50 anni fa il Viognier ha rischiato l’estinzione al punto che in tutto il mondo era possibile trovarne solo 8 ettari nel comune di Condrieu.
Da quel momento, prima lentamente e poi più velocemente l’interesse per questo straordinario vitigno è cresciuto a dismisura.
Nel 1980 gli ettari coltivati a Viognier raggiunsero quota 28 ettari, ancora pochissimo.
Nel 2010 copriva ben 11.400 ettari, una crescita vertiginosa che ha portato questo vitigno a occupare lo 0,25% della superficie vitata mondiale, e il 61° posto tra i vitigni più coltivati al mondo.
Oggi, oltre che in Francia, è coltivato in Italia, in California, Australia, Spagna, Nuova Zelanda, Sud Africa, Grecia e Giappone.
In California è molto considerato e anche in Australia, soprattutto in Eden Valley.
Il luogo di elezione del Viognier resta comunque il Rodano settentrionale, dove occupa 2.620 ettari.
La culla di Viognier è Condrieu e sulle colline dei villaggi vicini.
La leggenda narra che il Viognier sia stato portato in Francia dall’imperatore romano Probo, quello che revocò l’editto di Domiziano, che lo avrebbe portato dalle sue terre d’origine quella che oggi è la Croazia.
Il suo nome potrebbe ricondurre alla città di Vienne, nell’alta valle del Rodano, città romana di riferimento nella zona o alla località di Vions in Savoia, sulle sponde del Rodano e nei pressi delle isole Vions.
Come al solito ci hanno pensato gli studiosi di genetica a rimettere tutto su un piano scientifico, dimostrando nel 2004, dall’analisi del suo DNA, la sua notevole affinità con la Freisa.
I ricercatori della University of California, Davis, hanno con questa ricerca stabilito la parentela di primo grado del Viognier con la Freisa, o al massimo di secondo grado.
Dunque la Freisa potrebbe essere un genitore o al massimo un fratello.
Questo certifica anche la parentela stretta del Viognier con il Nebbiolo, geneticamente ritenuto figlio della Freisa.
Molto probabilmente il suo “rischio estinzione” è stato corso per via delle sue basse rese e incostanti e alla sua predisposizione a malattie come l’oidio.
Per questo preferisce zone abbastanza asciutte e resiste bene alla siccità.
I suoi terreni d’elezione sono quelli ripidi tipici della “ Costa del Rodano” settentrionale.
Descrizione fisica
Foglia: piccola o media, verde chiaro da adulta vira verso il verde medio, orbicolare, con tre o cinque lobi, con un picciolo seno aperto, seni laterali inferiori poco profondi, denti centrali dritti o convessi o con un lato convesso e un lato concavo.
Grappolo: medio-piccolo, tronco-conico, semplice o alato, a volte compatto
Acino: piccolo, sferoidale o leggermente ovale Buccia: spessa di colore giallo ambrato
Germoglia presto, quindi rischia le gelate primaverili e preferisce zone costiere o vicino a grandi corsi d’acqua che mitigano la temperatura.
I sinonimi principali sono: Barbin, Rebolot, Greffou, Picotin Blanc, Vionnier, Petit Vionnier, Viogne, Galopine, Vugava bijela.
Dal Viognier si ottengono vini molto interessanti.
In Francia viene utilizzato in purezza nelle aoc Condrieu e Château-Grillet, quest’ultima aoc è una delle meno estese del mondo, con 3,5 ettari e un solo produttore, dunque un monopòle.
Può partecipare anche alle aoc Côte Rôtie sia bianco che rosso, nel rosso, tra l’altro, è molto utile a stabilizzare il colore.
In Italia è utilizzato nelle doc Bianco di Pitigliano, Maremme toscana, Monteregio di Massa Marittima, Val di Cornia e Contessa Entellina.
Organoletticamente genera vini grassi e cremosi. Molto profumato e sottile, rivela mutevoli aromi di frutti gialli (mango, pere, pesche, albicocche, mele cotogne), fiori freschi (violetta, iris, acacia) , muschio e spezie, ma anche la frutta secca (mandorle e nocciole tostate).
Rauscedo alleva un solo clone, chiamato ENTAV-INRA® 642, il più diffuso in Cote du Rhone.
In Francia sono 3 i cloni omologati: il 642 è il più diffuso, ma si trovano anche il 1042 e il 1051.
A Condrieu esiste un vigneto con 60 cloni in un vigneto sperimentale dove vengono studiati.
I più grandi Viognier in purezza sono a oggi tutti aoc Condrieu: la Doriane di Guigal e i Condrieu del Domaine George Vernay e Francois Villard.
Il Viognier è presente anche nell’attesissimo straordinario Ornellaia bianco!
Salute!
sono produttore a Bolgheri, il primo, con esordio vendemmia 2000 e il mio Viognier 100% , GIOVIN RE, mi sembra interessante, molto. Mi piacerebbe conoscerla e trovo quel che ho letto su fb molto in sintonia con la mia sensibilità, grazie! M.
Buongiorno Signor Satta, ci conosciamo già e io apprezzo molto i suoi vini, anche se ammetto, mea culpa, di non avere mai degustato Giovin re. Spero di cancellare presto questa lacuna. Buon lavoro e grazie di essere un mio lettore, per me è un onore. Sergio