo nome attuale nel XVI secolo.

Aoc associate: Anjou-Blanc, Bonnezeaux, Coteaux-du-Vendômois, Quarter-of-Chaume-Grand-Cru, Coteaux-du-Layon, Coteaux-du-Layon-Premier-Cru-Chaume, Savennières, Savennières-Roche-aux -monks, Coulée de Serrant, coteaux-de-l’Aubance, Anjou-coteaux-de-la-Loire, Coteaux- de-Saumur, Crémant-de-Loire, Saumur-blanc, Saumur-brut, Touraine, Touraine-Amboise , Touraine -Mesland, Chinon, Jasnières, Coteaux-du-Loir, Vouvray, IGP Val de Loire blanc.

Lo Chenin è il vitigno emblematico del vigneto della Valle della Loira, dove esprime meglio che altrove la ricchezza dei terroir. È il 3° vitigno piantato nella Valle della Loira. Varietà tardiva, sa adattarsi ai diversi microclimi dell’Anjou e della Touraine, offrendo una sorprendente gamma di vini, compresi i grandi vini dolci della Valle della Loira.

Questo Pineau de la Loire, come viene ancora chiamato localmente, è di gran lunga il vitigno a bacca bianca più coltivato a Saumur. Abbastanza vigoroso, ha un germogliamento relativamente precoce ma matura tardivamente: la sua raccolta si effettua solitamente a metà ottobre.

Spesso utilizzato per produrre vini destinati a vini spumanti,  lo Chenin produce anche vini secchi nervosi e complessi. Chenin è una varietà difficile da gestire. Quando i vignaioli lo preparano con maestria, il risultato è straordinario ei vini riconosciuti tra i più grandi al mondo.

Se le condizioni climatiche lo consentono, la sovramaturazione o la muffa nobile avranno la meglio per renderlo un Coteaux de Saumur semisecco o dolce.

Sauvignon                                                                                                       immagine https://www.weinstrasse.com/

Chardonnay

Origine: Borgogna. Questo vitigno continentale per eccellenza è conosciuto da tempo nella Valle della Loira con il nome di “Auvernat”.

DOP associate: Anjou-fines-bulles, Crémant-de-Loire, Saumur-brut, Saumur-blanc, Touraine, Touraine-Mesland, IGP Val de Loire blanc.

Lo Chardonnay coltivato su terreni poveri, sassosi, argillosi-silicei o argilloso-calcarei, dà il meglio di sé associato agli altri vitigni a bacca bianca della Valle della Loira, soprattutto se utilizzato per la produzione di Crémant-de-Loire e Saumur-Brut .

Folle blanche

Nome comune: Folle blanche, nome alternativo Gros plant.

Origine: sud-ovest.

DOP associate: Gros-plant du pays nantais, IGP Val de Loire blanc

Spesso utilizzato per i vini dedicati a distillati pregiati.

Questa varietà rustica, stabilitasi nella regione nel Medioevo, si adatta a un’ampia varietà di climi e terreni.

Tra i vitigni a bacca bianca della Valle della Loira, possiamo citare anche Malvoisie, Chasselas e Romorantin.

Folle blanche                                                                                       foto Pancrat – Own work

I vitigni a bacca rossa della Loira 

I principali vitigni: Cabernet Franc (56%), Gamay (18%) e Pinot Noir (8%).

Altri vitigni: Grolleau (7%), Cabernet Sauvignon (5%), Pineau d’Aunis, Côt, Négrette

Cabernet franc

Conosciuto fin dall’XI secolo, questo vitigno originario della regione di Nantes è chiamato anche “bretone”. È il primo vitigno a bacca rossa della Loira che ne fa un ambasciatore della regione.
I terreni scistosi e la climatologia dell’Anjou sono ideali per la coltivazione del Cabernet Franc.

Rese troppo elevate, maturità insufficiente o troppa estrazione daranno vini duri segnati da peperoni verdi e acidità troppo “franca”.
I viticoltori locali sanno come ottenere il meglio da questo delicato vitigno. Fatto bene, conferisce al vino la sua finezza e la sua espressione aromatica fruttata. Note fresche di frutti rossi, lamponi e more che evolvono nel tempo verso note speziate: pepe e liquirizia.

Gamay

Il Gamay è un vitigno a bacca rossa precoce , generalmente è il primo ad essere raccolto in regione. La sua struttura molto morbida ne facilita il rapido consumo: i vini a base Gamay sono quindi vini da degustare in gioventù .

Questo vitigno a bacca nera con succo bianco regala vini dal colore rosso con lievi riflessi violacei. I vini ottenuti da Gamay esprimono piacevoli aromi di fiori e frutti rossi freschi .

 

Cabernet Sauvignon

Nato dall’incrocio tra Cabernet Franc e Sauvignon Blanc, questo vitigno presenta acini piccoli con buccia molto spessa e molto colorata . La sua intensa tonalità blu-nera conferisce ai vini rossi della regione un colore concentrato, che va dal rubino al granato.
Piantato in siti ben esposti con terreni drenanti e raccolto a piena maturità, il Cabernet sauvignon porta aromi di frutti neri cotti con predominanza di ribes nero ai vini di questa regione.  La sua struttura tannica carnosa sostiene l’invecchiamento per diversi mesi in tini o botti di rovere e conferisce agli Anjou Villages un buon potenziale di invecchiamento .

Il Grolleau

Detta anche “le groslot”, questa varietà vigorosa e resistente si adatta a tutti i tipi di terreno. Il Grolleau è molto generoso, deve essere dominato da una potatura corta e da un attento controllo della maturità per raggiungere la qualità attesa nei vini rossi dell’Anjou. Questo vitigno porta leggerezza e un lato delizioso e beverino ai vini.

Pineau d’Aunis

Fu il Prieuré d’Aunis situato a Dampierre-sur-Loire, vicino a Saumur, a coltivarlo per primo e a dargli il nome, quindi è il vitigno autoctono del vigneto Anjou-Saumur.
Questa varietà, che dà molti grappoli, è in definitiva abbastanza difficile da coltivare, perché i suoi peduncoli sono fragili e si staccano facilmente.
Raccolto a maturazione, questo vitigno dalla buccia abbastanza spessa e di colore nero intenso e dalla polpa succosa e acidula conferisce all’Anjou Rouge delle piacevoli note speziate .

Vinificati in rosso, rosato e spumantizzati.

Utilizzati principalmente come monovitigni.

I vini 

I vini della Valle della Loira si caratterizzano per la loro freschezza e la loro diversità di colori e sapori. La reputazione dei rosé non è seconda a nessuno. Vini freschi di qualità, fruttati alla perfezione, sono originali nella loro delicata tenerezza. I rossi, vini spesso fruttati, possono essere degustati accanto a piatti scelti per sublimarli. I bianchi, disponibili all’infinito in secco o amabile, sono adatti a tutti i momenti di convivialità. Le fini bollicine, altra particolarità dei vigneti della Loira, sono prodotte secondo il metodo tradizionale.

Gamay                                                                       Viking59 – image libre(own work)

Sottozona  Nantes

Dalla costa atlantica ai confini dell’Anjou, il vigneto di Nantes, composto da 7 AOP 1 e IGP Valle della Loira, si estende su 12.500 ettari. Dà origine a vini di sorprendente franchezza in tutti e tre i colori.

Il bianco, colore dominante del vigneto, è incarnato da un vino stella, il Muscadet, ottenuto dal Melon de Bourgogne. I vini del vigneto Nantes sono disponibili anche in rosato e rosso con la denominazione Coteaux d’Ancenis.

I vini AOP : Fiefs Vendéens, Coteaux d’Ancenis, Gros Plant du Pays Nantais, Muscadet, Muscadet Côtes de Grandlieu, Muscadet Coteaux de la Loire, Muscadet Sevre et Maine.

Coteaux d’Ancenis

Ubicazione: il vigneto Coteaux d’Ancenis si trova su entrambi i lati della Loira a est di Nantes, distribuiti principalmente su 27 comuni dei dipartimenti della Loire-Atlantique e Maine e Loira. La superficie totale per la produzione è di 150 ettari e la produzione media annuale di 950 mila bottiglie. Il 45% sono bianchi, il 34% rossi e il 21% rosé.

Suoli: su micascisti, gneiss e rocce verdi.

Clima: di tipo oceanico temperato con precipitazioni significativamente inferiori alle zone limitrofe.

Resa massima in uva: 85 quintali a ettaro per i bianchi e 90 quintali a ettaro per rossi e rosati.

Vitigni: per i rosati e i rossi, Gamay noir vitigno principale, Cabernet franc vitigno accessorio; mentre i bianchi sono ottenuti dal singolo vitigno Pinot Gris che in loco viene chiamato Malvoisie.

Io nel mio viaggio in zona ho assaggiato di Bernard et Benoît Landron Coteaux d’Ancenis “Les Clefs” (Gamay 100%), speziato e fruttato e Coteaux d’Ancenis Malvoisie “Le bel orient”, rotondo e morbidissimo, fruttato di mela e floreale, da abbinare a fois gras o dessert.

Tra gli altri produttori segnalo Domaine du Haut Fresne.

Muscadet Coteaux de la Loire

ll Muscadet Coteaux de la Loire si trova nella regione di Ancenis su entrambe le rive della Loira a monte di Nantes.

Suoli: Struttura molto varia delle rocce eruttive e metamorfiche del massiccio armoricano con principalmente gneiss, micascisti, rocce verdi e granito in minore misura.

Clima: Il vigneto beneficia di un clima temperato oceanico con precipitazioni distribuite nel corso dell’anno. Da un’estremità all’altra della vigna, le caratteristiche climatiche sono più sfumate.

Questa situazione deriva dalla maggiore o minore distanza dall’oceano o dalla Loira.

La superficie in produzione è di 130 ettari pari a circa 730 mila bottiglie l’anno, tutte di vino bianco.

Oggi i produttori sono 35.

Resa massima  55 hl/ha.

Vitigno: Melon de Bourgogne.

Pratiche culturali dominanti: densità minima di 6.500 ceppi/ha.

Potatura a guyot singolo con 10 occhi.

Questa denominazione può beneficiare di un affinamento e della menzione “Sur lie”

Se sono rimasti sui lieviti, c’è un miglioramento della complessità.

Questo metodo di invecchiamento dà dei Muscadet caratterizzati da una freschezza e da un “perlage” lieve.

Quando sono più corposi e strutturati, questi i vini sono caratterizzati da aromi di pietra focaia.

Tra i vini più rappresentativi della aoc segnalo: Domaine Guindon Muscadet des Coteaux de la Loire Cuvée Prestige; forse il vino più rappresentativo.

Altri produttori interessanti: Domaine des Galloires; Domaine du Champ Chapron ; Domaine du Moulin Giron ; Château de l’Aujardière oltre al già citato  Domaine Landon Chartier noto anche come Bernard et Benoît Chartier.

Muscadet-les-chailloux

Fiefs Vendéens

Nel 1953 i vigneti furono raggruppati sotto il nome di Fiefs du Cardinal poi Fiefs Vendéennes nel 1965. Data importante anche il 1974, quando i viticoltori ottennero la denominazione Vin de Pays. Nel 1984 è stato compiuto un nuovo passo con la Denominazione d’Origine Vin Délimité de Qualité Supérieur. Poi negli anni ’90 sono state fatte le prime richieste di AOC fino ad ottenerlo nel 2011.

Oggi i Fiefs Vendéens AOC sono composti da 14 viticoltori distribuiti su 355 ettari rivendicati nel 2021 e 5 Feudi: Brem, Chantonnay, Mareuil, Pissotte e Vix.

Il numero di produttori e le superfici dichiarate in AOC tendono a diminuire. Infatti, i ricorrenti pericoli climatici rendono più difficile l’applicazione del disciplinare, nonostante la sua semplificazione.

I vini bianchi da uve Chenin e Chardonnay rappresentano il 20%. I vini rossi il 40% e i rosati il 40%, provengono da uve Pinot noir, Gamay noir, Cabernet franc, Cabernet sauvignon e Négrette.

Fief significa Feudo. È molto difficile trovare un punto comune tra ogni feudo, poiché i paesaggi sono molto diversi.

Diversità: La ricchezza geologica della Vandea conferisce a ogni vitigno un carattere unico.

Con lo stesso blend si possono ottenere vini molto variegati.

Un vino bianco di Brem, vicino al mare, la cui vite trae la sua forza dai suoli alluvionali e  dagli scisti argillosi, e sarà molto diverso da un vino bianco di Chantonnay.

A Chatonnay  la vite affonda le sue radici nel cuore di una faglia carbonifera che si nutre su gneiss e anfibolite, tra il fiume Lay e le colline vandeane del bocage.

I dolci pendii “ghiaiosi” dell’antico letto della Vandea e gli isolotti calcarei caratterizzano il basamento del Fief de Vix, situato nell’ex Golfo di Pictons. Mentre a pochi chilometri di distanza, a Pissotte, ai margini della Vandea e della foresta, le viti devono attecchire nello scisto rosso intenso.

Il feudo di Mareuil ha dolci pendii ricoperti di rioliti e scisti. Queste curve aggraziate si estendono fino allo Yon e al Lay, fiumi pacifici.

Tra i produttori segnalo: Domaine Saint-Nicolas; Jerome Mourat; Domaine de la Barbinière; Les Borderies du Lay.

Domaine_Saint_Nicolas

Gros plant du pays Nantais

I vini della denominazione Gros-plant possono essere vinificati sulle fecce. Nato all’inizio del ‘900, questo metodo di vinificazione nasce dall’abitudine che avevano alcuni viticoltori di conservare la botte migliore della vendemmia per celebrare le grandi ricorrenze familiari. Conservata senza travasi, questa “botte nuziale” ha conferito ai vini un carattere speciale. Dopo la fermentazione, i vini rimangono sui propri lieviti per 4-5 mesi. Durante questo periodo avviene il fenomeno noto come autolisi delle cellule di lievito, che apporta grasso e rotondità.

AOP/AOC con decreto del 16 novembre 2011

Ubicazione: Il terroir di Gros Plant du Pays Nantais si estende su tutto il vigneto di Nantes, da Ancenis a Pornic con due poli di maggiore produzione: l’est della regione Sèvre e Maine da un lato (Le Loroux-Bottereau, Vallet) e le regioni di Logne e Boulogne e d’Herbauges  (Corcoué-sur-Logne, Saint-Philbert-de-Grand-Lieu).

Suoli: Poggiano principalmente su gneiss, micascisti, rocce verdi (gabbri e anfiboliti).

Clima: Il Gros Plant du Pays Nantais è caratterizzato da un clima oceanico temperato, cocktail di sole e precipitazioni che gli danno questa finezza leggera e originale. Da un capo all’altro dal vigneto, le caratteristiche climatiche sono più sfumate. Questa situazione deriva dalla maggiore o minore distanza da rispetto alla costa, alla Loira o ad altre masse d’acqua.

Resa base: 70 hl/ha.

Vitigno: Folle Blanche.

Pratiche culturali dominanti:

Densità 5.000 ceppi/ha. Potatura a guyot singolo

Consentita la dizione “sur lie”.

Questo vino è considerato particolarmente adatto all’abbinamento con le ostriche.

La superficie dedicata è pari a 540 ettari, per una produzione media di 3.700.000 bottiglie, tutte di bianco.

Produttori segnalati: Jean Aubron; Les Bètes Curieuses ; Domaine du Bois ; Boullault & Fils ; André-Michel Brégeon; Domaine du Haut Bourg.

Gros-Plant-du-Pays-Nantais

Muscadet Sèvre et Maine

AOP/AOC con decreto originario del 14 novembre 1936, modificato il 9 novembre 2011

Il Muscadet Sèvre-et-Maine è come i paesaggi: selvaggio e nobile. Qui troviamo le tenute più famose, intorno a Vallet, La Haye-Fouassière e Le Landreau.

La denominazione si estende su venti comuni a sud-est di Nantes e prende il nome di due fiumi che attraversano il vigneto: il Sèvre Nantaise e il Maine.

Ubicazione: Muscadet Sèvre et Maine si estende su venti comuni a sud-est di Nantes e prende il nome di due fiumi che attraversano il vigneto: la Sèvre Nantaise e Maine.

Sette dei venti comuni hanno diritto alla dizione “crus communaux”: Goulaine, Le pallet, Mouzillon

Tillières, Château-Thébaud, Gorges, Monnières-Saint-Fiacre, e Clisson. Sono in corso di approvazione altri 2 cru comunali : Vallet e La Haye-Fouassière.

Suoli: Struttura molto varia delle rocce eruttive e metamorfiche del massiccio armoricano con

principalmente gneiss, micascisti, rocce verdi e granito in minor misura.

Clima: Il vigneto beneficia di un clima temperato oceanico con precipitazioni distribuite nel corso dell’anno. Come altre aoc della zona il clima varia in funzione della distanza dall’oceano.

Resa base: 55 hl/ha.

Vitigno: Melon de  Bourgogne.

Pratiche culturali dominanti: densità minima di 6.500 ceppi/ha; potatura a guyot singolo con 10 occhi.

Questa denominazione può beneficiare di affinamento e la menzione “sur lie”.

La superficie dedicata è di 6 mila ettari per una produzione media di 32 milioni di bottiglie.

Produttori principali: Château de la Gravelle ; Domaine Ménard-Gaborit ; Domaine de la Combe; Château de la Botinière; Domaine des 3 Versants ; Ackerman ; Alain De La Treille; Domaine du Bois Giraud; Domaine des Rigoles du Pin.

Château de la Gravelle

Muscadet Côtes-de-Grandlieu

Situato sulle rive del più grande lago di pianura di Francia, Muscadet-Côtes-de-Grandlieu è la più giovane delle denominazioni di vigneti di Nantes. Vino bianco secco di grande freschezza, offre un bouquet fiorito, con note di fiori bianchi.

AOP/AOC con decreto originario del 29 dicembre 1994, modificato il 9 novembre 2011

Ubicazione: Muscadet Côtes de Grandlieu è a sud-ovest di Nantes si sviluppa su 19 comuni (regione di Herbauges, Logne e Boulogne), vicino al lago Grandlieu.

Suoli: Struttura molto varia delle rocce eruttive e metamorfiche del massiccio armoricano con principalmente gneiss, micascisti, rocce verdi e granito in minore misura. Nota: qua e là le sovrapposizioni da sabbioso a ciottoloso.

Clima: Il vigneto beneficia di un clima temperato oceanico con precipitazioni distribuite nel corso dell’anno. Da un capo all’altro del vigneto, le caratteristiche climatiche sono più sfumate, in funzione della distanza dall’oceano.

Resa base: 55 hl/ha.

Vitigno: Melon de  Bourgogne.

Pratiche culturali dominanti: densità minima di 6.500 ceppi/ha; potatura a guyot singolo con 10 occhi.

Questa denominazione può beneficiare della menzione “Sur lie”.

Superficie 220 ettari pari a 1 milione e centomila bottiglie l’anno.

Principali produttori: Château Bagatelle;  Château de la Bretesche; Domaine du Buttay ; Domaine de la Chausserie ; Luc & Jerome Choblet ; Domaine de Bel air; Domaine de la Rétière.

Muscadet Côtes de Grandlieu

 

Muscadet

AOP/AOC con decreto originale del 23 settembre 1937, modificato il 16 novembre 2011

Il nome “muscadet” compare per la prima volta nel 1635. Il Melon de Bourgogne, vitigno originario dell’omonima regione, compare nel XVI secolo. I vini Muscadet sono gli unici al mondo ad essere prodotti da questo vitigno. Si tratta di vini che, in particolare grazie alla loro tecnica di vinificazione sui lieviti, al loro invecchiamento più o meno prolungato e alla diversità del loro terroir, consentono di offrire una tavolozza di aromi molto sfumati. Queste caratteristiche influenzano la struttura del vino e il suo sviluppo al naso e in bocca.

Ubicazione: all’estremità occidentale del vigneto di Valle della Loira, il vigneto è limitato dalla Bretagna

a nord, le prime colline di Mauges e Bocage Vendéen a est e sud-est, la pianura alluvionale del Marais Breton a sud-ovest, e la frangia costiera atlantica del Pays de Retz a ovest.

Suoli: Struttura molto varia delle rocce eruttive e metamorfiche del massiccio armoricano con

principalmente gneiss, micascisti, gabbro, anfibolite e granito in misura minore.

Clima: L’intero vigneto beneficia di un clima oceanico temperato con precipitazioni distribuite nel corso dell’anno. Da un capo all’altro del vigneto, le caratteristiche climatiche sono più sfumate.

Vitigni: Melon de  Bourgogne

Pratiche culturali dominanti: densità minima di 5.000 ceppi/ha; potatura a guyot singolo con 10 occhi.

Affinamento sulle fecce: tradizione ancestrale codificata dal 1977 la menzione “sur lies” è specifica

nel vigneto di Nantes. Con il Muscadet dell’anno, fresco e leggero, ostriche, anguille fresche affumicate, mini spiedini di sardine.

Superficie in produzione: 7.900 ha per tutte le denominazioni Muscadet di cui 1.600 ha per la denominazione Muscadet. Per un totale di 44 milioni di bottiglie nelle diverse aoc Muscadet di cui 10 milioni e 500 mila bottiglie della aoc Muscadet. In totale su 88 comuni.

I vini IGP : Val de Loire

In questa zona caratteristico è il metodo di vinificazione “sur lie” unico: dopo un inverno sui lieviti, i Muscadet e il Gros plant du Pays Nantais “sur lies” vengono imbottigliati tra il 1° marzo e il 31 dicembre dell’anno successivo alla vendemmia.

Per oggi ci fermiamo qui, a brevissimo la seconda parte.

Intanto bevo un Muscadet con le ostriche alla vostra salute!

 

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