New Zealand wine map

La Nuova Zelanda è una regione enologicamente giovane, proprio lo scorso anno sono stati festeggiati i 200 anni di produzione del vino.

Iniziamo inquadrando i volumi che stiamo per analizzare: la Nuova Zelanda, secondo le ultime statistiche disponibili, produce lo 0,9% del vino prodotto nel mondo.

Il vigneto neozelandese copre una superficie pari allo 0,69% del vigneto mondiale.

Si tratta di 38.700 ettari, quasi 8 volte più dei 5 mila ettari di 20 anni prima.

Per capire gli ordini di grandezza, l’Italia, il cui vigneto sta diminuendo in maniera molto marcata, occupa 706 mila ettari.

20 anni prima va detto che occupava 1 milione e 18 mila ettari.

In Nuova Zelanda i vitigni a bacca bianca rappresentano il 76% del totale.

Vigneto a Marlborough

La Storia

Come accaduto in molte zone del mondo, anche in Nuova Zelanda il vino lo ha portato il clero.

Fu Samuel Marsden (1765-1838), cappellano nel Nuovo Galles del Sud (regione dell’Australia), missionario anglicano in Nuova Zelanda all’inizio del XIX secolo, il primo a piantare la vite in questo

straordinario paese. Il luogo in cui è nata la viticoltura neozelandese è la baia delle isole, praticamente nell’estremo nord dell’isola settentrionale.

Il suo lavoro, insieme a quello dei suoi missionari, ha contribuito a costruire un rapporto di fiducia con i capi Maori, aprendo la strada all’accettazione di una presenza ufficiale della Corona britannica in Nuova Zelanda.

Marsden registrò nel suo diario, il 25 settembre 1819, il giorno in cui piantò una vite nei terreni del Stone Store, Kerikeri nella Baia delle Isole.

Il primo enologo fu lo scozzese James Busby, nominato primo residente britannico in Nuova Zelanda, che produsse ufficialmente il vino a partire dal 1830.

Nel 1840, la prima recensione sul vino della Nuova Zelanda fu scritta da un francese, l’ammiraglio ed esploratore Jules Sébastien César Dumont d’Urville.

Dumont d’Urville, durante la visita, rimase deluso perché non trovò Busby in azienda, ma degustò il vino prodotto da Busby.

A bordo della sua nave, l’Astrolabe , Dumont  d’Urville scrisse nel suo diario, “con grande piacere ho accettato di assaggiare il prodotto della vigna che avevo appena visto. Mi è stato dato un vino bianco leggero, molto frizzante e delizioso da gustare, che mi è piaciuto molto “.

Ancora il clero

Nel 1850, alcuni missionari cattolici francesi, piantarono a  Hawke’s Bay un vigneto per produrre il vino necessario alla comunione. Questo vigneto  ora fa parte della Mission Estate Winery a Hawke’s Bay , ed è il più antico vigneto rimasto in Nuova Zelanda.

William Henry Beetham è riconosciuto come il primo pioniere a piantare uve Pinot Nero e  Syrah  in Nuova Zelanda nel 1881 su un suo terreno a Lansdowne, il più grande sobborgo di Masterton, sulla riva sinistra del torrente Waipoua all’estremità nord-occidentale di Masterton, sul terreno più alto della città che offre ampie vedute di gran parte della valle del Wairarapa.

La figura di Romeo Bragato

Nel 1895 l’esperto consulente viticoltore ed enologo Romeo Bragato fu invitato dal Dipartimento neozelandese del governo per l’agricoltura al fine di studiare le possibilità di vinificazione.

Romeo Bragato

Romeo Bragato fu il consulente del governo vittoriano che suggerì le basi per la creazione di una viticoltura moderna, in grado di resistere ai danni della fillossera che all’epoca era già arrivata in Nuova Zelanda (prima che in Italia), nel 1894 Bragato arrivò a Bluff, nell’estremo sud dell’isola meridionale e fu scortato da funzionari governativi per valutare le prospettive di viticoltura e produzione di vino in Nuova Zelanda .

Il suo rapporto risultante, “Prospects of Viticulture in New Zealand”, presentato al Premier il 10 settembre 1895, è stato molto positivo ed è diventato importante nel promuovere lo sviluppo dell’ industria vinicola .

In esso si raccomandava:

-di piantare la vite in determinate regioni adatte alla viticoltura 

-la creazione di associazioni distrettuali

-l’importazione di viti resistenti al fillossera per l’innesto

Nel 1897, il sig. W.J. Palmer, pomologo governativo, piantò uva alla stazione sperimentale  Waerenga (Te Kauwhata), tra cui: Cabernet Sauvignon , Pinot nero , Pinot Meunier , Chardonnay , Syrah , Riesling , Pinot bianco Malbec, ma le raccomandazioni di Bragato non furono rispettate.

Nel 1898, Bragato tornò in Nuova Zelanda e identificò la fillossera nei vigneti di Auckland di Dridgman e Mr Harding di Mt Eden Road, Auckland. Insistette sulla necessità di importare dall’Europa barbatelle resistenti alla fillossera.

Di nuovo nel 1901, Bragato tornò a riferire sulla presenza di fillossera, convincendo il governo a importare viti suvrainnestate su portinnesti resistenti alla fillossera dalla California e dalla Francia o portinnesti resistenti alla stessa. Visitò anche la Stazione Sperimentale di Waereng. Nel 1902, Bragato accettò l’incarico offerto l’anno precedente come Viticoltore governativo per il Dipartimento dell’Agricoltura della Nuova Zelanda.

In questo ruolo Bragato:

  • importò portinneti resistenti alle malattie distribuendole per l’innesto
  • iniziò la vinificazione sperimentale presso la stazione Waerenga ampliata
  • prese il controllo dei vigneti del governo a Hawkes Bay e Tauranga
  • organizzò giornate sul campo per coltivatori e potenziali coltivatori a Waerenga

Nel 1906, Bragato pubblicò “Viticoltura in Nuova Zelanda”. Nel 1908, cinque vini della Stazione Sperimentale Te Kauwhata vinsero medaglie d’oro alla mostra vinicola franco-britannica. Nonostante questo successo, il supporto ufficiale per la divisione della viticoltura iniziò a diminuire a causa della crescita del movimento per la temperanza.

La divisione per la viticoltura del dipartimento dell’agricoltura fu sciolta nel 1909 e Romeo Bragato, frustrato e disilluso, lasciò la Nuova Zelanda.

 

il libro di Romeo Bragato

Gli anni bui e la rinascita

Contemporaneamente alcuni immigrati dalmati piantarono dei vigneti nell’ovest e nel nord di Auckland, questi però producevano vino da tavola e vino fortificato per soddisfare i palati delle proprie comunità. A causa dell’oidio e della fillossera si iniziò a coltivare ibridi Franco-Americani, come il Baco Noir e l’uva Isabella, noti per la loro resistenza alle temute malattie, e i frutti della vite erano venduti come uva da tavola piuttosto che per la produzione di vino. L’Isabella rimase fino agli anni 1960 l’uva più piantata di tutta la Nuova Zelanda, fino a quando non si decise, finalmente, di tentare nuovamente la coltivazione di alcune specie di Vitis Vinifera. In precedenza, fattori culturali e religiosi, ostacolarono  nei primi anni la diffusione del vino in Nuova Zelanda, arrivando anche, nel 1910, al protezionismo. Solo nel 1960 fu permesso legalmente alle aziende vinicole di vendere il proprio vino ad alberghi e ristoranti, mentre per la vendita all’asporto si è dovuto attendere il 1990.

Vigneto a Marlborough

Geologia, clima e produzione

Geologicamente la Nuova Zelanda è costituita da 2 isole che 40 milioni di anni fa si sono distaccate dall’Australia.

In Nuova Zelanda la vite è coltivata in una zona che, se fosse rapportata all’emisfero settentrionale, avrebbe latitudini comprese tra quella di Bordeaux e quella del Libano.

Ciò non ci deve ingannare però sul clima, che in Nuova Zelanda, a parità di latitudine, è decisamente più fresco, a causa dell’influenza dell’oceano Pacifico e della relativa vicinanza del gelido continente antartico.

Abbiamo parlato di fillossera, che non ha raggiunto il Cile per via dell’isolamento geografico, ma incredibilmente ha raggiunto questo paese così naturalmente isolato.

Oggi in Nuova Zelanda operano 716 aziende (in Italia 310.000), alcune delle quali appartengono a grandi gruppi come Constellation, Pernod Ricard e LVMH.

La Nuova Zelanda oggi esporta circa l’85% della sua produzione.

La legislazione vitivinicola

La legislazione vitivinicola neozelandese è abbastanza avanzata e severa quasi come quelle imposte dagli standard europei.

Le GI (indicazioni geografiche) esistenti sono 18, l’ultima ad essere stata accettata è North Canterbury accettata il 17 marzo 2020 e pubblicata il 27 marzo 2020.

Le altre 17 sono:

Auckland; Canterbury; Central Hawke’s Bay / Central Hawkes Bay; Central Otago; Gisborne;

Gladstone; Hawke’s Bay / Hawkes Bay; Kumeu; Marlborough; Martinborough; Matakana; Nelson; Northland; Waiheke island; Waipara Valley; Wairarapa; Waitaki Valley North Otago / Waitaki Valley.

A cui vanno aggiunte le 3 GI più generiche New Zealand; North island e South island.

Sauvignon nella Wairau valley

Va precisato che la normativa neozelandese, a tutela dei consumatori, impone l’indicazione in etichetta della varietà di uve da cui il vino è prodotto e la zona di provenienza. Se in etichetta è riportata una sola varietà di uva, almeno il 75% del vino deve essere prodotto con la varietà dell’uva menzionata.

Se due varietà di uve sono riportate in etichetta, queste devono essere menzionate in ordine di quantità decrescente.
Se in etichetta è riportatal’area, il distretto o la regione, almeno il 75% del vino deve provenire dalla zona menzionata.

La sensibilità ambientale

Notevole l’attenzione al territorio e alla sostenibilità ambientale, che in Nuova Zelanda è molto sentita. Praticamente la totalità delle aziende (98%), aderisce al programma                       “ Sustainable Winegrowing New Zealand” (SWNZ).

Nella cultura Maori la sostenibilità ambientale è uno dei cardini.

Tutela del suolo, dell’aria e delle acque, severa gestione delle sostanze chimiche sia in vigna che in cantina e dei rifiuti.

Qui a fronte di una popolazione di quasi 4.900.000 abitanti le pecore sono circa 30 milioni e può anche capitare di trovare delle pecore tra i filari!

Il Bragato Research Institute

Tornando a Romeo Bragato proprio a lui è stato dedicato il Bragato Research Institute (BRI)  che guida l’innovazione vitivinicola della Nuova Zelanda, dalla ricerca sul biologico fino all’applicazione pratica della scienza nei vigneti, cantine e filiera. Lanciato nel 2017 attraverso il finanziamento del programma del Ministero delle imprese, dell’innovazione e dell’occupazione, l’istituto è una consociata interamente controllata dai viticoltori della Nuova Zelanda.

A febbraio del 2020 è stata realizzata la cantina di ricerca all’avanguardia dell’istituto  nel campus del Nelson Marlborough Institute of Technology a Blenheim.

Con sede presso il Marlborough Research Center, BRI collabora con l’industria e altre organizzazioni di ricerca per impostare l’agenda di ricerca nazionale, sperimentare tecnologie di prim’ordine, condurre prove commerciali e collegare educatori e studenti alla scienza e all’industria vitivinicola. La BRI è stata istituita con finanziamenti aggiuntivi dal Consiglio distrettuale di Marlborough, riconoscendo il contributo economico locale della sua portata globale e attenzione nazionale dalla regione.

L’eccellenza della ricerca guida il lavoro dell’istituzione – che si tratti di curiosità pionieristica, di risoluzione dei problemi del mondo reale o di cogliere le opportunità dei consumatori in un mercato globale sempre più competitivo. Il comitato consultivo per la ricerca, nominato dai viticoltori neozelandesi e composto da esperti del settore, valuta le proposte di ricerca e guida le priorità di ricerca.

La delimitazione della GI Marlborough

La GI Marlborough

A Marlborough ci sono oltre 87 diversi tipi di suolo che rappresentano 8 dei 15 ordini di suolo utilizzati in Nuova Zelanda – il livello più alto e più generalizzato di classificazione del suolo. Il gran numero di tipi di suolo all’interno di Marlborough riflette la variazione dei materiali di origine, l’età dello sviluppo del suolo, il clima (ad esempio, precipitazioni e presenze annuali medie e assenza di siccità) e la topografia. Questa gamma di terreni ha proprietà o caratteristiche diverse. Queste caratteristiche indicano che alcuni suoli saranno più adatti a determinati usi del suolo rispetto ad altri.

Il ciclo vegetativo è piuttosto lungo e le vendemmie, abbastanza tardive e grazie a temperature sempre abbastanza fresche, l’acidità resta sempre piuttosto pronunciata.

Parlare di 87 diversi tipi di suolo, come fa il Governo neozelandese forse è eccessivo, comunque Marlborough può essere frazionata in 3 macroaree.

La più estesa è quella attraversata dal fiume Wairau, nel 1957 W. J. Elvy pubblicò un libro sulla storia di Marlborough intitolata “Kei puta te Wairau” da molto tradotto romanticamente come “il luogo con il buco nelle nuvole”, in realtà significa “il luogo dove non piove mai “.

Tipi di terreno variabili, un approvvigionamento idrico sotterraneo prontamente disponibile, condizioni meteorologiche aride relativamente secche e molte ore di sole, caratterizzano la regione.

Marlborough potrebbe non raggiungere i massimi alti o bassi di alcune altre regioni di coltivazione della vite (come Central Otago), ma è rinomata per le sue escursioni termiche. Durante il ciclo vegetativo è comune che le temperature diurne abbiano uno spostamento diurno medio di 11 gradi. Ciò consente alle uve di aumentare i livelli di densità zuccherina durante il giorno, mantenendo l’alto livello di acidi della frutta grazie alle notti più fresche.

Anche gli autunni lunghi e asciutti svolgono un ruolo importante nei vini. Senza la pressione della pioggia, il frutto può generalmente rimanere più a lungo sulle viti, permettendo ai grappoli di maturare senza sacrificare l’acidità che delinea i vini di Marlborough. Quelle lunghe e belle giornate autunnali aiutano anche a prevenire la minaccia di malattie. (Nella maggior parte degli anni comunque. Sfortunatamente ci sono sempre delle eccezioni alla regola.)

Suolo nell’Awatere Valley

L’influenza dei corsi d’acqua

Quando voli a Marlborough, diventa evidente quanto le vie fluviali intrecciate abbiano un impatto sulla provincia. Sono ciò che ha creato i tipi di suolo, in tutta la regione, per molte migliaia di anni. Fino a 200 anni fa, le pianure erano coperte da numerosi piccoli affluenti del fiume Wairau, con conseguente deposito alluvionale di pietre. Una volta che quei fiumi iniziarono ad essere bloccati e incanalati, grandi tratti di terra piatta diventarono adatti per l’agricoltura, l’orticoltura e successivamente la viticoltura. Gran parte di quella terra era coperta dai resti delle quantità di roccia macerata, portate giù dalle colline secoli prima attraverso il sistema fluviale. Si tratta principalmente di ciottoli grigio biancastro che riflettono i raggi del sole contribuendo a mantenere i livelli di temperatura. Marlborough è anche fortemente influenzata dalle sue linee di faglia con le faglie di Wairau, Awatere e Clarence che sono un’estensione della faglia Alpina. Il primo dei moderni vigneti di Marlborough fu piantato nel 1973 in quelle che vengono definite le Southern Valley. L’ormai famosa Brancott Estate, il primo vigneto del Montana, si trova nel bel mezzo di questa zona.

Non passò molto tempo prima che le persone iniziassero a guardare altre parti di Marlborough che potessero essere adatte alla vite. La valle di Wairau, un vasto tratto di terra relativamente pianeggiante che confina con il fiume Wairau e la linea di faglia di Wairau, fu la seconda sottozona ad essere sviluppata, alla fine degli anni ’70. Coprendo una superficie totale di 20.000 ettari, questa tasca di terra è ora coperta di viti.

Brancott estate

Nel 1985 il primo vigneto fu piantato nella valle di Awatere, a sud di Blenheim, e separato dal Wairau dalle caratteristiche colline di Wither. Ci sono voluti molti anni perché gli Awatere decollassero, in termini di viti, ma negli ultimi 10 anni è cresciuto esponenzialmente. Al punto che l’area vitata della Awatere Valley da sola, è ora più grande di Hawkes Bay.

Vino Marlborough, l’organismo rappresentativo dei coltivatori e degli enologi della regione, ha considerato queste tre valli come le sottozone all’interno della grande area di Marlborough. Col passare degli anni diventa sempre più evidente che ci sono alcune sottozone molto distintive, all’interno di ciascuna di queste valli.

 

La Southern Valley

Si trovano a sud della valle del Wairau. Questa è un’area all’interno di Marlborough che non è stata così pesantemente colpita dal sistema fluviale nel corso dei millenni. È leggermente più ondulato rispetto alle pianure di Wairau e la variazione del suolo è abbastanza diversa. Creato da uno sbalzo glaciale, ha notevoli quantità di limo e ghiaia, ma presenta anche livelli più alti di argilla rispetto alle altre sottozone. Per quanto riguarda la temperatura, è considerata più fresca del Wairau, ed essendo più vicina alle colline, è più soggetta all’aria fresca che le prosciuga e si deposita più a lungo nelle pieghe della valle.

È una sottozona più secca della valle di Wairau in termini di precipitazioni, nonostante si tratti di pochi chilometri a sud. L’area ha anche sofferto di una mancanza di acqua durante la sua fase di sviluppo, data la sua distanza dalle due principali vie fluviali, Wairau e Waihopai.

Durante l’ultima grande siccità alla fine degli anni ’90, gli agricoltori dovettero irrigare le viti, con l’acqua fornita dalle petroliere. Da allora il sistema di irrigazione

Vigneto nella Southern valley foto GREYWACKE

delle valli meridionali è stato commissionato, garantendo che vi sia una quantità ragionevole di acqua disponibile quando necessario.

Le principali varietà piantate nella Southern Valley sono; Pinot Nero, (sempre più sulle dolci colline della valle) Sauvignon Blanc e Chardonnay.

Poiché la sottozona è leggermente più fresca della valle di Wairau, esiste un rischio maggiore di gelo. La stagione è anche in ritardo rispetto a quella della valle del Wairau, in termini di raccolta.

I vini bianchi di questa valle tendono maggiormente ai sapori di agrumi / pompelmo, con un grado di mineralità dovuto all’argilla. Il Pinot Nero tende a mostrare ricchi aromi di frutta rossa.

All’interno delle valli meridionali; le sottozone note sono; Brancott, Fairhall, Omaka, Taylor Pass e Ben Morven e Waihopai Valley.

 

Wairau Valley

Come accennato in precedenza, questo tratto di terra copre oltre 20.000 ettari, con una parte significativa di quella destinata alla viticoltura. È difficile descrivere i tipi di suolo di questa sottozona, dato che in un piccolo vigneto possono esserci più di una dozzina di profili diversi. Possono variare da pietroso, ghiaia, ex alveo alluvionale, a limo, terriccio e argilla. Inoltre, i suoli possono variare da molto fertili a estremamente poveri. Pietre abbondano in alcune parti della valle, depositate dai fiumi intrecciati nel corso degli anni. (Stoneleigh Wines ha preso il nome dalla serie infinita di pietre all’interno della vigna del Corban originale.)

Più ci si avvicina alle colline del Nord, più piove. Può essere sostanzialmente la sottozona più piovosa. Questo, insieme al fatto che i vigneti in questa sottozona si trovano sopra una falda acquifera, alimentata dal fiume Wairau, significa che non ci sono così tanti problemi idrici per i coltivatori.

Mentre i terreni più ricchi di sostanza organica l’irrigazione spesso non è necessaria, è quasi obbligatoria sui vigneti con condizioni pietrose e particolarmente drenanti.

Per quanto riguarda la temperatura, la valle del Wairau tende ad essere più calda della Southern Valley e Awatere. È generalmente la sottozona in cui inizia prima la vendemmia.

La varietà principale è comprensibilmente il Sauvignon Blanc, con al secondo posto il Pinot Nero principalmente per lo spumante e in parte per il vino rosso, quindi lo Chardonnay.

Più recentemente c’è stato un passaggio verso vitigni aromatici, come il Riesling, il Pinot Gris e il Gewürztraminer.

I vini della valle del Wairau sono descritti come molto fruttati, con sentori di pietra e frutti tropicali, in particolare il frutto della passione e le caratteristiche del pompelmo nel Sauvignon Blanc.

Wairau river

La valle del Wairau può essere a sua volta divisa in diverse ulteriori sottozone: Rapaura, Renwick, Rarangi, Conders Bend, Kaituna, Grovetown, Dillons Point e ora il Wairau, più ampiamente piantato, che si trova a ovest di Blenheim, e segue la linea del fiume Wairau.

 

Awatere Valley

Situato a sud di Blenheim, con le Wither Hills che lo dividono dalle valli del Wairau e del sud, l’Awatere è la più recente delle sottozone di Marlborough ad emergere. Come accennato, le prime viti furono piantate solo nel 1985 da Vavasour Wines.

Molti nella valle di Wairau pensavano che la  valle di Awatere non sarebbe mai stata in grado di produrre vini protagonisti all’interno della GI Marlborough, ma il tempo ha dimostrato che avevano torto.  L’Awatere è un attore non solo importante in termini di vigneti, ma anche in termini di profili organolettici. I vini di questa sottozona tendono a caratterizzarsi per frutti più croccanti, meno tropicali (in termini di Sauvignon Blanc) e sono spesso descritti come erbacei, con sentori di peperoni, minerali e “flinty” ovvero con sentori di selce.

A dominare la valle di Awatere si trova il monte Tapuae-o-Uenuke, la vetta più alta della Nuova Zelanda, (al di fuori delle Alpi del Sud.) Spesso ricoperto di neve, è una chiara indicazione del potenziale clima freddo che caratterizza questa valle. È nota per essere la più fresca, ventosa e più secca delle valli, il che significa che germoglia in ritardo e si vendemmia sempre per ultima di tutte e tre le valli.

Anche il profilo del suolo è molto diverso, essendo una miscela di ghiaia alluvionali e “löss”( è un deposito eolico formato da sabbia fine e limo di origine glaciale, in quanto deriva dai depositi morenici (materiali erosi, trasportati e depositati dai ghiacciai) portato dal vento, spesso con una diversa composizione di materiali lapidei.

Strati di loess nell’isola del sud

Con la maggior parte delle piantagioni più vicine al mare (rispetto ad altre valli) anche la temperatura diurna è inferiore.

Non ci sono grandi falde acquifere nell’Awatere e tutta l’acqua di irrigazione deve provenire dal fiume Awatere o dighe di stoccaggio. Dati i forti venti a cui è soggetta la zona, l’irrigazione è una necessità, non un lusso. Il piano privato di irrigazione del fiume cieco ha aperto grandi tratti di terra e molti coltivatori hanno ora costruito le proprie dighe di stoccaggio per disporre di acqua irrigua in caso di necessità.

La mancanza di acqua significa anche che le colture sono più leggere e i sapori tendono ad essere più intensi, aiutati dal lungo tempo di sospensione dovuto alla maturazione lenta.

Anche all’interno della valle Awatere ci sono molte sottozone: Blind River, Seaview, Dashwood e Redwood Pass. Ci sono anche aree emergenti a sud dell’Awatere

Vigneto ad Awatere

nella valle dell’Ure e Kekerungu, che stanno iniziando a mostrarsi una vera promessa.

I vini

La caratteristica dei vini attuali di Marlborough è un equilibrato insieme di fruttato agrumato, vegetale a volte erbaceo, floreale e salino e grande freschezza.

In passato va detto che tali caratteristiche erano alquanto squilibrate tra loro ed i vini troppo spesso si somigliavano troppo anche per l’utilizzo quasi esclusivo delle fermentazioni in acciaio, oggi affiancate dall’utilizzo di vinificatori in legno.

TE WHARE RA PINOT NOIR MARLBOROUGH CLAYVIN

Recentemente alcuni produttori hanno iniziato anche ad utilizzare il “batonnage”.

L’enologia neozelandese è un cantiere aperto, come anche la viticoltura. Nuove zone, nuovi vitigni, nuove sperimentazioni con portinnesti diversi in una zona caratterizzata da una varietà di suoli a dir poco sorprendente oltre alla sperimentazione di sesti d’impianto diversi e un utilizzo quasi spregiudicato dell’irrigazione, ma sempre mantenendo un grande rispetto per l’ambiente.

Un produttore, Peter Yealands, ha dichiarato: I believe that to be sustainable you need to put more back in than you take out… One has to learn to work with the land and with the environment, if you can get in sync with that things generally are easier.

Ovvero “Credo che per essere sostenibili sia necessario ricollocare più di quanto si toglie … Bisogna imparare a lavorare con la terra e con l’ambiente, se riesci a sincronizzarti con le cose in generale sono più facili.”

DOG POINT SAUVIGNON BLANC MARLBOROUGH SECTION 94

In cantina oltre alle sperimentazioni sui tini di fermentazioni si iniziano a produrre degli spumanti rifermentati in bottiglia e nel 2013 è nato un consorzio tra produttori chiamato “Mèthode Malbourgh” con tanto di disciplinare che prevede l’utilizzo esclusivo di vini ottenuti da uve Pinot nero, Chardonnay e Pinot Meunier e una fermentazione in bottiglia di almeno 18 mesi.

I membri fondatori sono 11 produttori detti membri pioneristici. Tra questi per esempio Pernod Ricard utilizza il marchio Deutz. Tra i più interessanti troviamo Saint Clair.

A mio avviso tra i rossi di Marlborough è notevole il  TE WHARE RA PINOT NOIR MARLBOROUGH CLAYVIN SingleVineyard 5096, tra i Sauvignon spiccano DOG POINT SAUVIGNON BLANC MARLBOROUGH SECTION 94  e GREYWACKE WILD SAUVIGNON.

Wild sauvignon GREYWACKE

 

Per oggi mi fermo qui e alzo un calice di GREYWACKE WILD SAUVIGNON 2017 alla vosta

salute!

 

 

 

This article has 2 comments

  1. Grazie Sergio, lineare, preciso e chiaro. Mi sono permesso di copiarlo e tenerlo in archivio per inviarlo a qualche appassionato di vino, ma anche di conoscenza.
    A presto.
    Severino

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