Mappa dell’area di produzione del vino Porto

Il Porto è un vino molto conosciuto, ma trattandosi di una denominazione molto articolata forse non tutti ne conoscono bene le svariate sfumature.

Analizziamolo con attenzione.

Intanto per subirne il fascino bisogna andare a visitare vigneti e cantine.

Negli anni ho fatto due viaggi a Porto e devo dire, da non amante dei vini da fuori pasto, che non si può non subire il fascino di questo vino e del territorio che lo produce.

Come mia consuetudine inizio dall’inquadramento geografico.

 

Elementi relativi all’area geografica:

La regione copre una superficie totale di 250.000 ettari ed è divisa in tre subregioni naturalmente distinte (Baixo Corgo, Cima Corgo e Douro Superior).

Situato nel nord-est del Portogallo, nel bacino del fiume Douro, è circondato da montagne che gli conferiscono particolari caratteristiche pedologiche e climatiche.

La viticoltura, come attività principale per la maggior parte degli agricoltori della regione, si svolge in condizioni pedoclimatiche estreme, su terreni rocciosi.

Per l’impianto del vigneto nella regione, spesso è stato necessario utilizzare tecniche per inquadrare il terreno su terrazze in zone con pendii più ripidi.

Vigneti lungo il Douro foto Sergio di Loreto

Le modalità di conduzione del vigneto rappresentano la soluzione trovata per adeguare l’influenza del clima e del suolo ai fabbisogni delle piante e agli obiettivi di produzione.

Sono estreme nella maggior parte dei casi, con mandorli e ulivi al confine tra le parcelle diverse.

Patrimonio dell’umanità riconusciuto dall’UNESCO

La regione vinicola dell’Alto Douro è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per le seguenti ragioni:

Il fiume Douro e i suoi principali affluenti, Varosa, Corgo, Távora, Torto e Pinhão, costituiscono la spina dorsale del paesaggio montano, protetto dai forti venti atlantici dai monti Marão e Montemuro, è stato trasformato da terrazzamenti in forte pendenza vigneti che coprono circa 24.600 ha.

Il vino è prodotto dai proprietari terrieri tradizionali della regione dell’Alto Douro da circa 2000 anni. Qui si produce un bene mondiale, il vino Porto, un vino di qualità definita e regolamentata dal 1756.

Nel corso dei secoli, file e file di terrazze sono state costruite secondo diverse tecniche. La prima, impiegata in epoca pre-fillossera (pre-1860), fu quella dei socalcos , terrazze strette e irregolari sorrette da muri in pietra scistosa, che necessitano di una manutenzione continua su cui potevano essere piantati solo uno o due filari di vite. Le lunghe file di terrazzamenti continui e di forma regolare risalgono alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX secolo, quando i vigneti del Douro furono ricostruiti, in seguito all’attacco della fillossera. I nuovi terrazzamenti alterarono il paesaggio, non solo per le mura monumentali che furono costruite, ma anche per il fatto che erano più larghe e leggermente inclinate per garantire una migliore esposizione al sole delle viti.

Lungo le rive inferiori del Douro o sui bordi dei corsi d’acqua sui fianchi delle colline sono boschetti di aranci, a volte murati. Il paesaggio è ricoperto da sterpaglie e sterpaglie e, qua e là, un bosco ceduo alternato a vigneti. L’acqua veniva raccolta in bacini idrografici lungo i canali in pietra. I caratteristici villaggi e casai dalle mura bianche si trovano di solito a metà dei lati della valle. Intorno a una chiesa parrocchiale del XVIII secolo, file di case si aprono direttamente sulla strada a formare un intreccio di strade strette e tortuose con alcuni notevoli esempi di architettura vernacolare. Le quintas del Douro sono importanti punti di riferimento, facilmente individuabili dai gruppi di fabbricati agricoli e cantine che circondano la casa padronale in particolare nell’Alto Corgo e nell’Alto Douro. Il paesaggio è punteggiato da piccole cappelle poste in alta collina o accanto a case padronali.

La lunga tradizione ha prodotto un paesaggio culturale di straordinaria bellezza che è allo stesso tempo un riflesso della sua evoluzione tecnologica, sociale ed economica. Il paesaggio visivamente drammatico è ancora coltivato con profitto in modi tradizionali dai proprietari terrieri tradizionali.

Dal XVIII secolo, il suo prodotto principale, il vino Porto, è famoso in tutto il mondo per la sua qualità. Questa lunga tradizione della viticoltura ha prodotto un paesaggio culturale di straordinaria bellezza che riflette la sua evoluzione tecnologica, sociale ed economica.

Integrità

Il paesaggio culturale della regione vinicola dell’Alto Douro è un eccezionale esempio del rapporto unico dell’umanità con l’ambiente naturale. La sua natura è determinata dalla sapiente gestione di limitate risorse terrestri e idriche su pendii estremamente ripidi. È il risultato di un’osservazione permanente e intensa, di una sperimentazione locale e della profonda conoscenza di come adattare la cultura della vite a condizioni così sfavorevoli. Il paesaggio è espressione del coraggio e della determinazione delle persone, del loro acume e genio creativo nel comprendere il ciclo dell’acqua e dei materiali, e del loro attaccamento intenso, quasi appassionato, alla vite. L’ambientazione, nel paesaggio delle diverse forme di allevamento della vite, è un esempio eccezionale della capacità umana di padroneggiare le costrizioni fisiche, socalco (terrazza) . È questo acume che ha permesso a una moltitudine di artisti anonimi di creare un’opera collettiva di land art.

Questo paesaggio, tuttavia, è un tutt’uno ed è in continua evoluzione, ora con nuove forme di terrazza che riflettono la disponibilità di nuove tecnologie. È un mosaico eterogeneo di coltivazioni, boschetti, corsi d’acqua, insediamenti e fabbricati agricoli, disposti come quintas (grandi latifondi) o casais (piccoli latifondi).

Lo stato generale di conservazione di questo paesaggio storico è buono. Le alterazioni esistono, ma non sembrano di importanza sufficiente per comprometterne l’integrità. Alcuni terrazzamenti hanno sofferto molto durante le piogge torrenziali dell’ultima parte di gennaio 2001 e sarà necessario uno sforzo particolare per ripristinare parti di vigneto in condizioni di funzionamento.

Autenticità

La conservazione come “concetto di patrimonio” non è stata praticata in questa zona fino a tempi recenti. Con tutto subordinato alla viticoltura, il bisogno funzionale ha guidato la manutenzione. Di conseguenza, lo stato di conservazione della regione vinicola dell’Alto Douro, in particolare della maggior parte dei muri di sostegno, è notevolmente buono e nettamente superiore a quello della zona cuscinetto. Lì, sebbene esistano una notevole quantità di terreni vitati in quintas e casais e un notevole patrimonio vernacolare, gli insediamenti in particolare hanno subito la perdita di gran parte del loro carattere originario.

Oggi mantengono il ruolo sociale attivo del paesaggio nel perpetuare un’economia prospera e sostenibile. L’identificazione popolare con la Regione è rafforzata dalla congruenza tra la sua attuale area e quella dell’originaria delimitazione.

La regione vinicola dell’Alto Douro ha, e senza dubbio ha sempre avuto, un significato diverso a seconda della prospettiva di ciascun gruppo di interesse. Non è guardata allo stesso modo dal parrocchiano che vive in mezzo alla vigna che ha plasmato il suo orizzonte sin dalla nascita e che fornisce la sua unica fonte di reddito, né dall’uomo della montagna che ricorda i giorni in cui la roga scese gioiosamente le colline alla Terra Quente per trascorrere alcune settimane lavorando per la vendemmia. Il Douro appartiene ugualmente ai piccoli negozianti e intermediari della regione, ai proprietari delle quintas– sia portoghesi che stranieri – che vi soggiornano in diversi periodi dell’anno, agli spedizionieri del Douro e di Vila Nova de Gaia che sono impegnati nel commercio del vino, e a tutte quelle persone in Portogallo e nel mondo che hanno imparato per celebrare ogni grande momento della loro vita o del destino delle nazioni con un bicchiere di Porto.

Eppure il paesaggio artificiale di così tanti significati è visibilmente lì, una serie di viste impressionanti ma anche una macchina seriamente complessa, ancora funzionante.

La zona di produzione nel dettaglio è costituita da comuni e a volte “fregueisas”, da notare che in Portogallo esiste questo terzo livello di suddivisione amministrativa, tradotto in italiano come parrocchia.

La “freguesia” è una suddivisione di un município (comune). Molto spesso, una parrocchia prende il nome della sua sede, che di solito è l’agglomerato umano più importante (a volte unico) all’interno della sua area, che può essere un quartiere o un distretto cittadino, un gruppo di frazioni o un villaggio. Nei casi in cui la sede sia essa stessa suddivisa in più parrocchie, ognuna prende il nome di un punto di riferimento nel proprio territorio o del santo patrono cattolico e della parrocchia (paróquia in portoghese). Che si tratti di un distretto cittadino o di un villaggio, la parrocchia civile è spesso basata su una parrocchia ecclesiastica.

Risalendo il Douro diga di Carrapatelo

Dalla creazione di un’amministrazione locale democratica, nel 1976, le parrocchie portoghesi sono state governate da un sistema composto da un organo esecutivo (la “junta de freguesia”) e un organo deliberativo, l’“assembleia de freguesia”, (“assemblea parrocchiale”). I membri dell’“assembleia de freguesia” sono eletti pubblicamente ogni quattro anni. I presidenti dei consigli parrocchiali sono anche membri dell’assemblea comunale.

L’area geografica della DO e IG è stata definita dal decreto n. 7934, del 10 dicembre 1921, copre i seguenti distretti, contee e parrocchie, tradizionalmente raggruppati in tre aree geografiche più ristrette.

 

Baixo Corgo: nel distretto di Vila Real copre i comuni di Mesão Frio, Peso da Régua e da Santa Marta de Penaguiao; le parrocchie di Abaças, Ermida, Folhadela, Guiães, Mateus,

Nogueira, Nossa Senhora da Conceição (parte), Parada de Cunhos, São Dinis e São Pedro nel comune di Vila Real; nel comune di Viseu le parrocchie di Aldeias, Armamar, Folgosa, Fontelo,

Santo Adrião, Vacalar e Vila Seca, nel comune di Armamar; le parrocchie di Cambres, Ferreiros de Avões, Figueira, Parada do Bispo, Penajóia, Samodães, Sande, Santa Maria de

Almacave, Sé e Valdigem e le Quintas de Foutoura, Prado e Várzeas, nella parrocchia di Várzea de Abrunhais, nel comune di Lamego; la parrocchia di Barrô, nel comune di Resende;

Cima Corgo: nel distretto di Vila Real comprende le parrocchie di Alijó, Amieiro, Carlão, Casal de Loivos, Castedo, Cotas, Favaios, Pegarinhos, Pinhão, Sanfins do Douro, Santa Eugénia, São

Mamede de Riba Tua, Vale de Mendiz, Vilar de Maçada e Vilarinho de Cotas nel comune di Alijo; le parrocchie di Candedo, Murça e Noura nel comune di Murça; le parrocchie di

Celeirós, Covas do Douro, Gouvães do Douro, Gouvinhas, Paços, Paradela de Guiães, Provesende, Sabrosa, São Cristóvão do Douro, São Martinho de Anta, Souto Maior, Vilarinho

di São Romão nel comune di Sabrosa; nel distretto di Viseu le parrocchie di Castanheiro do Sud, Espinhosa, Ervedosa do Douro, Nagozelo do Douro, Paredes da Beira, São João da

Pesqueira, Soutelo do Douro, Trevões, Vale de Figueira, Valongo dos Azeites, Várzea de Trevões e Vilarouco nel comune di São João da Pesqueira; le parrocchie di Adorigo, Barcos,

Desirous, Granjinha, Pereiro, Santa Leocádia, Sendim, Tabuaço, Távora e Valença do Douro nel comune di Tabuaço; nel distretto di Bragança, le parrocchie di Beira Grande, Castanheiro do

Nord, Carrazeda de Ansiães, Lavandeira, Linhares, Parambos, Pereiros, Pinhal do Norte, Pombal, Ribalonga, Seixo de Ansiães e Vilarinho de Castanheira nel comune di Carrazeda de

Ansiães;

Douro Superior: nel distretto di Bragança comprende la parrocchia di Vilarelhos nel comune di Alfândega da Fé; le parrocchie di Freixo de Espada à Cinta, Ligares, Mazouco, Poiares nel

comune di Freixo de Espada à Cinta; le proprietà che appartenevano a D. Maria Angelica de Sousa Pinto Barroso, nella parrocchia di Frechas, e quelli della Sociedade Clemente Meneres nelle

parrocchie di Avantos, Carvalhais, Frechas e Romeu nel comune di Mirandela; le parrocchie de Açoreira, Adeganha, Cabeça Boa, Horta, Lousa, Peredo dos Castelhanos, Torre de Moncorvo

e Urros nel comune di Torre de Moncorvo; le parrocchie di Assares, Freixiel, Lodões, Roios, Sampaio, Santa Comba da Vilariça, Seixo de Manhoses, Vale Frechoso e Vilarinho das Azenhas,

Quintas da Peça e Trigueiras e le proprietà di Vimieiro, situate nella parrocchia di Vilas Boas e Vila Flor nel comune di Vila Flor; nel distretto di Guarda, la parrocchia di Escalhão,

nel comune di Figueira de Castelo Rodrigo; le parrocchie di Fontelonga, Longroiva, Meda, Poço do Canto nel comune di Meda; il comune di Vila Nova de Foz Côa.

Gli schemi delle parcelle, parrocchie, comuni e distretti di cui sopra corrispondono rigorosamente a quanto previsto dalla normativa in vigore alla data di approvazione del

Decreto nº 7934, del 10 Dicembre 1921.

Categoria

Porto rientra tra i VLQPRD, vini liquorosi di qualità prodotti in regioni determinate.

In termini di dolcezza, il Porto può essere dolce, semisecco, secco o extra dry. La dolcezza del vino è un’opzione di produzione, condizionata nel momento in cui la fermentazione viene interrotta.

La fermentazione viene interrotta con l’aggiunta di alcol.

Infatti, a beneficio di coloro che non conoscono approfonditamente i meccanismi della fermentazione, l’aggiunta di alcol porta la gradazione a un livello tale da determinare la morte di tutti i saccaromiceti. Generalmente già intorno al 16% in volume nessuno dei saccaromiceti riesce a sopravvivere.

Vigneti di proprietà Sandeman foto sdl

Clima e pedologia

La distanza dall’oceano non è grande, ma sufficiente a determinare un clima ben diverso da quello mite, umido e con piovosità omogenea, della costa atlantica.

Il clima è più secco e in estate piove di rado, man mano che ci si allontana dall’oceano le temperature massime, come è normale, si fanno più alte.

Lungo il Douro, che prima di entrare in Portogallo si chiama Duero, troviamo spesso una viticoltura importante e vini di grande qualità.
Risalendo il corso del Douro da Porto verso l’interno e dunque verso il confine con la Spagna, incontriamo prima Baixo Corgo, ma siamo già a circa 70 km dalla costa.

Siamo a valle della confluenza del Rio Corgo con il Douro, zona comunque che anche se in maniera blanda, risente dell’azione mitigante dell’atlantico, con temperature massime meno marcate rispetto alle altre due sottozone.

Poi c’è Cima Corgo con una situazione climatica intermedia e più all’interno Alto Douro, dove le temperature massime in estate si fanno importanti.
Come già detto tutti vigneti sono in pendenza e quasi sempre terrazzati.

A volte la pendenza dei vigneti può arrivare addirittura a 70 gradi, certamente una situazione estrema.

Anche se siamo lungo un fiume dalla buona portata d’acqua, non si utilizza quasi mai l’irrigazione e le viti sono avvezze allo stress idrico che negli ultimi anni, per via del cambiamento climatico, si sta facendo forse troppo frequente. I suoli sono generalmente costituiti da scisti e comunque le viti tendono ad avere uno sviluppo abbastanza moderato, essendosi abituate a vivere in una zona piuttosto siccitosa.

I vigneti sono suddivisi in sei classi secondo la loro qualità e da questa classificazione dipende il prezzo di vendita delle uve.

Il ponte de Arrabida che unisce Porto a Vila Nova de Gaia è il ponte con arco in cemento più grande del mondo foto sdl

La classificazione dei vigneti e il Cadastro.
La classificazione dei vigneti segue un regolamento introdotto dal Marchese di Pombal, ancora oggi vigente.

Il Cadastro prevede la classificazione dei vigneti in 6 categorie dalla A alla F. L’inclusione in una categoria o nell’altra dipendono da una dozzina di fattori, ognuno dei quali è quotato con un punteggio numerico.

I fattori principali sono:
• la pendenza e l’altitudine che incidono sul punteggio per il 21% del totale
• la produttività che incide per il 21% (rese più basse danno punteggi più alti)
• la natura del suolo che incide per il 14%
• la località dove è posto il vigneto che incide per il 13%
• il sistema di allevamento, il tipo di vitigno, l’età delle viti ecc.

Il massimo punteggio che un vigneto può ottenere è 1.680 punti ma fino a 1.200 si rientra nella categoria A. Con meno di 200 punti si rientra nella categoria più bassa che è la F. La classificazione è determinante per stabilire il prezzo dell’uva e la quantità di vino che si può produrre in quel vigneto.

 

Informazioni generali

Il vino di Porto è un vino fortificato, prodotto nella regione delimitata dal Douro, sotto condizioni peculiari derivate da fattori naturali e umani e si distingue da vini comuni per le sue particolari caratteristiche: una grande diversità di tipologie, una notevole ricchezza e intensità organolettica, sia nell’aroma che nel sapore, un’elevata gradazione alcolica (tra 19 e 22% vol., ad eccezione del vino bianco secco leggero), un’ampia gamma di dolcezza e grande diversità di colore. Esiste una serie di menzioni tradizionali che consentono l’identificazione dei diversi tipi di vino porto.

I vitigni

Praticamente tutti i vitigni presenti nella regione, che poi sono tanti.

Va detto però che i principali sono: Touriga Francesa, Touriga Nacional, Tinta Roriz (in Italia si chiama Malvasia nera e in Spagna Tempranillo https://www.coppiere.it/2015/10/il-tempranillo/ ), Tinta Barroca, Tinta Amarela e Tinto Cão.

Gli altri vitigni ammessi dal disciplinare sono i seguenti (seguita da N se a bacca nera o da B se a bacca bianca):

Barca N; Patorra N; Pé Comprido B; Viosinho B; Vital B; Petit Bouschet N; Sevilhao N; Sercial B; Pinheira Branca B; Bical B; Nevoeira N; Siria B; Barreto N; Bastardo N; Sémillon B; Batoca B; Cornifesto N; Branco Guimaraes B; Branco Especial B; Bragao N; Malvasia Parda B; Malvasia Preta N; Malvasia Rei B; Tamarez B; Malvasia Fina B; Ratinho B; Marufo N; Melra N; Verdelho B; Caramela B; Malandra N; Arinto B; Rabigato Moreno B; Rabigato B; Rabo de Ovelha B; Verdial Branco B; Folgasao B; Trincadeira N; Sarigo B; Carrega Branco B; Carignan N; Fernao Pires B; Carrega Tinto N; Varejoa N; Cercial B; Castelao N; Santareno N;  Aramon N; Castela N; Aragonez N; Samarrinho B; Casculho N; Tinto Sem Nome N; Grangeal N; Alicante Bouschet N; Grand Noir N; Tinta Mesquita N; S. Saul N; Tinta Martins N; Tinta Lameira N; Côdega do Larinho B; Gouveio Real B; Gouveio Estimado B; Cidadelhe Tinta Penajoia N; Tinta Tabuaço N; Tinta Pomar N; Tinta Pereira N; Chasselas B; Alvarelhao Branco B; Concieira N; Gouveio B; Jampal B; Touriga Branca B; Touriga Fêmea N; Alvarelhao Ceitao N; Touriga Franca N; Tinta Aguiar N; Alvarelhao N; Tinta Francisca N; Tinta Fontes N; Tinta Carvalha N; Rufete N; Valdosa N; Valente B; Tinta Bastardinha N; Jaen N; Roseira N; Gonçalo Pires N; Mourisco de Trevoes N; Mourisco N; Lourela N; Portugues Azul N; Donzelinho Tinto N; Donzelinho Branco B; Avesso B; Dona Branca B; Sousao N; Baga N; Diagalves B; Estreito Macio B; Espadeiro N; Mondet N; Engomada N; Mourisco de Semente N; Mourisco Branco B; Moreto N; Preto Martinho N; Moscadet B; Moscatel Galego Branco B; Praça B.

 

Touriga nacional

Nell’elaborazione del vino porto, dopo una diraspatura totale o parziale, segue la pigiatura che tradizionalmente avveniva nelle “lagares” (speciali contenitori in pietra), senza alcun ausilio di attrezzature meccaniche. Attualmente, la maggior parte dei vini sono ottenuti da aziende vinicole che dispongono di attrezzature tecnologiche avanzate, quindi le operazioni di pigiatura e macerazione sono completamente meccanizzate.

La fermentazione continua fino a quando la quantità di zucchero residuo non raggiunge il valore di dolcezza desiderata per quella specifica tipologia che si vuole produrre.

In quel preciso momento il mosto-vino viene separato dai raspi e la fermentazione viene interrotta attraverso l’elevazione del titolo alcolometrico, mediante aggiunta di brandy.

Il tutto in conformità con le disposizioni dello Statuto approvato con decreto-legge n. 173/2009, del 3 Agosto 2009, che regolano la quantità di distillato da aggiungere per alzare il titolo alcolico sufficiente a garantire l’arresto della fermentazione.

Questa procedura deve sempre implicare l’esistenza di zuccheri residui (naturalmente contenuti nell’uva) superiore a 17,5 g/L di vino.

Nella preparazione dei vini idonei alla denominazione di origine Porto, è obbligatorio l’uso di brandy approvato da IVDP (Instituto dos Vinhos do Douro e Porto), in conformità con le disposizioni del regolamento n. 84/2010, dell’8 febbraio 2010, concernente il brandy per le denominazioni di origine del Douro e Porto (Muscatel do Douro).

La quantità di acquavite massima, con una gradazione di 77,0 ± 0,5 % vol. a 20°C da utilizzare, è determinata dal comunicato relativo all’annata.

Se non fosse chiaro, l’aggiunta di alcool, come in altri vini dolci, è necessaria per arrestare la fermentazione e mantenere un tenore zuccherino elevato.

Lagares

Storia

La legge che ha iniziato a tutelare la denominazione Porto è tra le più antiche del mondo, più precisamente la terza.

La prima fu il Bando di Cosimo III dei Medici https://www.coppiere.it/2014/03/pomino-doc-il-disciplinare-piu-antico-del-mondo-e-piu-moderno-della-toscana /che tutelava ben 4 denominazioni: Chianti, Pomino, Carmignano e Valdarno di sopra; la seconda risale al 1737 e riguarda il Tokaji ungherese e la terza appunto riguarda il Porto, istituita nel 1756.

Sebbene la zona di produzione sia situata tra i 75 km e i 140 km in linea d’aria dalle città di Porto e di Vila nova de Gaia, all’inizio il Porto era trasportato lungo il fiume Douro sui barcos rabelos, particolari barconi a chiglia piatta e timone ad asta lunga, per farlo maturare nelle cantine di Vila nova de Gaia, sulla riva sinistra del Douro, mentre sulla riva destra c’è la città di Porto.

Vila nova de Gaia è la seconda città del Portogallo per popolazione, con oltre 300 mila abitanti, probabilmente è stata scelta per essere vicino al porto di spedizione dei vini, che peraltro soprattutto all’inizio, erano diretti prevalentemente all’Inghilterra. Un’altra ragione va ricercata nel probabile, secondo alcuni, beneficio di cui il vino si potrebbe avvalere per via della minore escursione termica determinata dal vicino oceano Atlantico. Ancora oggi molti produttori trasportano i vini dalle loro cantine a Vila nova de Gaia dove hanno sede parecchi importanti produttori.

In realtà per oltre 2 secoli, fino al 1985, è stato obbligatorio imbottigliare il Porto a Vila Nova de Gaia, solo dal 1985 il disciplinare consente di imbottigliare anche in zona di produzione, ma molti produttori continuano a mantenere nella città costiera le loro linee di imbottigliamento.

Come altri vini fortificati come Madeira, Jerez e Marsala, è molto legato ai mercanti inglesi e anche a Porto molte marche hanno nomi inglesi e tuttora sono di proprietà di famiglie di mercanti inglesi.

Chiesa di Nostra Signora di Carmo foto sdl

I vini liquorosi hanno perso terreno sul mercato negli ultimi decenni e il Porto, sebbene conservi un notevole fascino, non fa eccezione.

In realtà oggi, la quantità di uve prodotte nella zona del Douro destinata alla produzione del Porto, è scesa al 35%, mentre è di conseguenza notevolmente aumentato lo “share” di uve destinate alla produzione di rossi e bianchi non liquorosi, sotto la denominazione Douro.

Quasi sconosciuti in Italia, questi vini spesso raggiungono un ottimo livello qualitativo.

Questa trasformazione ha stravolto la tradizionale filiera, ed oggi non è raro che i produttori di uve della zona abbiano smesso di conferire le proprie uve o vini semilavorati alle grandi case di Villanova de Gaia, ma lo imbottigliano in loco con la propria etichetta, come succede con piccoli produttori di Champagne già conferitori di uve per le grandi “Maison”.

 

Riepilogo di tante indicazioni tanto complesse

Tutte le tipologie di Porto hanno in comune la fortificazione e un residuo zuccherino importante mediamente intorno ai 100 grammi per litro.

Le differenze sono legate alle zone di produzione, ma soprattutto all’invecchiamento, in legno, ma spesso anche in bottiglia.

Le botti di rovere sono quasi sempre vecchie o molto vecchie.

Le maggiori aziende dispongono al proprio interno di un settore dedicato alla manutenzione delle botti, per sostituire quando necessario doghe usurate, anziché cambiare le botti.

L’elevata gradazione alcolica, dovuta all’utilizzo di alcool, preserva il legno da attacchi di funghi e batteri dannosi.

Il vino Porto, come già detto, si distingue dai vini comuni per le sue particolari caratteristiche: un’enorme varietà di tipologie in cui sorprende un’incomparabile ricchezza e intensità di aromi, un’altissima persistenza sia aromatica che gustativa, un’elevata gradazione alcolica (generalmente tra 19 e 22% vol.), in una vasta gamma di dolcezza e grande diversità di colori. Esiste una serie di designazioni che consentono di identificare i diversi tipi di vino Porto.

Il colore dei diversi tipi di Porto può variare nei vini Porto rossi tra il rosso e il marrone chiaro, con tutte le sfumature intermedie possibili (rosso, rosso dorato, dorato e dorato chiaro). I vini Porto Bianco hanno tonalità diverse (bianco pallido, bianco paglierino e bianco dorato), strettamente legate alla tecnologia di produzione. I vini bianchi maturati in botte per molti anni, acquistano, per ossidazione naturale, una leggera tonalità ambrata simile a quella dei vini rossi molto vecchi.

In termini di dolcezza, il Porto può essere dolce, semisecco, secco o extra dry.

Per quanto riguarda il tipo di invecchiamento, si distinguono in diverse categorie o stili.

Botte nell’azienda Quinta da Pacheca foto sdl

 

Porto stile Ruby che a sua volta si distingue in diverse sottocategorie che qui elenco in ordine di qualità crescente.

Porto Ruby: il meno importante tra i Porto di stile Ruby: vino di qualità, ottenuto dalla miscelazione di vini giovani con carattere fruttato, colore rosso e medio corpo; dal colore vivace e intenso, affinano in tini troncoconici di circa 200 ettolitri ciascuno per due o tre anni, chi non ha tini troncoconici tradizionali utilizza botti comunque sempre di almeno 150 ettolitri e a volte anche molto di più.

Crusted Port: Porto di alta qualità, rosso e corposo, di fine aroma e gusto, ottenuto dall’assemblaggio di vini di qualità complementari, di diverse età, al fine di ottenere caratteristiche organolettiche omogenee, le cui peculiari caratteristiche portano alla formazione di depositi.

Il nome deriva dal termine inglese crust, il cui significato è sedimento. Questi vini sono prodotti dalla miscela di vini provenienti da diverse annate, con un tempo medio di maturazione di tre o quattro anni in grandi recipienti, vengono imbottigliati senza filtrazione. L’assenza di filtrazione, con l’affinamento in bottiglia, solitamente di almeno altri tre o quattro anni, causa la formazione di sedimenti. Per questa ragione è consigliabile la decantazione al momento del servizio.

Vintage Character Port: è una denominazione non più consentita, anche se sul mercato se ne trova ancora.

Come dice il nome, vorrebbero avere lo stile e il carattere di un Porto Vintage, ma ottenuto dall’assemblaggio di vini di buona qualità di annate diverse, generalmente maturati in botte da quattro a sei anni. Con lo scopo di aumentarne la complessità, talvolta in questi vini si aggiungevano anche Porto di annate più vecchie.

 

Reserve Port: Vino di ottima qualità ottenuto dall’assemblaggio di vini con diversi gradi di maturazione.  I Reserve Ruby, derivanti da assemblaggi più giovani danno origine a un vino dal colore rosso, dai profumi intensi e fruttati, sono vini corposi e astringenti, ma meno di Vintage e LBV.

LBV (Late Bottled Vintage): Vino di alta qualità da un’unica vendemmia. Viene imbottigliato tra il quarto e il sesto anno dalla vendemmia. Questi vini, di colore rosso, hanno caratteristiche organolettiche che conferiscono loro elevata finezza e distinzione. Sono corposi, morbidi e con un aroma più o meno fruttato, che può mostrare una certa evoluzione, a seconda della durata della maturazione in legno.

Di solito sono meno astringenti del Vintage della stessa annata, essendo ugualmente armoniosi, di morbidezza ed eleganza più o meno marcate, a seconda dello stile del produttore. Nascono generalmente (con qualche eccezione) da annate minori, perché nelle annate eccezionali viene prodotto il Porto vintage, affinano per 5-6 anni in botte e vengono imbottigliati previa filtrazione. Sono vini pronti che non necessitano ulteriore invecchiamento in bottiglia.

Il porto di Garrafeira: dal Portoghese Garrafa il cui significato è bottiglia, è uno degli stili più rari di questo vino fortificato portoghese altrimenti familiare. Oggi è prodotto solo dalla casa di Nierpoort, la cui prima edizione è stata del 1931.

È uno stile morbido e delicato che può mantenere una grande freschezza anche dopo un lungo invecchiamento.  Questi Porto sono prodotti unicamente con uve di una singola annata, considerata eccezionale, esattamente come i vintage.

Rarissima bottiglia di Porto Garrafeira 1847

 

Garrafeira sono fatti maturare in botte per un periodo piuttosto breve, di solito circa tre anni, quindi sono trasferiti in contenitori di vetro, detti bonbonnes, in cui sono fatti maturare per decine di anni, generalmente da venti a quaranta.

Questo secondo periodo di invecchiamento avviene in un ambiente più riduttivo. Un carattere unico “cheiro has garrafa” (essenza della bottiglia) deriva dal contatto diretto con il vetro, secondo la credenza comune, o più probabilmente dal minore scambio con l’ossigeno. Le damigiane sono conosciute come bonbons a Niepoort e variano da 7 a 11 litri. Probabilmente altri produttori in passato hanno utilizzato damigiane più grandi per questa tipologia di Porto.

Trascorso questo periodo, il vino è imbottigliato in bottiglie normali, dove si affina per qualche altro anno prima di essere messo in commercio.

Possono essere disponibili anche vecchie bottiglie etichettate come Garrafeira Port di altre case, di solito all’asta.

Single Quinta Vintage Port:

è una tipologia piuttosto recente, sono Vintage prodotti con uve provenienti da una singola tenuta (Quinta).
Di fatto si tratta di una sorta di Porto “cru”, da singola tenuta e singola annata. Non sempre le annate coincidono con le medesime in cui viene dichiarato un Vintage ma, anzi, spesso sono differenti annate

Con il termine Quinta, il cui significato letterale è fattoria, si indica un solo vigneto o una sola tenuta, pertanto questi Porto sono prodotti esclusivamente con le uve raccolte in vigneti di particolare pregio. I Single Quinta Vintage Portsono prodotti in quantità ancora più limitate dei vintage e a volte si pongono a prezzi pari o superiori ai vintage.

Dal momento che il Vintage viene prodotto con una miscela di uve delle varie tenute di ogni produttore, mentre il Single Quinta no, capita che anche annate non meritevoli vengano dichiarate Vintage, essendoci un raccolto eccezionale di una singola tenuta che giustifichi la produzione di queste espressioni.

A differenza di molte altre aree del mondo, in cui il singolo vigneto è valutato come Top qualità, nel porto, la singola Quinta, si classifica ufficialmente ad un gradino inferiore di qualità rispetto al Vintage Port.

In realtà non tutti la pensano così e alcuni la ritengono la categoria più entusiasmante del vino Porto, poiché offre ai produttori di vino l’opportunità di avere un approccio più basato sul terroir. Uno stile emergente, SQVP è una specificazione consentita dal 1986, quando sono state eliminate le restrizioni ai trasporti e le proprietà più piccole hanno iniziato a entrare nel mercato.

Negli ultimi tempi, c’è stato un aumento della produzione di SQVP come i migliori vini che i produttori hanno da offrire ed oggi di fatto i Porto più costosi sono i SQVP.

Quinta do Vesuvio

I vini SQVP sono tipicamente prodotti in annate in cui l’annata non è “dichiarata”, ovvero considerata di qualità insufficiente per produrre Porto Vintage. Nelle annate dichiarate, la stragrande maggioranza delle quintas dedica tutta la propria frutta ai normali Porto d’annata (multi-vigneto), senza lasciare nulla per i vini da quinta singola. L’eccezione più famosa a questa regola è la Quinta do Noval Nacional, un Porto ottenuto da viti prefillossera, dunque su piede franco.

Questo vino è così apprezzato da venire prodotto a prescindere dalle dichiarazioni d’annata.

SQVP è prodotto più o meno allo stesso modo di Vintage Port. I vini in genere trascorrono dai due ai tre anni in botte, vengono imbottigliati senza filtrazione e richiedono la decantazione prima di essere serviti, come con tutti i Vintage Port.

Molti Single Quinta Vintage Port  vengono immessi sul mercato dai produttori diversi anni dopo la vendemmia.

Spesso sono vini estremamente eleganti, che rivaleggiano in complessità con i migliori Vintage. Necessitano decantazione e le stesse accortezze riservate ai Vintage.

Quinta do Noval

Quinta do Vesuvio

Vintage Port: il più prezioso di tutti o comunque storicamente il più prezioso: si produce solo nelle annate migliori. Vino di qualità eccezionale da un’unica vendemmia. Deve essere imbottigliato tra il secondo e il terzo anno dalla vendemmia, dopo un affinamento in legno o acciaio.

Dalle eccezionali caratteristiche organolettiche, deve essere molto corposo e scuro al momento dell’approvazione (a due anni di età). Con l’affinamento in bottiglia diventa elegante e l’astringenza iniziale progressivamente scompare. Acquisisce quindi un aroma equilibrato, complesso e ben distinto. Le annate con qualche anno in bottiglia sono associate ad aromi di torrefazione (cioccolato, cacao, caffè, scatola di sigari, ecc.), aromi di spezie (cannella, pepe, coriandolo) e talvolta aromi fruttati. L’invecchiamento vero e proprio avviene in bottiglia e può essere lunghissimo.

Le uve utilizzate per la loro produzione provengono dalle migliori zone del Douro, un fattore che aumenta anche la loro qualità. Durante il corso degli anni il Porto matura lentamente producendo enormi quantità di sedimenti, per questo motivo è sempre bene decantare i Porto Vintage prima del consumo. Generalmente questi vini sono lasciati maturare in bottiglia per circa dieci anni, un periodo considerato adeguato, tuttavia sono piuttosto comuni anche periodi più lunghi, fino a 40 anni.

Rappresenta solo il 2% della produzione e stabilisce il prestigio delle grandi case del Porto. Non è un riconoscimento dato alla leggera, tanto che il Vintage viene dichiarato 2 anni dopo la vendemmia, per essere sicuri al 100% ed evitare figuracce, visto che le cantine basano autorevolezza e notorietà sulla qualità cristallina dei Vintage, non tanto sulle bottiglie base, che vengono molto più costruite in cantina.

Sono vini estremamente sontuosi, suprema espressione del terroir.

In media, in un decennio vengono dichiarati solo tre Vintage.

Esistono dei Porto di 100 anni che ancora sono in condizioni perfette, grazie alla potente struttura, ai tannini e alla notevole acidità del vino quando viene imbottigliato.

Porto vintage Dow’s

Quinta do Noval

Il Porto Tawny style a sua volta si divide in diverse sottocategorie.

Tawny Port: ottenuto dalla miscelazione di vini con vari gradi di maturazione, condotto attraverso l’invecchiamento in botti o preferibilmente piccoli barili. Si tratta di vini in cui il colore si è evoluto, e vanno inseriti nelle sottoclassi di colore rosso-bruno, fulvo o fulvo chiaro. I profumi ricordano la frutta secca e il legno; più il vino è vecchio, più queste caratteristiche si accentuano.

Si tratta del classico Porto di stile ossidativo, che affina in botte piccola, preferibilmente non nuova, di solito dai 300 ai 600 litri, un formato classico è 550, ma il più classico e tipico proprio di questa zona è il 522 litri.

Spesso hanno profumi di datteri, noci, frutta matura, cotta, sotto spirito, spezie, note di cacao, caffè e vaniglia.

Tawny Reserva: identici al Tawny come produzione, con la differenza che la permanenza in botte è più lunga: rispetto ai 3 anni del Tawny base, questi vini maturano per un lasso di tempo più lungo, ma meno di 10 anni.

Reserve Port con indicazione dell’età: 10 anni; 20 anni; 30 anni; 40 anni : Vino di alta qualità ottenuto dall’assemblaggio di vini di diverse annate, al fine di ottenere una complementarità di caratteristiche organolettiche. Affinamento in legno per periodi di tempo variabili, in cui l’età indicata in etichetta corrisponde alla media approssimativa delle età dei diversi vini partecipanti alla partita ed esprime il carattere del vino rispetto alle caratteristiche conferite dall’affinamento in botte.

Così, un vino di 10 anni rivela colore, profumo e sapore tipici di un vino rimasto in botte per 10 anni. Come i vini data de Colheita, hanno un caratteristico bouquet di ossidazione che si traduce in aromi di frutta secca, tostatura e spezie, più evidenti nei vini più vecchi. In bocca rivelano vini morbidi e armoniosi, con un aroma molto persistente.

Tawny Colheita: Vini di alta qualità da un’unica vendemmia. Colheita significa vendemmia. Matura in legno sempre di dimensioni piccole, per periodi di tempo variabili, mai inferiori a 7 anni, per poi essere imbottigliato, a volte matura per lunghi periodi fino a 50 anni.

Durante la maturazione in botte, gli aromi giovani, fruttati e freschi evolvono per via ossidativa, dando origine ad un bouquet in cui spiccano gli aromi di frutta secca, aromi di tostatura, legno e spezie. Con l’invecchiamento aumenta la morbidezza, l’armonia e la complessità del bouquet .

Il colore evolve verso un bruno, anche riflessi verdognoli nei vini molto vecchi.

In etichetta, vengono indicate generalmente l’anno di vendemmia e quello di imbottigliamento. Un vero peccato che sia poco diffuso: spesso offre la ricchezza aromatica e gustativa di un Tawny invecchiato, accanto a tratti di autentico Porto Vintage.

 

 

 

 

White Port: Porto di qualità con aromi floreali e fruttati, complessità varia e

diversi gradi di dolcezza, da uve bianche, matura in tini o botti grandi per almeno 2 anni.

Porto Branco Leve Seco: Vino Porto con un titolo alcolometrico volumico acquisito di almeno 16,5% vol. l’unico Porto consentito con una gradazione inferiore ai 19%, certamente il Porto meno dolce.

Per i Porto bianchi i colori ammessi dal disciplinare sono: Bianco paglierino; Bianco paglierino e

Bianco dorato.

Va detto che il Porto bianco è nato molto più di recente, nel 1935.

Rosé Port questo stile è stato introdotto recentemente, nel 2008.  è uno stile di Porto molto aromatico. Come suggerisce il nome, questo stile di Porto ha una caratteristica tonalità rosa e tipicamente mostra note di ciliegia, lampone, fragola e caramello.

Il primo produttore a introdurlo è stato Croft. Quando è stato rilasciato per la prima volta l’IVDP (Instituto dos Vinhos do Douro e Porto) ha inizialmente classificato lo stile come “rubino chiaro”.

Come altri vini Porto, il Porto Rosé può essere una miscela di vitigni, gli stessi consentiti per il Porto ruby. Questi vengono vinificati con il minimo contatto con le bucce, creando il colore rosato e riducendo la quantità di tannino nel vino. La freschezza distintiva e il sapore morbido e piacevole di Rosé Port sono ulteriormente migliorati con l’applicazione della decantazione a freddo prima della fermentazione.

Come per tutti i Porto, il processo di fermentazione viene interrotto con l’aggiunta di Brandy locale che grazie alla sua gradazione alcolica uccide i “saccharomyces” arrestando la fermentazione. Questo ha anche l’effetto aggiuntivo di aumentare la gradazione alcolica a circa il 19%. A differenza degli stili di Porto più antichi e tradizionali, il Porto Rosé non è invecchiato.

Per quanto riguarda le annate importanti del nuovo millennio certamente la 2017, la 2011, la 2007 e la 2003 sono considerate le migliori, molto buone anche la 2016, la 2000 e la 2018.

Se cerchiamo poi le più gandi anche molto indietro, la 1994, la 1963, la 1948 e la 1927 rientano tra le straordinarie.

Fare dei nomi di grandi Porto da degustare non è facile in un panorama così vasto e variegato, comunque non possiamo non citare:

Quinta do Noval Nacional che è certamente la più prestigiosa in assoluto e spunta quotazioni impensabili per i suoi concorrenti,

Quinta do Noval è un nome storico, una vera istituzione nel mondo del vino, ma è soprattutto un vigneto, nel cuore della Valle del Douro, che produce grandi vini sin dall’inizio del XVIII secolo.

Seguono Quinta do Vesúvio, in alto nel Douro Superior, il lavoro dell’uomo e il lavoro della natura raggiungono un’armonia perfetta e duratura. Più che altrove nel Douro ha una bellezza ammaliante e incantevole; quando lo lasci, porti con te un senso del luogo che non sbiadisce con il tempo.
La proprietà e il paesaggio che la circondano vanno di pari passo sin dai primi dell’ottocento.
All’interno dei suoi confini, Vesúvio contiene sette colli e trentuno valli. Sulla sommità di ogni collina si erge un vecchio posto di vedetta in rovina, che un tempo custodiva la proprietà. La vedetta più alta si chiama Raio de Luz, il raggio di luce. Da qui è possibile osservare l’intero aspetto a 360º dei vigneti del Vesúvio.

Quinta de Vargellas di Taylor’s è situata nella parte orientale selvaggia e collinare della valle del Douro, è stata apprezzata come fonte dei migliori vini di Porto sin dal 1820. Oggi si colloca tra i grandi vigneti del mondo.

Negli anni in cui non viene dichiarato un Taylor’s Vintage, può essere presa la decisione di imbottigliare un Single Quinta Vintage Port. È ottenuto interamente da uve coltivate nella proprietà Vargellas e porta in etichetta il nome della tenuta.

Un porto vintage di Quinta de Vargellas ha generalmente una maturazione più precoce rispetto ai vintage Taylor’s dichiarati. Spesso abbastanza avvicinabili da giovani, matureranno comunque bene per molti anni se coricati.

Gli eleganti e profumati vini Porto di Quinta de Vargellas sono i Single Quinta Vintage più rinomati. Considerati più prestigiosi e da collezione dei Vintage dichiarati da molti spedizionieri, spesso appaiono in vendita all’asta. Come un Vintage dichiarato, un Quinta de Vargellas Single Quinta Vintage Port viene rilasciato subito dopo l’imbottigliamento. Tuttavia, parte del vino di Porto viene generalmente trattenuto per essere offerto in vendita quando si avvicina l’età per bere.

Croft Quinta da Roêda Sérikos 

realizzato esclusivamente dai vecchi vigneti con riferimento alla storica produzione di seta  dell’azienda, dopo la fillossera furono ripiantati e oggi è il vigneto più vecchio di Croft.

Quinta da  Gricha di Churchill’s è un vigneto di 50 ettari Grado-A, che si trova sulla riva sud del fiume Douro nel famoso “ Cima Corgo ” sub- regione della Valle del Douro. Gli uffici di Churchill’s sono a Vila Nova de Gaia.

Quinta dos Canais di Cockburn’s per concludere con i SQVP rientra comunque tra i più interessanti.

Poi tra le case che producono dei Porto interessanti ne segnalo alcune come: Graham’s, Calem, Dow’s, Nierpoort, Sandeman, Ramos Pinto, Barros, Kopke, Quinta de Pacheca, C. Da Silva, Caves vale de Rodo, Delaforce, Ferreira, Fonseca, Gilbert’s, Cruz, Feist, Andresen, Burmester, Pocas junior, Martinez, Offley, Osborne, Quarles Harris, Quinta do Ventozelo, Romariz, Rozés, S. Pedro, Messias, Quinta do Portal, Woodhouse, Borges, Warre’s e Wiese & Krohn.

Dopo tutte queste nozioni non ci resta che stappare una bottiglia di Porto, meglio se un Vintage o un Single Quinta,

Salute!

 

 

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